Al via l’esecutivo Di Maio – Salvini … mentre l’Europa (ci) attende al varco. un progetto per il sud
Sono passati più di ottanta giorni dalle votazioni del 4 marzo 2018 per il rinnovo del Parlamento nazionale: Camera dei deputati e Senato della Repubblica e come abbiamo sentito ripetere in centinaia di trasmissioni radio televisive, migliaia di articoli a stampa e innumerevoli commenti, gli esiti del voto degli italiani sono stati definiti “tripolari”.
Alla fine dei conti nessuno può fare da solo e neppure in coalizione, mancano i numeri!
Ovvero, dopo la prima forza politica, dominatrice in Campania ed in tutto il centro sud del Paese, il “movimento penta stellato” guidato dal 32.enne candidato Premier campano, Luigi Di Maio, che ha ottenuto il primo posto con circa il 33% dei voti e dei relativi seggi parlamentari, si sarebbe classificato il Partito democratico, con quasi il 19% di essi, che però, pur avendo altre forze alla sua sinistra, non forma coalizione, inoltre dichiarandosi, da subito, sconfitto e destinato solo all’opposizione. Quale terzo polo politico, che qualora avesse raggiunto – come insieme – più del 40% dei voti espressi sarebbe stato premiato dalla legge elettorale vigente, vi è il “centrodestra” ove sono presenti diverse forze.
Fra queste, quella più premiata dagli elettori e soprattutto forte al centro nord del Paese, è stata la Lega che è passata dal 4 per cento ad oltre ill 17 % con Matteo Salvini leader, seguono Forza Italia che ha raccolto circa il 14%, Fratelli d’Italia con il 5% ed un altro raggruppamento centrista con poco più dell’1%. Il totale della loro rappresentatività popolare porta ad oltre il 37% ma, per legge, non basta. Quindi?
Tanti giorni sono passati in alterne trattative, fra forze politiche già aspramente rivali da sempre, come nella velenosa campagna elettorale. Ed allora?
In politica occorre saper trovare degli accordi anche se ci si definisce (5stelle e Lega), entrambi orgogliosamente,“ forze del cambiamento” contro tutti i poteri consolidati, per il rinnovamento in ogni settore, l’onestà e la meritocrazia. Oltre, alla ripresa economica, il lavoro e la tutela del risparmio.
L’“arte del compromesso” è antica ed italica virtù e rappresenta un giusto mezzo, una via d’incontro, che spesso si rende necessaria. Questa la ragione per la quale due forze che sembravano inconciliabili rivali e si sono sempre aspramente confrontate hanno invece raggiunto un accordo. Anzi, hanno stipulato un “Contratto di governo per il cambiamento del Paese” dal quale sembra poter nascere a breve un esecutivo nella pienezza dei poteri costituzionali guidato dal giurista prof. Giuseppe CONTE, tecnico politico, con la presenza autorevole dei due principali protagonisti alla guida di fondamentali dicasteri.
Subito si sono scatenate contro questo tentativo le solite forze, gli speculatori, alcuni appartenenti alle istituzione europee, grigi ambienti economici internazionali, giornali finanziari esteri e le dubbie società di “ratings” onnipresenti nelle nostre crisi.
Dobbiamo uscirne, cambiando veramente questo Paese. A presto.
Giorgio M. Palumbo