Parleremo di un’attrice e cantante italo-tedesca, lanciata sul palcoscenico del cinema internazionale negli Stati Uniti, a Los Angeles, e di cui sta per uscire sugli schermi americani (e presto a Berlino) il suo secondo film, “The Enemy Within”, di cui è protagonista e produttrice.
Stiamo parlando di un mix etnico d’eccezione: padre pugliese, madre rumena: un’artista internazionale con un cuore tricolore.
Molte notizie su di lei si trovano in rete: ma di cinema e molto altro ci occuperemo in questa esaustiva intervista che Romina, con immensa gentilezza e disponibilità, mi ha concesso.
Ecco di cosa si è parlato.
Sei in un locale insieme ai genitori ed improvvisamente entra, nella tua giovane vita, un pezzo da novanta della Warner Bros: Kurt Silberschneider, da qui inizia la tua escalation artistica. Sembra la trama di una favola. Davvero comincia tutto in questo modo?
Sì, mi ricordo. In pratica mi aveva scoperta Kurt Silberschneider, il direttore della Warner Bros tedesca. Allora io mi trovavo nell’albergo Intercontinental di Berlino con i miei genitori a fare colazione, e in quel periodo c’era il Festival di Berlino (Berlinale). Lui si presentò e mi disse che ho un volto molto cinematografico e interessante. Mi chiese, col permesso dei miei genitori, se potevo fare insieme a lui una foto per la stampa tedesca, dicendomi che con me aveva trovato un nuovo volto per il cinema Internazionale; io stavo per rifiutare, ero ancora minorenne e mi dedicavo molto allo sport. Il mondo dello spettacolo era ancora lontano dai miei pensieri, fino allora. Feci questa foto con lui e venne pubblicata in tanti giornali, sia quotidiani che giornali di gossip e settoriali. Da quel momento i giornalisti si occuparono di me, e per un bel po’ son stata molto presente nella stampa in Germania. Da qui, insomma, iniziò la mia curiosità anche per il mondo dello spettacolo. Fino ad allora ero una sportiva appassionata di fioretto. Con lo sport avevo acquisito tanta disciplina: mi allenavo sette volte la settimana. Praticamente facevo scherma, atletica e tennis, e sono diventata campionessa tedesca junior nel fioretto. Mi si erano aperte grandi chance nel settore sportivo, ma rinunciai. Sentivo dentro il mio cuore che la mia strada era un’altra, e così pian piano iniziai il mio nuovo percorso.
Recentemente è uscito Enemy Within, ultimo, in ordine cronologico, film della tua carriera. Sei la protagonista e, allo stesso tempo, produttrice. Ce lo presenti?
Sì, sono protagonista e produttrice esecutiva del film, e anche la colonna sonora è prodotta e composta da me, in collaborazione con i compositori Vivien Lee & Brandon Stone. Sono anche cantautrice delle canzoni. Presto uscirà il mio album Romina Di Lella: Enemy Within (la colonna sonora del film, per l’appunto).
Abbiamo girato la pellicola in formato digitale, in tre settimane a maggio del 2015, tra Los Angeles e il Messico. Il montaggio ci ha impegnati fino a dicembre e la post produzione è durata fino a giugno di quest’anno. Il 22 settembre ci sarà la prima ad Hollywood, nel Landmark Regent Theater.
Chapa è il regista anche di questa seconda pellicola, che vede fra gli altri l’attore colombiano Paulo Benedetti, interprete di successo nella serie televisiva Beautiful, William McNamara, attore texano conosciuto al pubblico italiano anche per il film di “Opera” di Dario Argento, e infine Eric Roberts, fratello di Julia, protagonista di numerose pellicole di successo quali “Lo Specialista” (con attori del calibro di Sylvester Stallone, Sharon Stone, James Woods e Rod Steiger) o “Il Cavaliere Oscuro”, film della fortunata saga di Batman, il “pipistrello” supereroe, tanto famoso.
Come vivi la doppia veste di attrice protagonista e Producer? Ci saranno sicuramente emozioni similari ma diverse?
Come attrice devo entrare nel ruolo e mettere da parte le mie opinioni private, in modo di interpretare al meglio il ruolo e capire la trama scritta nel copione e renderla vera. Come produttrice sono al cento per cento imprenditrice.
Come producer devo capire i problemi degli attori, creare la musica, avere soluzioni per ogni problema, durante e dopo la produzione. Compito di una produttrice è avere un piano per il budget del film e pensare ad ogni cosa per non mettere in pericolo il progetto. La maggior parte delle difficolta le ho incontrate durante le riprese proprio per i due diversi ruoli.
Facciamo un passo indietro. Leggevo che sei stata grande sportiva e, in special modo, un’ottima Fiorettista: ciò mi induce a pensare che la concentrazione che richiede questo sport, ti sia poi servita nell’ambito della recitazione. È così?
Sì, lo sport mi ha dato tantissimo, soprattutto la disciplina. Ero una sportiva che si era appassionata di fioretto. Con lo sport avevo acquisito disciplina: mi allenavo sette volte alla settimana, praticamente facevo scherma, atletica e tennis, e sono diventata campionessa junior tedesca nel fioretto. Mi si erano aperte grandi chance nel settore sportivo, ma rinunciai. Sentivo dentro il mio cuore che la mia strada era un’altra, e così pian piano iniziai il mio nuovo percorso.
Sono sicuramente ambiziosa e determinata; sono dei requisiti che credo necessari in questo settore, altrimenti rischi di mollare ben presto. Il nostro è un settore non privo di difficoltà, soprattutto di questi tempi.
Te lo chiedevo in quanto, visto che fai Teatro e Musical, mentre per un film si possono pure ripetere infiniti Ciak (non c’è più nemmeno il problema della pellicola che aveva i metri contati), e quindi la perfezione recitativa si può raggiungere con più riprese, nei Settori precedenti non ci può permettere un benché minimo calo di tensione. La spontaneità del Live è preferibile, a tuo avviso, alle infinite possibilità del set?
Sono due cose diverse. Recitare dal vivo ti dà tantissimo, avere un pubblico di fronte suscita forti emozioni. Occorre una buona base professionale, quindi mi e servito tanto il mio studio di musical dove ci sono tutte tre le discipline: recitazione, canto e ballo. Per quanto riguarda i film, se riesci ad azzeccare il ruolo al primo ciak è sempre meglio, perché non in tutte le produzioni si ha molto tempo a disposizione. Inoltre costa molti soldi. Noi abbiamo girato in tre settimane. Produrre cento minuti di pellicola richiede la massima concentrazione e professionalità del cast & crew, per poter girare così velocemente. Poi, secondo me, se riesci a essere spontanea come in teatro e avere il feeling che ti dà il palcoscenico, quel ciack diventa “vero” come in teatro. Poi a me piace lasciarmi andare con l’attore che ho di fronte. Se si è flessibili, nascono delle cose anche impreviste che possono essere molto speciali e che non sono scritte in un copione! Molto sta anche alla bravura del regista saper creare questi momenti.
Oggi la tecnologia permette riprese/scene una volta impensabili. Ti capita mai, guardando un film dei Maestri di un tempo che hanno contribuito a scrivere la Storia del Cinema, di pensare: ma come facevano questi, soprattutto i Neorealisti che talvolta ingaggiavano attori non professionisti, a tirar fuori dei capolavori immortali?
È proprio questo che intendevo dire prima. Il modo di lavorare di grandi maestri del cinema italiano, come De Sica, Comencini, Rossellini. L’importante e il messaggio che vuoi fare arrivare al pubblico. Questi maestri ci hanno messo l’anima e sono riusciti a far rivivere al grande pubblico forti emozioni. Spero tanto di poter in futuro lavorare con dei grandi maestri del cinema, anche in Italia.
Il fascino della sala cinematografica è indiscutibile; poltrone avvolgenti, magari ci si trova pure il 3D, una visione panoramica e il Dolby Surround, rendono il tutto fantasmagorico. Ma al Cinema bisogna andarci, mentre la televisione è in ogni casa: hai mai pensato di far qualcosa per il piccolo schermo?
Il cinema avrà per me sempre il suo fascino, e spero tanto che la gente continui sempre ad andarci. Certo che la tecnologia di oggi ti fa entrare in altre dimensioni e in un altro mondo, ma è stato sempre così.
Poi è chiaro che a me interessa raccontare delle storie, quindi m’interessa anche il piccolo schermo. Il mio obiettivo è il pubblico. Amo il mio lavoro come attrice, ma anche come produttrice, dietro le quinte. Mi piace vedere come nasce un progetto dall’inizio, per poi vederlo finito e presentarlo al grande pubblico. E spero di aver ancora la possibilità di farlo, trovando nuovi finanziatori per i miei film.
Considerata la tua ecletticità: hai mai preso in considerazione di passare dietro la macchina da presa?
Sì, ho già provato in questo mio ultimo film a girare la scena nel club. Non escludo di farlo nuovamente in futuro.
Ritorniamo ai nastri di partenza. Per diversi mesi la sofisticata creazione di Renzo Piano, il Potsdamer Platz, ti vede protagonista di uno show che registra uno strepitoso successo. Dai racconta.
È vero. Come dici tu è stata una grandissima esperienza, nonché una grande emozione durata sei mesi, per sei giorni alla settimana, calcando le scene del Teatro Potsdamer Platz, con un cast internazionale dalle qualità eccellenti. Ci siamo misurati con uno show del calibro del Cirque Du Soleil. Ero la protagonista principale in Libertè, dove recitavo, cantavo e ballavo.
A proposito: cosa pensano in famiglia di questa scelta?
I miei genitori hanno sempre creduto in me e mi hanno dato il loro supporto. Non è stato sempre facile. Ora sono molto orgogliosi e felici. Sono cresciuta in una famiglia molto unita e mio padre, da buon italiano, ha sempre provato a trasmettermi i valori più importanti della vita.
Poi un’altra tappa in una splendida location, qual è il celebre Centro Culturale Ufa Fabrik, per un tuo personale Recital. Di cosa si trattava?
“A Slight Accident” è una commedia divertentissima di James Saunders, dove io interpreto il ruolo di Penelope, la protagonista assoluta. Un ruolo di una donna frustrata e controversa che progetta, assieme alla sua miglior amica, di uccidere i rispettivi mariti. Succede che Penelope uccide invece il suo di marito, da lì una serie di intrecci si susseguono, ironizzando la triste vicenda. Quando, infatti, a distanza di qualche minuto, suona il campanello perché il marito aveva un appuntamento con l’idraulico, Penelope prende tempo prima di aprire la porta, e disperata cerca di trovare una soluzione su come nascondere il defunto marito arrotolandolo nel tappeto e mettendoci tanti cuscini sopra per mimetizzare il delittuoso fattaccio. Questo idraulico, invece di impegnarsi a sistemare il termosifone, inizia a fare mille domande su tutto: su dove si trovasse suo marito, e perché i cuscini erano messi così, ecc. ecc. Ma Penelope, nonostante la situazione, riuscirà a sviare tutte le sue domande impertinenti.
Conosciuta ed apprezzata all’estero. Ma in Italia ci hai mai lavorato?
Ho partecipato al film per la televisione come Il Bene Oscuro, per la regia di Ettore Pasculli. E sotto la regia di Franco Amurri: “Anna E Cinque”. Mi farebbe tanto piacere, come italiana, girare un film anche in Italia.
Ovviamente per una consacrazione internazionale non si può non passare per la Mecca del Cinema: gli Stati Uniti. Sono passati alcuni anni da quando sei traslocata in quel di Los Angeles. Com’è avvenuto questo contatto con la città degli Angeli?
Iniziò tutto quando venni scoperta dal regista Damian Chapa, durante il festival di Berlino nel 2013. Lo scorso anno è stata la volta di “Love, Hate & Security”, che mi ha vista per la prima volta protagonista femminile in una pellicola internazionale (fra gli attori c’erano Ralf Möller, protagonista fra gli altri film de “Il Re Scorpione” e “Il Gladiatore”, e Damian Chapa, attore e regista molto popolare nel Sud degli Stati Uniti e in Messico).
Un partner con cui girare un film?
Robert De Niro.
Un regista da cui farti dirigere?
Quentin Tarantino, Woody Allen, Martin Scorzese, Pieraccioni, Verdone…
Sei anche prossima a pubblicare un tuo Album. Puoi dirmi cosa andremo ad ascoltare in quanto a Sound e Liriche?
Ci ho messo l’anima dentro, il mio cuore e mi sono aperta totalmente.
È un mix di canzoni molto intense e coinvolgenti. Il testo è molto importante. Ho scritto tutti i testi e le musiche insieme a Vivien Lee. Canto in italiano, spagnolo e inglese. Il tutto dal vivo. Il disco è molto latino style, con canzoni romantiche, ma anche più “commerciali”. Insomma c’è di tutto. L’intera colonna sonora del film e il mio album sono stati composti a tre mani: Vivien Lee, Brandon Stone e Romina Di Lella. Ne è nato un bellissimo album al quale tengo moltissimo. Le musiche rispecchiano anche l’anima di Concetta, il personaggio che interpreto. Lei e in ricerca del vero amore, ma tutti vedono solo il suo corpo.
Toglimi una curiosità. Ho visto una tua foto recente, dove sei in compagnia di Sven Martinek; volto noto e benvoluto da molti italiani che ancora lo ricordano nei panni de Il Clown, seguitissima serie Tv in onda di pomeriggio su Rai2. C’è qualche idea che stai sviluppando?
Con Sven Martinek sicuramente lavoreremo in futuro ancora insieme. La chimica fra noi è quella giusta e siamo diventati anche molto amici. Lui interpreta nel mio film un bad guy e facciamo una scena insieme nel club dove io ballo come pole dancer: è molto piccante.
Sto sviluppando tante idee, però non le posso raccontare ancora nei dettagli. Sto pensando anche di fare un terzo film, ma siamo ancora all’inizio e quindi, per scaramanzia, meglio non parlarne.
Produttrice, Attrice, Fotomodella, Sportiva, Presentatrice, Cantante, Fotografa e tanto altro. Ma quante Anime ha la donna Romina Di Lella?
Sono una ragazza semplice a cui piace sognare e raggiungere i propri obiettivi con voglia di creare. Ma la cosa più importante per me rimane la mia famiglia.
Mi piace fare l’attrice perché si riesce ad entrare nella parte di diversi personaggi. Ma io sono sempre me stessa, con un cuore molto italiano.
Ringrazio Michaela “Miki” Cianciolo, cantante dalle molteplici sfumature vocali e dalla timbrica che ricorda le migliori Blues/Woman d’oltre oceano, che mi ha “presentato” l’artista.
Romina Di Lella: un nome, cognome ed un muscolo cardiaco che più italiano non si può, la quale, con doti innate ma con tanto lavoro di sottofondo e grazie a capacità recitative indubbie, pur facendo parte di un mondo talvolta effimero e pieno di falsi veri o di veri falsi, resta sempre se stessa, non dimenticando le radici, anzi vantandole, e rimane ancorata ai valori autentici che sono molto lontani dallo Star System, che brucia e dimentica molto velocemente coloro i quali si avventurano in un campo, quello della sorpassata celluloide, che quasi spesso non gli appartiene.
Romina Di Lella: zoomatevi questo nome!
filippodinardo@libero.it
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