I comuni del parco
Riprendiamo il nostro itinerario naturalistico e visitiamo con le seguenti note gli altri comuni che fanno parte del “Parco del Vesuvio”ripartendo dal quinto di essi:
Terzigno.
Legata a lungo alla vicina e più popolosa Ottaviano, il paese si formò a metà Settecento e deve il nome alla terza colata di lava anche detto “terzo fuoco” che, nel 1631, devastò le falde del vulcano. Nella cittadina, di notevole fattura costruttiva è certo da considerarsi il Tempio dell’Immacolata inaugurato nel 1758.
Da visitare inoltre, i resti della Chiesa di San Francesco e della ancora maestosa Villa Bifulco. Mentre, per agricoltura e commercio enologico tradizionale, notissima ed appezzata, in Italia e nel mondo, risulta la sua produzione vinicola e particolarmente. Molto importante inoltre, in artigianato d’arte, la lavorazione ancora fatta a mano della pietra lavica.
Ottaviano.
Altro centro, prevalentemente agricolo, posto ai piedi del Monte Somma è stato a lungo un ricercato luogo interno di villeggiatura, poi immeritatamente e per anni al centro delle cronache giudiziarie per fatti di criminalità organizzata La località è dominata dall’alto dal Castello che ospitò, nel 1085, il Papa Gregorio VII.
Fortilizio che, nel corso del 1304, venne distrutto dalle truppe di Carlo D’Angiò per essere poi ricostruito a partire dall’anno 1567 per iniziativa di Benedetto de Medici. La cittadina accoglie e ben conserva diverse chiese costruite nel Seicento e nel Settecento tra cui l’imponente Santuario di San Michele Arcangelo.
Pollena Trocchia.
I centri originari di Pollena e quello di Trocchia sono attualmente riuniti in un unico ambito amministrativo comunale. Il più suggestivo dei due centri abitati è sicuramente, senza nulla voler togliere, quello di Trocchia, soprattutto per il suo pittoresco quartiere medievale. Nella zona centrale del paese affidata alle cure della Congrega religiosa del SS. Sacramento è conservato uno splendido organo costruito nel 1793.
Nella parte di Pollena, invece, il monumento da considerare più importante è l’edificio principale della locale Parrocchia, una costruzione realizzata in stile neoclassico, dedicata a San Giacomo, ubicata nella centralissima piazza Amodio.
Mentre, per quanto riguarda gli aspetti eno-gastronomici, nel territorio di Pollena Trocchia sono diversi i caseifici che producono mozzarelle d.o.p. insieme ad altri formaggi tipici della tradizione vesuviana.
Sant’Anastasia.
Da tempi antichi la cittadina, che presenta un interessante quanto ben conservato centro storico, sviluppatosi su di una precedente impronta urbana di epoca medioevale, è nota in Campania ed in Italia per artigianato e manifattura, in particolare con la magistrale lavorazione del rame.
La Chiesa parrocchiale di Santa Maria la Nova con lo splendido campanile a cuspide ottagonale resta il suo monumento più significativo.
Un luogo di devozione e pellegrinaggio mariano: a soli quattro chilometri dal centro si trova il Santuario della Madonna dell’Arco, il secondo della Campania, dopo Pompei, per volume di visitatori che diviene meta ogni anno nella ricorrenza del lunedì dell’Angelo del tradizionale, folcloristico, anche se alquanto controverso, pellegrinaggio dei “fujenti”. Un evento che raccoglie nel luogo di culto diverse migliaia di fedeli provenienti da ogni parte della Campania.
Nei dintorni del paese si trovano poi numerose testimonianze con i pregevoli corpi edilizi di antiche masserie dalla architettura tardo rinascimentale o barocca.
San Giuseppe Vesuviano.
Operoso centro abitato posto ai piedi del Vesuvio che deve la sua prosperità principalmente alle numerose piccole industrie operanti nel settore dell’abbigliamento. La cittadina ha subito più volte la furia del Vesuvio ed è stata completamente ricoperta di ceneri dall’eruzione del 1906, la penultima del vulcano.
Tra i suoi monumenti più significativi sono da visitare la Chiesa della Vergine Madre di Dio che fu fatta costruire, dal Principe di Ottaviano, verso la seconda metà del Settecento per ingraziarsi i favori delle genti rurali e dei contadini e il Santuario di San Giuseppe nella centrale piazza Garibaldi, ove spicca con la sua splendida facciata neoclassica, il ricco interno arredo decorato ed il trono di San Giuseppe.
Giorgio M. Palumbo