Decesso per un 60enne di Melito a seguito di un TSO all’ospedale di Frattamaggiore, la figlia denuncia un caso di malasanità

Antonio Furgiero, 60enne di Melito, soffre di disturbi di schizofrenia e paranoie. Da circa 9 mesi, l’uomo, dopo un precedente ricovero presso una struttura dedicata, inizia a rifiutare ogni terapia proposta dai medici che lo tengono in cura.

Questa situazione di totale isolamento, aggravata anche dal fatto che l’uomo non volesse più uscire da casa, avrebbe portato a frequenti richieste di aiuto da parte della moglie e della figlia nel tentativo di riuscire a continuare le terapie.

Antonio Furgiero era in cura presso il Centro di Igiene mentale di Giugliano-Villaricca-Mugnano ed il suo caso era seguito dal dottore C.A., lo stesso dottore che, poi, il giorno 23 maggio avrebbe seguito le operazioni di ricovero dell’uomo.

Ai nostri microfoni parla la figlia di Antonio, Giuseppina Furgiero, che denuncia quello che avrebbe tutte le caratteristiche di un caso di malasanità.

Giuseppina è un fiume in piena, ricorda nitidamente ogni momento di quello che sarebbe stato, da lì a poco, l’ultimo giorno di vita di suo padre.

“Mio padre rifiutando le terapie da circa 9 mesi, spesso, soffriva di stati di agitazione che, nonostante non fossero tendenti all’aggressività, ci portavano a pensare che fosse necessario che seguisse le terapie prescritte per le sue patologie. Era da sempre un uomo in perfetta salute fisica-continua la ragazza- e, tranne questi momenti di agitazione, non aveva altre cose tali da rendere necessari, negli anni, dei ricoveri in TSO, trattamento, questo, a cui noi familiari ci siamo sempre opposti”.

Giuseppina nel suo racconto dimostra in modo molto preciso come sono andati i fatti in quella giornata e ci conferma che ” il giorno 23 era previsto un ricovero presso la clinica “Villa degli ulivi” a Caserta: in accordo con il dottore C.A., si era scelta questa struttura per avviare le terapie di cui mio padre aveva bisogno. Ma mio padre aveva sempre dimostrato il suo disappunto a ricoverarsi, per cui, quando quella mattina sono arrivati a casa nostra, in via Danubio a Melito, un medico e tre infermieri disponibili ad accompagnarlo presso la struttura suindicata, mio padre ha iniziato ad andare in escandescenza”.

Di fronte alla situazione creatasi, la giovane riferisce che sarebbe stato proprio il dottore C.A. del Centro di Igiene mentale di Giugliano-Villaricca, in collegamento telefonico con quelli sul posto, a consigliare di predisporre un ricovero in TSO. A quel punto, nonostante il diniego da parte dei familiari, sarebbero sopraggiunti un’ambulanza con altro personale medico a bordo accompagnata da una pattuglia dei carabinieri.

Da questo momento sarebbe iniziato il calvario di Antonio Furgiero: i sanitari, dietro consiglio telefonico del dottore C.A. gli avrebbero dapprima somministrato 40 gocce di un farmaco non noto ai familiari e poi, a distanza di 15 minuti una dall’altra, gli avrebbero praticato ben 4 iniezioni intramuscolo di calmanti.

A questo punto, avendo iniziato il protocollo TSO, i sanitari comunicano ai familiari la necessità di portare Antonio al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio a Frattamaggiore e, magari, preventivare il ricovero presso la struttura di Caserta per il giorno dopo.

Secondo la ricostruzione fatta dalla figlia Giuseppina, Antonio sarebbe arrivato in ospedale intorno alle ore 13.00 del 23 maggio e, qui, gli sarebbero stati praticati tutti gli accertamenti del caso, i quali, a suo dire, avrebbero avuto buoni risultati tali da rassicurali più volte sul fatto che, passata la notte, sarebbe stato dimesso e trasferito.

Quando hai visto l’ultima volta tuo padre?

Verso le ore 17.00, quindi dopo 4 ore dall’arrivo in ospedale, mio padre ci passa davanti su una barella diretto verso il reparto. Nonostante fosse molto rilassato, mio padre ha espresso a mia madre la sua volontà a tornarsene a casa, e, in quel momento, abbiamo entrambe notato che respirasse a fatica quasi come se stesse soffocando. Interrogato il medico che lo stava assistendo, lui ci ha rassicurato dicendoci che si trattava di un respiro affannoso piuttosto normale vista la sedazione a cui era stato sottoposto. Ci salutano e ci chiedono di andare via ribadendoci di stare tranquille perché l’indomani sarebbe stato meglio.

A che ora siete andate via dall’ospedale?

Nonostante avessimo salutato mio padre intorno alle 17.00, io e mia madre siamo andate via solo verso le 18.15 perché ancora chiedevamo notizie e spiegazioni del perché avessero deciso di praticare un TSO nonostante fossimo contrarie.

A che ora avete ricevuto la notizia del decesso?

Alle 6.30 del giorno 24 maggio una telefonata proveniente dall’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore ci ha sconvolti la vita. L’annuncio del decesso di mio padre è stata per noi una doccia fredda, l’incredulità mista al dolore ci ha distrutte.

Cosa vi hanno detto all’arrivo in ospedale?

“Signora, suo marito è deceduto per un arresto cardio circolatorio”– poi alle nostre domande abbiamo ricevuto solo risposte molto vaghe, come a non saper cosa dire.

Giuseppina Furgiero e sua madre hanno già subìto un lutto molto grave in famiglia: nel mese di dicembre, infatti, la primogenita, figlia di Antonio e sorella di Giuseppina, è deceduta, a soli 40 anni, stroncata da un tumore maligno in stadio avanzato che non le ha lasciato scampo. Una morte annunciata a cui si è ora aggiunta quella improvvisa ed inaspettata di Antonio.

La famiglia di Antonio ha sporto regolare denuncia alle ore 11.35 del 24 maggio presso il Commissariato P.S.di Frattamaggiore dichiarando, senza alcuna omissione e con dovizia di particolari, quella che è la loro vicenda.

La famiglia Furgiero è assistita da un pool di avvocati a cui è stato affiancato anche un avvocato incaricato dal magistrato di turno. Stamattina, all’ospedale di Giugliano, è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Antonio come da predisposizione del magistrato per l’avvio delle indagini. La famiglia di Antonio è stata rappresentata da un medico legale di parte che ha preso parte all’esame autoptico.

La salma di Antonio sarà trasportata domattina presso il cimitero di Melito dove alle ore 11.00 saranno celebrati i funerali.

Antonio lascia una moglie e due figli, tutti assolutamente determinati a fare chiarezza fino all’ultimo respiro per rendere giustizia a quest’uomo, probabile vittima di un caso di malasanità.

Foto dal web

Marianna Di Donna

 

 

 

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