Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui.

Riporto questo aforisma, valido naturalmente anche per il genere femminile, di Ezra Pound per rimarcare come tanti giovani/e che sto incontrando versano ogni giorno sudore e lacrime, si sacrificano per coronare i loro sogni e lottano per veder riconosciuta la loro valenza.

Alcuni sono talenti naturali, altri hanno enormi potenzialità ma tutti necessitano di essere plasmati ed indirizzati nel migliore dei modi possibile, e tutti sono accomunati da un sottile ma ben percettibile comune denominatore: la Passione.

Oggi,che artisti e luminari sovrabbondano in ogni settore e l’epocale bancarotta intellettuale e morale ci ha portati a una deriva esistenziale, è molto più facile ritagliarsi il proprio spazio e mettersi in mostra in una vetrina globale, giacché i vastissimi canali mediatici consentono a chiunque il quarto d’ora di celebrità. Salvo poi essere obnubilati già un quarto d’ora prima.

Ma il contraltare della reclamata visibilità ha il suo risvolto: non si riesce più a distinguere il veramente bravo dal pataccaro di turno.

Basta aver lavato i piatti per una settimana in una taverna che subito sei osannato come lo Chef pluristellato e conteso da tutte le reti televisive, dove potrai acclarare, con smisurata enfasi e mal celata prosopopea che: se in natura esiste la cozza, da qualche parte dovrà pur esserci stato il cozzo; che se in un ristorante ordini una spigola al cartoccio, sicuramente, nell’adiacente acquario, ci sarà uno spigolo che starà versando calde lacrime. E diamogli pure un congruo Cachet.

È sufficiente aver suonato i citofoni di tutto il condominio per una sola legislatura e far notare, dopo approfondite indagini ed una accurata autopsia, che quel Bemolle ad un attento ascolto è risultato un po’ duretto, per divenire il critico musicale più temuto del Pianeta. E prendiamoci pure noi un bel cachet, ma non senza avergli spedito, per via telepatica, qualche Diesis sacramentato!

Ma il Tempo che, talvolta a torto, viene chiamato in causa come sinonimo di galantuomo, rimetterà il giusto ordine nel guazzabuglio artistico/culturale che stiamo vivendo.

Mi reco, con un paio di giorni d’anticipo, a Trieste dove mi attende Sibilla Serafini per un’intervista. Qualcuno potrebbe pensare: ma come, per due chiacchiere ti sobbarchi oltre mille chilometri a piedi? In realtà, ci sono andato anche per un mio desiderio da sempre recondito: voglio vedere lo splendido Castello di Miramare, celebrato con la maestria di un Rembrandt dal Carducci, e soprattutto la Bora.

Ho chiesto in giro quando sarebbe passata, e c’è stato chi mi ha guardato schifato; una anziana signora, scuotendo la canuta testa, mi ha chiesto come mai andassi in giro senza la camicia. A questo punto, considerato che il pediatra mi ha categoricamente proibito ogni sforzo intellettivo, lascio perdere e mi rassegno.

L’appuntamento è fissato al Caffè Degli Specchi.

Ecco arrivare la mia interlocutrice.

Sibilla Serafini ha collaborato per un lungo periodo con le formazioni corali più importanti della sua città, tra cui i cori “Cappella Tergestina” e “Cappella Civica”, ed ha già al proprio attivo numerosi concerti in Italia e all’Estero, tra cui due tournée nel 2010 e 2011 nei teatri principali di La Palma (Isole Canarie).

Nel 2012 tiene un concerto nella suggestiva Sala Grande della Prefettura di Trieste, alla presenza di alte autorità, e nel Novembre dello stesso anno debutta, in qualità di Contralto Solista nel “Requiem in Re minore (KV 626)” di W. A. Mozart nel Duomo di Sant’Ignazio a Gorizia, in memoria di tutti i caduti dell’Arma dei Carabinieri; concerto replicato nella chiesa di Santa Caterina da Siena a Trieste, la notte tra il 4 e il 5 dicembre (anniversario della morte del genio di Salisburgo).

Nel Maggio del2014 è all’Oratorio di Santa Cecilia di Bologna per il ciclo “Biblische Lieder op. 99” di AntoninDvořák.

Successivamente partecipa al concorso “Cav. Davide Vignolo”, dove si concretizzerà una rilevante svolta professionale, grazie all’Opera Classica Europea.

Ma cerchiamo di conoscerla meglio.

Sgombro la mente dalla nebbia che avvolge la mia scatola cranica e passo alle domande.

Nel 2009 ti laurei, alla Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Trieste, in Tecniche Erboristiche. Di che si tratta nello specifico?

Tecniche Erboristiche è un corso di laurea della facoltà di farmacia, che si basa sullo studio delle proprietà chimiche delle piante cosiddette officinali sul corpo ed i metodi di preparazione (tisane, decotti, sciroppi,etc).

Quali sono gli sbocchi lavorativi?

Gli sbocchi lavorativi sono lavorare principalmente in erboristerie, o reparti erboristici di parafarmacia o farmacia, dove si consiglia e si possono trovare gli integratori e cosmetici naturali o si preparano miscele per tisane.

Ti avvicini, in giovane età, al mondo della Lirica. Qual è stata l’attrattiva?

In famiglia si ascolta molta musica classica , soprattutto la mamma è una grande appassionata di teatro e fin da bambina mi portava a vedere le operette che venivano allestite al Teatro Verdi di Trieste. Siccome mi piaceva sempre cantare ho iniziato a frequentare il coro di voci bianche “I Piccoli Cantori della Città di Trieste”, dove venivano anche affidate le parti di bambini nelle Opere allestite al Teatro Verdi. È lì che ho iniziato ad appassionarmi ancora di più.

La tua prima Maestra è stata Maria Susovsky, colei che agli inizi degli anni ’90 ha fondato l’accademia di Musica e Canto Corale di Trieste. Che ricordo hai di questo primo approccio con una grande della Musica?

Maria Susovsky è, e lo sarà sempre,per molti di noi una Maestra non solo di musica, perché ci ha insegnato a leggere la musica ed ad apprezzarla, ma era anche una bravissima educatrice. Lei sapeva ottenere con dolcezza la disciplina e il massimo del risultato da un coro di cinquanta ragazzi dagli 11 ai 16 anni, nel massimo della loro esuberanza. La maggior parte di noi poi hanno intrapreso lo studio di uno strumento o del canto. È una donna straordinaria, e alcuni mesi fa ha ricevuto il meritatissimo titolo onorifico di Cavaliere dal Presidente della Repubblica.

Subito dopo partecipi ad alcune produzioni operistiche e lirico/sinfoniche del Teatro Lirico Giuseppe Verdi, di Trieste. L’attimo in cui hai varcato la soglia di uno dei templi della musica mondiale, che sensazione hai provato?

È stata un’emozione che non posso descrivere: avevo 12 anni, ero uno dei chierichetti del primo atto in Tosca; non mi sembrava vero che entravo dal lato “Artisti” e non dalla solita porta principale per andare in platea, mi sentivo una Diva. Inoltre la prospettiva dal palcoscenico faceva apparire il teatro ancora più grande di quello che in realtà era;le persone venivano a vedermi, soprattutto i miei genitori, era emozionantissimo.

Hai fatto parte, per molto tempo, di alcune tra le più importanti formazioni corali della tua città. Mi dici quali erano?

Dopo i “Piccoli Cantori” ho cantato per un breve periodo nel coro “Città Trieste” diretto da Cristina Semeraro, figlia del M° Maria Susovsky, con il quale ho partecipato a due Messe di Requiem e ad una produzione de “Le Nozze di Figaro” diretti dal M. Severino Zannerini. Poi per lungo tempo ho cantato con il coro “Cappella Tergestina” diretta dal M° Marco Podda. Con il M° Poddail repertorio corale era molto vario, da P.Luigi da Palestrina ai compositori contemporanei. Successivamente ho cantato per cinque anni con la “Cappella Civica”, diretta fino al 2014 dal M° Marco Sofianopulo, morto prematuramente. Il coro della “Cappella Civica”anima le messe domenicali della Cattedrale di S. Giusto, trasmesse in diretta dalla RAI regionale. Da alcuni anni, inoltre, collaboro con il Coro Ecclesiastico della Comunità Greco-Ortodossa Orientale diretto dal M° Ioanna Papaioannu.

Già pensavi, allora, che la tua vita sarebbe stata avvolta dal Bel Canto?

Ho pensato che la mia vita sarebbe stata il Bel Canto quando nel 2001, il Teatro Verdi ha messo in scena, con la collaborazione del Teatro Bolshoi di Mosca, il “Boris Godunov” di M. P. Musorgskij. Quest’opera, considerata una delle pietre miliari dell’opera russa, è composta da quattro atti, con un prologo e tantissimi personaggi. Il suo allestimento era qualcosa di talmente meraviglioso per me, che non ci sono parole per descriverlo. Vedendo le scenografie e i costumi così belli, e sentire voci così imponenti, mi hanno fatto sentire che era questa la strada che dovevo percorrere.

Il M° Severino Zannerini, Primo Violoncello,per Chiara Fama, alla Fondazione Teatro Giuseppe Verdi di Trieste Parlami di lui…

Il Maestro Zannerini è un Musicista con la “M” maiuscola. È stato un eccellente violoncellista, collaboratore per un lungo periodo dei Solisti Veneti.Suona inoltre la fisarmonica, la chitarra, il pianoforte, compone e dirige. È una persona estrosa ed ogni volta che lo incontro per strada sembra che il tempo per lui non passi mai, è sempre vulcanico e pieno di energie. Lui è l’unico (penso in tutto il mondo) a fare ogni anno la messa di Requiem di Mozart, esattamente la notte tra il 4 e il 5 Dicembre nell’ora in cui è morto lo stesso Mozart. A questa messa ho partecipato sia da corista che recentemente come Contralto Solista. Il Maestro Zannerini riesce a creare con la sua sensibilità artistica una notte magica, dove l’anima di Mozart è lì ad assaporare la sua meravigliosa musica.

Marco Podda, valente ed apprezzato compositore di musica contemporanea. Un tuo pensiero…

Marco Podda, apprezzato compositore e medico foniatra (riferimento di tanti cantanti), sempre all’avanguardia per creare spettacoli accattivanti e originali. Nella sua musica, a mio avviso, si sente il suo essere così intelligente e tormentato in una realtà artistica a volte poco al passo per le sue capacità.

Con Marco Sofianopulo, titolare di Lettura della Partitura al Conservatorio Giuseppe Tartini ed ideatore del Coro Polifonico di Trieste, chiudiamo la trilogia dei Maestri dai quali sei stata diretta agli inizi della tua carriera. Un altro grande…

Il Maestro Sofianopulo, purtroppo l’ho conosciuto quando era già ammalato gravemente. Era “Il Direttore”: sapeva il pregio di ognuno di noi e lo valorizzava per poter avere un Coro di altissimo livello.

Da alcuni anni sei allieva del Soprano Lucia Mazzaria e del pianista Alessandro Pierfederici. Come si è concretizzato questo incontro?

Lucia ed Alessandro li ho conosciuti grazie al M° Marco Podda,che mi aveva messo in contatto con loro per prendere delle lezioni di canto. È stato un incontro bellissimo:ho cantato la Serenata di Schubert e loro hanno valutato che potevo avere un potenziale e grazie a loro ho imparato a cantare e a muovere i primi passi nel mondo della musica lirica.

Altra figura di spicco è Bernadette Manca di Nissa, la quale si perfeziona al Mozarteum di Salisburgo, nella classe di Giulietta Simionato. Quali i suoi insegnamenti di cui far tesoro?

Sono andata dalla Bernardette poiché volevo approfondire i ruoli da en travesti, avendo lei un repertorio che si avvicina a quello che mi interessava affrontare. E grazie a queste lezioni ho potuto vedere meglio come affrontare le agilità e come perfezionare alcuni personaggi tipo il “Tancredi” e Orfeo nell’ “Orfeo ed Euridice” di Gluck.

Tu sei Contralto. Per i non addetti, mi semplifichi il “colore” di questo registro vocale?

Il Contralto è la voce più bassa della categoria delle voci femminili, infatti solitamente nell’Opera italiana le viene affidato il ruolo en travesti (vedi Orfeo in “Orfeo ed Euridice”, Tancredi di Rossini, Smethon in “Anna Bolena” o Maffio Orsini in “Lucrezia Borgia” di Donizetti) perché alcune volte le parti sono scritte con tonalità così bassa che sembra una voce maschile; oppure nel caso della “Cavalleria Rusticana” nel ruolo di Mamma Lucia,dove viene richiesto un colore più maturo.

Quando e dove è avvenuto il tuo debutto ufficiale?

Il debutto ufficiale è stato ad un concerto conclusivo di una Masterclass tenuta da Lucia ed Alessandro a La Palma (Isole Canarie), dove ho cantato il famoso“Plaisir D’Amour”. È stata una bella esperienza: il pubblico era caloroso, tipico degli spagnoli. Inoltre non avevano mai sentito un voce come la mia così bassa in un fisico minuto, e durante l’intervallo tra il primo e il secondo tempo si chiedevano chi era “quella bambina con la voce da uomo”.

Tra i tuoi numerosi concerti vorrei riviverne con te alcuni. Il concerto per beneficenza in collaborazione con l’UNICEF…

Era il mio secondo concerto con Musicaemozioni e ho cantato un duetto; ero emozionatissima perché c’erano diverse persone tra il pubblico.

Un altro, di non meno nobile causa, quello per i 150anni dell’Unita D’Italia…

Un concerto importantissimo poiché mi esibivo per le orecchie finissime del pubblico degli “Amici de La Scala di Milano”, i quali erano molto attenti alla mia esibizione. Comunque ho fatto la mia bella figura.

Ma, come dicevamo, ce ne sono tanti altri. Quale ricordi con maggior intensità e partecipazione?

Di concerti intensi ne ho diversi da raccontare, ma il più intenso in assoluto è stato quello dedicato a R. Strauss nel 2014 sempre con Musicaemozioni. La musica di Strauss è bellissima, sa evocare bene i paesaggi, ma è molto difficile da interpretare: bisogna veramente studiarlo a fondo per capirlo e farsi cullare completamente dalle sue melodie. Il culmine di intensità di questo concerto è stato quando ho cantato  “Morgen”. Non appena Alessandro Pierfederici ha iniziato a mettere le mani sulla tastiera del pianoforte, mi è parso di vedere una bellissima luce che si spandeva e illuminava una splendida spiaggia di sabbia bianca e il mare cristallino che luccicava calmo: e quando ho iniziato a cantare, ero distesa su questa spiaggia ed ero in pace con il mondo. Non ho mai provato un’emozione così!

Ascolti anche altri generi musicali?

Assolutamente sì, adoro il Jazz e la Bossanova. Mi piace la musica pop e rock anni ‘70 – ‘80 perché mi ricorda la mia infanzia quando andavo in montagna e durante il viaggio si ascoltavano Elton John e i Dire Straits.

Una carriera, la tua, che si va oltremodo impreziosendo ed arricchendo. Nel 2014 sei la cameriera di Leonora. La suggestiva location è l’abbazia cistercense di KloserEberbach; l’associazione che la propone è la tedesca: “Opera Classica Europa”. Un binomio di gran classe. Come ti sei avvicinata al ruolo di Curra?

Mi sono documentata bene leggendo tutto il libretto e studiando soprattutto sia musicalmente che scenicamente cosa stesse succedendo nel primo atto dove io entravo e poi in base alle indicazioni registiche ho cercato di inserirmi al meglio.

Altra incantevole cornice è Il Castello di Haut-Buc. In questo invidiabile posto, situato nel più grande parco di Versailles e sempre a testimonianza della grandeur del nostro Giuseppe Verdi, sei la sorella di Sparafucile: Maddalena. Ruolo interpretato per la prima volta da Anna Maria (Annetta) Casaloni. Nonostante l’esperienza, si avverte il peso del paragone?

Beh, la Annetta era una Signora cantante e non è stato facile immaginare come potevo avvicinarmi al suo gusto scenico ed interpretativo, per seguire l’idea che aveva Verdi del personaggio. In ogni modo grazie ad un master che avevo seguito anni prima su Rigoletto e altre opere tratte dai drammi di Victor Hugo ho potuto dare la mia interpretazione apprezzatissima.

Con MusicaEmozioni sei stata Orfeo, prima all’Oratorio di S. Cecilia nella città felsinea, poi a Trieste. Che effetto ti fa esibirti nella tua città?

Secondo me cantare nella propria città è la cosa più emozionante e faticosa poiché il pubblico ti conosce e tu ci tieni a fare la tua migliore figura. E come se dovessi metterti più in mostra e giocare tutte le tue carte.

C’è qualche personaggio che interpreti con maggiore trasporto?

Il personaggio che mi sento cucito addosso è Charlotte del “Werther”, perché rispecchia la mia essenza come Donna forte ma fragile allo stesso tempo, che vuole essere salvata ma che le piace essere crocerossina, che ama ricevere lettere d’amore e si strugge per gli amori impossibili.

Nelle tue note leggo dell’Associazione Alma Musica Quattro33, con la quale hai replicato Orfeo E Euridice alPalazzo Bomben, della Fondazione Benetton di Treviso,per il progetto “Musica Antica In Casa Cozzi”. Mi dici qualcos’altro sia sull’Associazione che su questo lodevole progetto?

L’Associazione Alma Musica Quattro33 si occupa di promuovere musica antica/barocca ad altissimi livelli;il promotore degli eventi organizzati è il bravissimo musicista Stefano Trevisi, il quale è venuto a conoscenza dell’ “Orfeo ed Euridice” già organizzato da Musicaemozioni e ci ha proposto di riproporlo nell’Auditorium del Palazzo Bomben ed è stato accettato da me e dagli altri soci di Musicaemozioni con entusiasmo.

Il duemilasedici ti ritrova nella Sala Vivaldi del Conservatorio Tomadini di Udine, per lo Stabat Mater di G. B. Pergolesi,arrangiato per ensemble di sassofoni dal M° Bruno De Caro. Altro “debutto” di notevole spessore…

È stato un progetto molto originale. Il Maestro Bruno De Caro collabora con il Maestro Fabrizio Paoletti, insegnate di sassofono al Conservatorio Tomadini di Udine, il quale ha creato questo ensemble di sassofoni affinché i suoi allievi possano fare pratica dello strumento. E grazie alle capacità compositive del Maestro De Caro abbiamo messo su questo Stabat Mater di Pergolesi.

L’anno scorso le “TroisMelodies” e “Trois Chansons De France” per l’omaggio a ClaudeDebussy, in occasione del centenario dalla morte del compositore presso la Sala Primo Rovis a Trieste. Raccontami com’è andata…

Questo spettacolo è stato creato dalla sottoscritta con la collaborazione di Musicaemozioni e l’Associazione Prosenectute di Trieste. Oltre ad aver cantato, ho anche scritto lo spettacolo, raccontando la storia di Debussy e per facilitare l’ascolto al pubblico di questa musica per alcuni sconosciuta, ho fatto proiettare dei quadri di artisti impressionisti vissuti nel periodo di Debussy. L’idea è piaciuta e le persone sono uscite dalla Sala contentissime dell’iniziativa svoltasi.

Mentre da poco sei rientrata dalla Polonia. Parlami di questa bella esperienza.

Esperienza stupenda che spero si ripeterà. A parte un’ accoglienza che non mi sarei mai immaginata. Le persone amano la musica e apprezzano il tuo lavoro. La gente si è alzata in piedi ad applaudire; a fine concerto mi hanno riempito di mazzi di fiori, ero mezz’ora a fare le foto con i “fans” che mi hanno anche chiesto l’autografo. Mi è sembrato di essere in un sogno!

Osservato da spettatore, il mondo della Lirica e della Musica Classica sembra una favola: costumi di scena a dir poco favolosi; coreografie fantasmagoriche; orchestrali vestiti di tutto punto; signori in frac e signore ingioiellate affollano i Foyer; disquisiscono, negli intervalli, da perfetti intenditori e non lesinano frecciatine e punzecchiature come nemmeno i soloni della critica si azzardano più a scrivere. Sembra una élite che ancora fa fatica, ma che forse neanche lo vuole secondo me, ad avvicinarsi ad un pubblico meno recettivo, e “plebeo” per certe frequenze. Un tuo pensiero su questa mia considerazione e su ciò che si potrebbe e dovrebbe fare per arrivare al cuore di tutti?

Penso che il mondo dell’Opera lirica con ancora tutti i suoi fronzoli stia scomparendo, perché questa visione molto da élite con gente che va in teatro in frac e pelliccia e che oggi sempre di più ostenta di sapere se l’intervallo di terza era intonato meno, sia vecchia. Il Teatro visto così sembra una cosa finta e lontana dalla vita di oggi. Inoltre la musica classica la conoscono ben pochi, per mancanza di quell’educazione musicale che una volta veniva trasmessa in famiglia e a scuola. I media non aiutano le nuove generazioni ad approcciarsi correttamente.Secondo me, affinché il Teatro o la Musica Classica abbiano nuovamente più audience, ci dovrebbe essere un approccio più accattivante senza cadute di stile (vedi allestimenti moderni strampalati) ma presentare l’opera diversamente. Ad esempio fare uno spettacolo in cui viene alternata la recitazione e la musica, in modo da raccontare quell’opera e così si incuriosisce anche quella parte di pubblica non preparata. Comunque negli ultimi anni, si stanno facendo campagne di sensibilizzazione dell’ascolto dell’Opera nelle scuole; certi insegnanti delle scuole medie e superiori portano gli allievi a teatro. Quindi sono positiva nell’augurarmi che i teatri possano riuscire a fare i Sold Outancora, sempre che gli addetti ai lavori possano cambiare approccio nella presentazione degli allestimenti.

Tra non molto dovrebbe essere Primavera. Quali sono i tuoi programmi a breve e lungo termine?

La primavera mi vedrà assieme alla mia amica Soprano Sarah Pelliccione, prima il 14 Aprile saremo nuovamente protagoniste per lo Stabat Mater di Pergolesi a Trieste dirette dal Maestro Riccardo Cossi, organista ufficiale presso la Cattedrale di San Giusto a Trieste, e il 5 Maggio a Genova per “Orfeo ed Euridice” assieme all’eccellete oboista Marco Bernini.

C’è qualcuno/a che vuoi ringraziare pubblicamente?

Vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuto in questo impegnativo ed affascinante percorso. Prima di tutto la mia meravigliosa mamma che oltre a sostenermi moralmente e sempre pronta a spronarmi a dare il meglio.

Inoltre ai maestri Lucia Mazzaria e Alessandro Pierfederici per gli insegnamenti e per avermi accompagnato nei miei primi passi nella lirica.

Cresciuta ascoltando l’eclettico Sir Elton e con lo stratosferico Mark, che hanno accompagnato il suo (musicale) percorso giovanile, il ritratto, fino ad oggi, di una grande Artista

Mentre io ringrazio, come sempre, Lucia Mazzaria la quale con orgoglio di maestra, e madre al contempo, può ben dire: Haec Ornamenta Mea.

Di sicuro non ritornerò mai più a Trieste.

filippodinardo@libero.it

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