“Chi tutela chi non può avere il vaccino?”: è il quesito principale che si pone un giovane napoletano
Poche ore dopo la somministrazione del vaccino Pfizer, un giovane napoletano è stato trasportato d’urgenza in ospedale a causa di un grave effetto collaterale. Nella sua anamnesi personale aveva specificato di essere allergico al cortisone e, allo stesso modo, lo aveva comunicato presso l’hub vaccinale. Una negligenza degli infermieri?
Poche ore dopo la somministrazione, il giovane è andato in shock anafilattico, perdendo i sensi e restando completamente paralizzato. Questo, però, non è tutto: in seguito alle dovute analisi, compreso il test del livello di anticorpi anti-Covid, è emerso che non avrebbe dovuto effettuare la seconda dose ma la sua pratica non risulta conclusa, ragion per cui il suo Green Pass non è stato ancora generato.
“È previsto un modo per tutelare chi, come me, non può vaccinarsi? Agli occhi di chi non conosce la mia situazione diventerò un emarginato e un irresponsabile?”: sono queste le domande che, immediatamente, si è posto, così come se le pongono tutte quelle persone che per gravi patologie non possono sottoporsi al vaccino anti-Covid.
Senza ombra di dubbio il vaccino è l’unica via d’uscita da questa situazione che diventa sempre più catastrofica ma chi tutela chi, affetto da gravi patologie, allergico alle componenti del vaccino, non può esservi sottoposto?
Secondo quanto riportato dal quotidiano “Repubblica“, “la certificazione di esenzione alla vaccinazione viene rilasciata quando non si può fare il vaccino, in modo permanente o provvisorio, per condizioni mediche preesistenti e documentate. Chi ottiene l’esenzione deve essere ben informato sul fatto di non poter abbassare la guardia e quindi di dover rispettare le misure di sicurezza: uso delle mascherine, distanziamento dai non conviventi, lavaggio delle mani, evitare assembramenti, soprattutto al chiuso, rispettare le condizioni previste per i mezzi di trasporto e i luoghi di lavoro.
Come viene rilasciata l’esenzione
La circolare prevede che fino al 30 settembre le certificazioni possono essere rilasciate direttamente dai medici vaccinatori dei Servizi vaccinali delle Aziende ed Enti dei Servizi Sanitari regionali e dai medici di medicina generale o dai pediatri di libera scelta che operano nell’ambito della campagna di vaccinazione nazionale. La certificazione è gratuita, ed è necessario che si archivi tutta la documentazione relativa, anche digitalmente, attraverso i servizi informativi vaccinali regionali, in modo da poter monitorare. Le modalità di archiviazione saranno definite dalle singole Regioni e Pubbliche amministrazioni.
Che cosa dovranno contenere le certificazioni: ovviamente i dati della persona (nome, cognome, data di nascita), una dicitura esplicita (Soggetto esente alla vaccinazione anti Sars-CoV-2. Certificazione valida per consentire l’accesso ai servizi e attività di cui al comma1, art.3 del decreto legge 23 luglio 2021, n 105), la data di fine validità della certificazione (al massimo fino al 30 settembre), dati relativi al Servizio vaccinale delle Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale in cui opera come vaccinatore Covid-19, timbro e firma del medico certificatore (anche digitale), numero di iscrizione all’ordine o codice fiscale del medico certificatore.
I certificati non possono contenere altri dati sensibili del soggetto, come la motivazione clinica, e per il rilascio possono essere utilizzate anche le piattaforme regionali già preposte al rilascio di certificati vaccinali e di inidoneità alla vaccinazione. La valutazione della presenza di controindicazioni o precauzioni, e ovviamente l’anamnesi, andrebbe fatta sempre, anche nel caso di seconda dose.
La circolare fa poi un elenco delle condizioni mediche (non esaustive, si sottolinea) per supportare i medici vaccinatori nella valutazione dell’idoneità a poter procedere. Per tutti i vaccini disponibili in Italia (Pfizer-Biontech e Moderna quelli a mRNA e AstraZeneca e Johnson&Johnson quelli a vettore virale) ovviamente vale l’ipersensibilità al principio attivo o a uno degli eccipienti. Per AstraZeneca si aggiungono i soggetti che hanno manifestato sindrome trombotica associata a trombocitopenia in seguito a vaccinazione o che hanno manifestato episodi di sindrome da perdita capillare. Per J&J, solo i soggetti con sindrome da perdita capillare”.
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