Oltre 20mila studenti nella giornata di oggi hanno deciso di ricordare la strage di Capaci, attraverso cortei e recandosi presso l’Aula Bunker, luogo del processo a Cosa Nostra.
Era, infatti, il 23 maggio 1992 quando l’asfalto fu letteralmente sventrato da una bomba che causò la morte di Giovanni Falcone, sua moglie e tre uomini della sua scorta.
A distanza di molti anni, però, sono ancora molti i dubbi su quanto accaduto, nonostante la condanna di 23 mafiosi: ci sono figure che compaiono e scompaiono sullo sfondo del cratere, non si conosce ancora la tipologia dell’esplosivo, ci si domanda sulla veridicità della presenza di una donna sul luogo del delitto e, soprattutto, la ragione per cui Totò Riina non avrebbe fatto uccidere il giudice a Roma, dove girava spesso senza scorta.
Ad accendere ancora di più gli animi in questa giornata è stata la disertazione della seduta da parte del Presidente della Commissione Antimafia e del Governatore siciliano, i quali avrebbero affermato che si sta trasformando il ricordo di Falcone nella Festa di Rosalina e che oggi c’è troppo veleno per commemorare un evento simile.
“Bisogna rendersi conto che la mafia è un fenomeno terribilmente serio e grave, e che va combattuto non pretendendo l’eroismo di inermi cittadini, ma coinvolgendo nella lotta le forze migliori delle istituzioni.”
Laura Barbato