Presentare Stella Mikrouli, senza tralasciare alcuna sua performance e peculiarità, non è semplice: in quanto le esibizioni e gli Attestati non si contano.

La signora Mikrouli è: docente di Pianoforte; docente di canto lirico e moderno; docente di teoria musicale e solfeggio; pianista di vaglia e cantante concertista. Organizzatrice e coordinatrice dei saggi scolastici di fine anno. I suoi crediti formativi sono: Pedagogia Musicale; Tecnica di Arrangiamento e Trascrizione; Psicologia Della Musica; Canto Corale; Didattica Dell’Ascolto.

Non è facile, nemmeno, enunciare gli infiniti personaggi che ha interpretato; tra i quali: Euridice, in “Orfeo Ed Euridice” di C. W. Gluck; Dirindina, in “La Dirindina” di Domenico Scarlatti, e tanti altri di cui parleremo; e senza neanche riportare i numerosi Concerti e Recital cui ha partecipato, sia in Italia che in Grecia (ovviamente), così come in Spagna, e gli svariati MasterClass che ha presieduto.

Stella Mikrouli

Devo doverosamente sottolineare come, nonostante gli impegni professionali e famigliari, con squisitezza e gentilezza nonché classe ed eleganza innata, ha accettato di rispondermi.

E di questo la ringrazio.

Ecco quanto ci ha raccontato.

Signora Mikrouli, lei all’età di 19 anni si diploma in un dei più prestigiosi Conservatori di Atene, l’Ellinikon, in Pianoforte. Questo ci dice che ha iniziato ad accostarsi a questo strumento sin da piccola: è così?

Ho iniziato le lezioni di pianoforte ad Atene, all’età di 7 anni, con un’insegnante che mi ha trasmesso un grande amore per questo strumento. Già ero molto attratta dalle tastierine giocatolo, con le quali riuscivo a riprodurre le canzoni che ascoltavamo in famiglia, con tanta facilità. Quando ho compiuto 9 anni io, i miei genitori e mio fratello, ci siamo trasferiti a Creta, dove ho continuato i miei studi musicali alla sede del Conservatorio Ellinikon. Ma il Maestro con il quale mi sono diplomata si trovava a 70 km di distanza da Rethymnon, la città dove abitavamo. Si chiama Georgios Kaloutsis e lo ringrazio sempre. Ho imparato veramente tanto da lui.

Sempre dalle sue note leggo che poi si trasferisce in Italia. Perché fa questa scelta?

Per approfondire lo studio del canto lirico. La passione per il canto è nata grazie al mio Maestro del coro, Yannis Mentzelopoulos. Fu lui a chiamare i miei genitori e ad insistere che io approfondissi lo studio del canto. Ha detto che sentiva una voce importante che doveva assolutamente essere educata per cantare da solista. I miei genitori non avevano idea della mia voce. Mentre nelle prove col coro cantavo proprio di gusto, a casa non cantavo mai. Mi vergognavo. Quindi devo dire che è stata proprio una sorpresa per loro. Nonostante ciò hanno sentito le parole del maestro e mi hanno sostenuto tantissimo, anche se sono completamente fuori dal campo. Sono dentisti e, seppur amanti della musica, non hanno mai studiato uno strumento. Si sono messi a cercare un maestro di canto lirico, cosa non facile all’epoca a Creta. Hanno trovato l’unica maestra dell’isola, a Heraklion, la capitale di Creta che si trovava 85 km di distanza da dove abitavamo. Sa che Creta è lunga e stretta. Noi abitavamo nel mezzo. A Chania (a 70km a ovest) si trovava il mio maestro di pianoforte e a Heraklion (a 85 km a est) la maestra di canto. Per fortuna Teoria e Solfeggio, storia della musica e il resto delle materie complementari potevo studiarle vicino casa. Dopo questi studi iniziali di canto, volendo approfondire e cercando una seconda opinione, mio padre ha chiesto il parere di un amico cantante lirico di Atene. Fu lui a consigliarmi di venire in Italia, la patria dell’Opera Lirica. Così subito dopo essermi diplomata in Pianoforte all’età di 19 anni, sono andata all’Università degli stranieri a Perugia per imparare la lingua e potere successivamente cominciare ad esplorare il mondo del belcanto italiano.

Nel nostro Paese frequenta il “Benedetto Marcello” di Venezia dove consegue due diplomi. Quali?

Al Benedetto Marcello ho conseguito il diploma di canto, da privatista, sotto la guida della Maestra Elisabetta Tandura. Studiavo canto al Liceo Musicale Manzato. Invece ho conseguito il diploma di Pianoforte da interna al Conservatorio, sotto la guida della Maestra Anna Colonna Romano. Il diploma di pianoforte greco non è stato totalmente riconosciuto dal Conservatorio italiano, così ho dovuto frequentare gli ultimi anni del corso e rifare l’esame in Italia. Ho conseguito questi due diplomi a distanza di meno di un anno uno dall’altro, e devo dire che la preparazione è stata estremamente impegnativa per me. Ho dovuto preparare i diplomi poco dopo una grande tragedia avvenuta nella mia famiglia, la perdita di mio fratello di soli 20 anni. Una preparazione difficile sia per me che per le mie Maestre, che non finirò mai di ringraziare.

Si perfeziona seguendo importanti MasterClass Lirici e studia con Maestri di chiara fama. Ce ne presenta qualcuno/a?

Il MasterClass più bello in assoluto durante il quale ho imparato veramente tanto, fu all’isola della Palma, alle Canarie, tenuto dal soprano Lucia Mazzaria con la collaborazione del pianista Alessandro Pierfederici, entrambi artisti di fama internazionale. Lavorare con loro mi ha aiutato a solidificare la tecnica vocale, approfondire l’interpretazione di un personaggio e acquisire ulteriore sicurezza durante l’esecuzione. Tutto questo nell’ambito di una natura splendida e compagni di corso simpaticissimi. Finito il MasterClass, ho continuato a studiare per un lungo periodo con Lucia Mazzaria e Alessandro Pierfederici in Italia e grazie a loro e all’Associazione Musicaemozioni della quale il Maestro Pierfederici è Presidente, ho potuto esibirmi in numerosi concerti ed acquisire ulteriore esperienza e solidità vocale e interpretativa. Altri maestri importanti che vorrei nominare sono Claude Thiolas per la tecnica vocale ed Enza Ferrari per l’interpretazione del repertorio italiano e la lettura e studio approfondito dello spartito. La maestra Ferrari è stata la mia “guida” per tanto tempo a partire dal mio arrivo in Italia ed ho imparato veramente molto da lei.

Ha un ricordo particolare di qualcuno/a di loro? E quali gli insegnamenti che ha appreso da questi Maestri?

Mi ricordo la mia audizione col soprano Lucia Mazzaria. Ho portato un’aria di Liu dalla Turandot di Giacomo Puccini, un ruolo che il celebre soprano ha cantato nei più importanti teatri del mondo. Appena ho sentito l’accordo iniziale al pianoforte, ho pensato: “Ma cosa sto facendo? Sto cantando: “Tu che di gel sei cinta” di fronte ad una delle migliori esecutrici del mondo di quest’ aria!?” Mi sono innervosita e ad un certo punto mi sono fermata, mostrando subito uno dei punti deboli della mia tecnica vocale attuale: I fiati corti durante situazioni di nervosismo e agitazione. La Maestra ha capito subito. In realtà credo avesse capito anche prima di sentirmi cantare grazie al suo istinto e la sua grandissima esperienza. Mi ha fatto subito sentire a mio agio sdrammatizzando l’accaduto, raccontandomi un episodio comico successo in scena durante la sua carriera. Abbiamo lavorato tanto sulla respirazione nel canto e non solo. Un cantante trova sempre delle cose da risolvere e da migliorare, non si finisce mai di studiare. Sono infiniti gli insegnamenti che ho preso dai miei Maestri. Qualcuno l’ho già accennato e qualcuno viene fuori tutt’ora. Ci sono dei momenti che riprendo in mano una cosa che avevo studiato anni fa e penso: “Ah, ecco cosa voleva dirmi la Maestra o il Maestro quando ho studiato in passato questa parte”. Mi è capitato per esempio, nel ruolo di Lucy nel Telefono di Menotti e in Rita di Donizetti, di ricordarmi i vecchi insegnamenti di Elisabetta Tandura ed Enza Ferrari e riuscire ad applicarli in maniera più consapevole e matura. Sto usando moltissimo anche gli insegnamenti dei miei maestri pianisti, sia per suonare che per insegnare pianoforte. Anna Colonna Romano è stata una figura molto importante per il mio percorso musicale. Infatti non mi pento per niente di aver dovuto rifare il diploma di Pianoforte in Italia. Ho solo imparato e guadagnato da questa esperienza.

Nel 2005 riceve la borsa di studio intitolata al Tenore Mario Ortica. Un notevole riconoscimento…

La borsa di studio Mario Ortica è stata un vero onore per me e una piacevole sorpresa, in quanto non ne sapevo niente prima di riceverla e non me l’aspettavo minimamente. Mi è stata consegnata alla fine di un concerto al teatro Eden di Treviso dalla famiglia di Giuseppe Ortica per sostenere i miei studi di canto in Italia, al Liceo Musicale “Francesco Manzato”.

Poi se ne va in giro per il mondo per numerosissimi concerti lirici, e nelle Isole Canarie ottiene il primo premio: Voces Del Mundo. Un altro notevole traguardo…

Il premio Voces Del Mundo l’ho ottenuto alle Canarie, dopo il MasterClass con Lucia Mazzaria e Alessandro Pierfederici. Sono stata votata come la migliore interprete al concerto finale, e questo riconoscimento mi ha portato a tornare all’isola de La Palma il Natale del 2010 e cantare al Teatro Chico Municipal, il bellissimo teatro della città di Santa Cruz.

Lei nasce in quella che giustamente viene riconosciuta come la culla della civiltà occidentale ma che ultimamente ha attraversato, nonostante gli evidenti segnali di ripresa, un travagliato momento storico, politico ed economico. Qual è la situazione attuale?

La situazione non è molto diversa da quella che stanno attraversando attualmente molti paesi nel mondo. Il problema della Grecia è che appena ha cominciato ad intravedere un raggio di luce dopo la crisi economica, politica e sociale è arrivata questa pandemia che l’ha riportata a fare molti passi indietro. Essendo poi un paese che vive prevalentemente di turismo, la limitazione degli spostamenti l’ha colpita particolarmente. Non parliamo del mondo artistico-culturale che sta attraversando il momento più difficile in assoluto degli ultimi anni. Quando mai sono stati tagliati in modo simile i concerti e le rappresentazioni? Gli artisti hanno sempre avuto uno spazio per esprimersi e hanno potuto dare forza, coraggio e arricchire la cultura anche durante momenti storicamente difficili. Questa chiusura ha portato delle enormi difficoltà al mondo dell’arte e dello spettacolo e anche agli spettatori che non hanno potuto seguire nessun tipo di rappresentazione, se non da casa, tramite uno schermo. Ma questa è una situazione che ovviamente non riguarda solo la Grecia.

Ritorna spesso?

Torno a Creta una o due volte all’anno per passare del tempo con i miei genitori e i cari amici e godere il meraviglioso mare, il clima e la natura dell’isola.

Dicevamo che giovanissima si diploma in Pianoforte. Come nasce questa passione per la musica colta, e per lo strumento in particolare?

Sono stata io a chiedere ai miei genitori di cominciare le lezioni di pianoforte. Mi piaceva proprio il suono e mi sperimentavo già con le tastierine giocatolo che avevamo in casa. Dopo neanche un mese di lezione, la maestra ha detto ai miei genitori che potrebbero tranquillamente comprare un pianoforte perché, secondo lei, avrei continuato con lo studio. La passione è aumentata quando ci hanno portato a casa il pianoforte verticale acustico, nuovo. Era stupendo, lucido, di colore bordeaux. Ero molto fortunata ad avere già un pianoforte vero a casa dopo neanche un mese di studio. Mia mamma racconta che si era meravigliata perché scappavo dal gioco con gli amici per venire su in casa e strimpellare il mio pianoforte. Dopo che avevo preso la mia ‘dose’ di suono, tornavo a giocare, per poi ripetere la stessa cosa più volte durante la giornata.

Tra le innumerevoli sue interpretazioni alcune di esse, quali Pepita Jiménez, scritta dallo spagnolo Isaac Albéniz e dove lei è Pepita e Il Telefono (L’Amour A Trois), di Gian Carlo Menotti, dove lei è Lucy, sono opere “comiche” che hanno la durata di un solo atto. Come cambia, se cambia, la preparazione vocale quando si affrontano opere in un atto unico a differenza di quando ci si deve esibire su più “lunghe distanze”?

Pepita Jimenez e Il Telefono di Menotti, pur appartenendo alla stessa categoria dell’ opera comica, sono molto diverse tra loro per quello che riguarda lo stile, il peso vocale e l’interpretazione. È pur vero che Pepita Jimenez fu scritta inizialmente in un atto ma non fu ben accolta dal pubblico in questa sua prima forma. Albeniz non pubblicò mai questa versione e decise di rivedere la partitura. L’opera è stata successivamente adattata più volte ed io ho cantato la versione del 1896, ampliata in due atti. Ha sei personaggi, il coro e dura più di un’ora e mezza; mentre Il Telefono di Menotti ha due personaggi e dura solo 30 minuti. Necessitano entrambe comunque una buona preparazione vocale, tante prove sceniche e una buona concentrazione perché sono difficilissime da memorizzare. Sicuramente più personaggi ci sono in un’opera, più bisogna provare. Infatti, a Madrid ho alloggiato più di un mese per le prove di Pepita Jimenez. Una città che adoro e che mi piacerebbe molto tornarci.

Ed ancora: è la pastorella Bastiana, in Bastiano E Bastiana, di W. A. Mozart; la zingara Carmen, nell’opera omonima di Georges Bizet; Rita, la proprietaria di una locanda svizzera, proprio in Rita di Gaetano Donizetti. Solo per riportarne alcune. Poi si specializza nel repertorio verdiano. Com’è che si accosta alle opere del Cigno di Busseto?

Già la maestra Elisabetta Tandura aveva sentito qualcosa di “verdiano” nella mia voce e mi aveva fatto studiare Arie di G. Verdi. Infatti al mio diploma una delle Arie che ho presentato era tratta dall’opera Giovanna D’Arco. Ma la vera avventura con le arie Verdiane l’ho avuta con le rappresentazioni dell’Associazione Musicaemozioni e la preparazione vocale ed interpretativa di Lucia Mazzaria e Alessandro Pierfederici. Ho eseguito molte volte Arie di Verdi, con una particolare preferenza per le sue prime opere e con questo bagaglio ho potuto portare il repertorio Verdiano in un recital in Italia; tre recital e ulteriori concerti in Grecia.

Mi permetta di cambiare… ritmo. I miei gusti musicali mi portano a riascoltare, anche a distanza di anni, gli Aphrodite’ Child, del mitico frontman DemisRoussos, senza dimenticare gli altri, come Vangelis; il genio MikisTheodorakis, e le confesso che posseggo alcuni Compact Disc dell’immensa Haris Alexiou. Ma lei che musica ascolta?

Mi piacciono tutti quelli che ha appena accennato. Aggiungerei sicuramente: Hatzidakis, la voce di Eleni Vitali, Sabina Giannatou il rock greco di Pavlos Sidiropoulos, Malamas, Alkinos Ioannidis, Marina Satti. Tra i gruppi Tripes, Xylina Spathia, il genere Rempetiko. Non finirei però a nominare musicisti. Sono cresciuta ascoltando Beatles ed Elvis Presley in quanto erano i preferiti di mio papà ed io ho un particolare amore per il rock e il blues. Mi piace anche la musica elettronica di Moby, Prodigy , Chemical Brothers, Thievery Corporation, Massive Attack. Ascolto comunque volentieri tutti i tipi di musica perché credo che in tutti i generi ci sono interpretazioni interessanti da scoprire. Per quello che riguarda la musica classica, anche lì non ci sono particolari limiti e devo dire che vado proprio a periodi. Ora sto attraversando per l’ennesima volta il periodo Mozart. Avrò sentito mille volte l’ouverture da Le Nozze Di Figaro, anche perché piace moltissimo a mio figlio di 4 anni. Ascolto molto le voci liriche del passato e il mio pianista preferito è Grigory Sokolof.

Qual è, a suo avviso, il Direttore D’Orchestra più carismatico con cui ha lavorato?

Tutte le collaborazioni che ho avuto sono state interessanti, ho sempre imparato molto dalla collaborazione con i Direttori e i colleghi musicisti, e non mi sentirei di distinguerne uno in particolare. Forse una piccola eccezione la farei per Stathis Soulis, che ho conosciuto durante la preparazione di un concerto all’isola di Zante, in Grecia. Lui riusciva a trasmettere musicalmente bene già da allora che stava ancora studiando direzione d’orchestra. Si percepiva un grande talento nonostante la sua giovane età. Ho lavorato molto bene anche con il Direttore Claudio Colmanet e i cameristi Veneti. Insieme abbiamo presentato tanti concerti, opere e operine in giro per l’Italia. Le ultime sono state Orfeo ed Euridice di Gluck, dove ho cantato il ruolo di Euridice e Dirindina di Domenico Scarlatti dove ho interpretato l’omonimo ruolo.

Quando è stata la prima volta che si è esibita di fronte ad un pubblico? Che sensazioni ha provato?

Ho cominciato a cantare qualche volta da solista durante le rappresentazioni con il coro “Chorus ‘87” sotto la direzione di Yannis Mentzelopoulos. Era una sensazione molto bella, mi sentivo al centro dell’attenzione di tutti ma nello stesso tempo mi sentivo “protetta” e sostenuta dal Coro. Quindi quella che sento io come prima esperienza di cantare di fronte ad un pubblico risale nel 2002 quando ho cantato il ruolo di Bastiana in Bastiano e Bastiana di W. A. Mozart, sotto la direzione di Pierangelo Conte. Lì mi ricordo che mi tremavano le gambe. Nonostante la bravura del direttore, dei musicisti dell’orchestra e dei colleghi cantanti che sono stati molto di aiuto, avevo una paura atroce. Mi sono divertita moltissimo invece dopo che ho rotto il ghiaccio, nella seconda rappresentazione. Ho sempre avuto paura prima di uscire a cantare. Di solito mi passano tutte le cose brutte che potrebbero succedere, tipo dimenticare le parole, sbagliare le note, non riuscire a cantare tecnicamente come vorrei. Una volta che sono uscita sulla scena ed ho cantato le prime due note, mi tranquillizzo e di solito provo delle sensazioni meravigliose ed uniche. Lì non sono più io ma il personaggio che sto interpretando. Per me il canto è il massimo dell’espressione dell’anima. È molto diretto. È liberazione.

Leggo, tra i suoi corsi di istruzione e formazione, tutti superati con il massimo dei voti, che si diploma in Didattica Dell’Ascolto: in che consiste questa “disciplina”?

Consiste nell’educare l’orecchio delle persone ad ascoltare una composizione musicale in maniera approfondita. In questo modo potranno riconoscere le sue principali caratteristiche, impareranno a distinguere lo stile, la struttura, il ritmo, il contesto storico e culturale, dando le proprie risposte immaginative e creative.

Altro suo credito è la Psicologia Della Musica. Di che si tratta precisamente?

La Psicologia della musica analizza quello che succede nella mente e nella psiche quando entriamo in relazione con una musica attraverso l’ascolto, la lettura di uno spartito o l’esecuzione di una composizione. Studia le dinamiche complesse fra il sistema visivo, uditivo e motorio nella lettura di uno spartito o nel suonare insieme ad altre persone e sottolinea l’importanza della presenza della musica già nei primi mesi di vita o addirittura quando il bimbo è ancora nel grembo materno.

Attualmente di che si occupa?

Insegno Pianoforte e canto a ragazzi e adulti, preparando una buona parte di loro ad ottenere le certificazioni musicali internazionali Trinity College. Per via delle limitazioni attuali i miei concerti sono bloccati ma spero di ricominciare appena possibile.

Tra i vari personaggi che ha interpretato quale l’ha entusiasmata di più?

La Rita di Donizetti. È un personaggio molto dinamico e divertente.

Progetti futuri?

Non ho dei progetti in questo periodo. Vista la situazione attuale, ho solo dei desideri. Il primo è che migliori la situazione con la pandemia e che non soffrano più le persone. Il secondo è che i ragazzi non smettano di esprimersi e di comunicare. Dobbiamo aiutare i ragazzi in questo periodo a riacquisire positività e forza. Sono il futuro di tutti. Se loro si perdono, siamo finiti.

Come si vive a Treviso?

Treviso è una città bellissima che potrebbe avere un’atmosfera magica se la gente fosse un po’ più rilassata, meno preoccupata per le cose organizzative di tutti i giorni. Mi piacerebbe se ci fossero più rappresentazioni artistiche e culturali. È una città che è cambiata molto negli ultimi anni. Me la ricordo più viva, sopratutto nel centro storico. Non nascondo che mi manca il mio paese per il calore della gente, il clima e il mare, ma il fatto di convivere con il mio compagno, anche lui greco e artista, con il quale si crea spesso una bella collaborazione artisticamente parlando, rende la vita di tutti i giorni interessante e creativa. Treviso va molto bene comunque per lavorare e studiare e si trova in un punto strategico, da dove ci si può spostare facilmente in macchina per andare in montagna, al mare, o raggiungere altri paesi in poche ore di guida.

Styliani Mikrouli: Ταλέντο Eλληνικό

Stella Mikrouli

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