Almeno 30 esemplari di tartarughe marine ferite o già morte, spiaggiate tra Licola e Castelvolturno
Una vera e propria emergenza è quella che si sta verificando sulle spiagge comprese tra Licola e Castelvolturno, scenario nell’ultimo mese di quella che potrebbe rappresentare una strage di tartarughe marine.
In questi giorni di calura estiva e di affollamento di bagnanti nelle zone tra Licola e Castelvolturno, la denuncia arriva proprio dai bagnanti che, loro malgrado, si sono ritrovati a riva degli esemplari di tartarughe marine in fin di vita, gravemente ferite o, in alcuni casi, già morte.
In queste ore è grande la mobilitazione dei volontari della Lipu, organizzazione che si occupa proprio del recupero, dell’assistenza medica e del reinserimento in natura, di animali selvatici marini e non.
L’intervento degli esperti sui luoghi del ritrovamento avrebbe fatto emergere un dato allarmante constatato dal fatto che alcuni esemplari pare avessero circa 20 anni di vita e, godendo di buona salute, avrebbero potuto nidificare nelle zone limitrofe alle coste. E’ cosa nota, infatti, la rarità al raggiungimento in buona salute di esemplari marini, in particolare tartarughe, di queste età.
Oggi, però, ci si interroga su quali possano essere i motivi di questa mattanza dal momento che, la causa più plausibile, potrebbe essere l’urto contro imbarcazioni in navigazione nei mari antistanti la costa e non lontano dalla riva.
Sembrerebbe, invero, più accreditata la pista delle reti utilizzate per la pesca a strascico. Questo particolare tipo di pesca viene praticato mediante l’utilizzo di reti messe in acqua per svariati tempi ma che, poi, vengono tirate, proprio trascinandole, con tutto ciò che vi è finito all’interno. Ricordiamo che tale tipo di pesca è vietato per legge perché deturperebbe, in alcuni casi definitivamente, l’intero ecosistema dei fondali.
Secondo gli esperti, infatti, il pericolo per le tartarughe è proprio quello di imbattersi in una rete, la quale creerebbe difficoltà all’animale di risalire ogni 40 minuti per respirare. La rete, di conseguenza, trascinata velocemente, impedirebbe all’animale di compensare, provocandogli un’embolia.
Sarebbero necessari maggiori controlli nell’area da parte della Guardia costiera dal momento che, l’area di Castelvolturno, è considerata il centro del Mediterraneo Occidentale e numerosamente popolata di tartarughe marine. Dunque attraverso dei controlli più capillari e frequenti si potrebbero evitare queste stragi di innocenti animali e la zona potrebbe acquisire un primato di eccellenza nel campo.
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Marianna Di Donna