Regione e Governo varano un piano concreto per lo smaltimento
Dopo decine di anni di pubbliche denunce, dibattiti, proteste o manifestazioni di ogni tipo, creazione di comitati popolari ed indagini giudiziarie e sanitarie, il problema gravissimo ed ormai quasi storico costituito dai rifiuti accumulati nel territorio di tanti comuni della Campania sembra avviarsi verso delle prime importanti soluzioni concrete.
Infatti, da molti anni, i Comuni e le Province campane colpite da quel criminale problema causato dai pluriennali versamenti, deposito ed interramento di rifiuti, spesso indifferenziati e pericolosi, chiedevano, per primo al Governo regionale, un “piano concreto” d’intervento per cercare di avviare almeno la risoluzione della problematica. Una soluzione che tuttavia utilizzando quelle sole risorse locali e regionali non era mai stato possibile articolare.
Anche le più volte prorogate gestioni commissariali “speciali” statali e regionali “all’emergenza rifiuti” non avevano sortito particolari effetti positivi: poche le risorse economiche rese disponibili e troppo vasto ed articolato il problema da affrontare
Ora, grazie alla consistente intesa operativa raggiunta fra il nuovo Governo regionale e lo Stato che si è impegnato a fornire con cifre certe le cospicue risorse necessarie. Come da protocollo d’intesa si potrà effettivamente partire ed iniziare a ripulire, a ripristinare le aree di deposito e quelle contaminate.
Come si stima, perché la dimensione esatta del problema non è tuttora pienamente conosciuta, l’opera di pulizia di suoli e siti che finalmente si va ad affrontare sarà comunque colossale quanto assai impegnativa e dovrà svolgersi attraverso una tempistica pluriennale.
Intanto, si procederà ad eliminare le c.d. “ecoballe” giacenti da un decennio in numerosi siti di deposito e stoccaggio che saranno prelevate per trasportarle “fuori Regione” ed in gran parte all’estero per esservi distrutte. Successivamente si procederà per fasi alla bonifica integrale di quei suoli onde ripristinarne la salubrità.
Nel frattempo, si dovranno approfondire tutte le indagini e verifiche geomorfologiche per individuare i tanti altri luoghi contaminati ed infetti ancora non conosciuti utilizzando tutte le più moderne tecnologie.
Insomma, tanto c’è da fare. Che sia la “volta buona”.
Giorgio M. Palumbo