La fascia dei “non abbienti” si amplia avvicinandosi alla povertà e si torna a parlare di “reddito di cittadinanza”.

Il nostro Paese continua a trascinarsi verso un futuro incerto, siamo fra gli ultimi in Europa, fermi nella crescita da tempo ed i segnali d’inversione di tendenza come di ripresa economica obiettivamente sono sia deboli che contraddittori.

Ma, oltre a rammaricarci, cosa ragionevolmente può essere messo in cantiere da Governo e Parlamento in quest’ultima fase della legislatura.    

Tuttavia, in attesa di sapere come, o meglio con quale sistema elettorale, e quando, gli italiani andranno al voto per investire una rinnovata maggioranza politica della legittimata guida del Paese qualcosa d’importante dovrebbe e potrebbe essere già messo in cantiere.

Infatti, tutti concordano sul rilievo della perdurante situazione di crisi che non consente ripresa come sulla diffusa disoccupazione, in particolare giovanile, quest’ultimo vero fattore critico comportante l’ulteriore appesantimento di una fase storico economica negativa che parte temporalmente dal 2010.

Tutte le forze politiche auspicano molteplici interventi per favorire l’occupazione, la detassazione ed investimenti pubblici, anche di sostegno, per espandere settori produttivi e favorire l’aumento del Pil – il prodotto interno lordo, il nostro vero limite da anni, fra deflazione e stasi economica.  

 In ogni caso, si dovrà mettere in opera qualche intervento strutturale coraggioso e potenzialmente risolutivo, pur tenendo conto che il nostro immenso “debito pubblico” problema pluridecennale di enorme portata economica, dal 2018, riprenderà ad incidere bloccando molte delle possibili iniziative di sviluppo.

 Infatti, ci siamo impegnati con l’Europa attraverso il c.d. “fiscal compact” a far diminuire di 50 miliardi di euro all’anno per i prossimi venti anni (1.000 mld di euro) il nostro “buco nero” attualmente di quasi 2.240 miliardi di euro equivalenti al 134% del nostro Pil.

Nel frattempo, i nostri giovani e gli altri disoccupati languono inseguendo sogni di decorosa occupazione tanto che alcune forze politiche, in primo luogo il “movimento 5 stelle” e più di recente “forza Italia” invocano la concessione del “reddito di cittadinanza” in buona sostanza un sussidio statale alle persone che cercano occupazione senza trovarla. Una misura adottata in diversi paesi del nord Europa, per numeri molto più limitati dei nostri e con ben altra possibilità di manovra del bilancio pubblico.

Sarebbe sostenibile un costo annuo di 16 miliardi di euro per le nostre casse statali? Torneremo presto sull’argomento.

Giorgio M. Palumbo

Commenti

commenti