A Milano e a Roma i lavoratori del gambling italiano sono scesi in piazza. Serve una risposta del governo per oltre 150 mila
È mancata a Napoli una protesta del comparto del gioco legale come avvenuto a Roma, in Piazza del Popolo e successivamente, mercoledì 4 marzo, anche davanti a Montecitorio, e a Milano, in Piazza Duomo. È mancata in Campania una mobilitazione unitaria, decisa e ampia per dare voce a uno dei settori più colpiti dalla crisi economica legata al Covid 19 e, al tempo stesso, tra i meno visibili a livello di comunicazione e sensibilizzazione.
Con le nuove misure in vigore da lunedì 15 marzo, infatti, quasi tutta Italia torna in zona rossa. Chiuse le scuole, i musei, i negozi, i barbieri e gli estetisti, i ristoranti e i bar. E, anche se non lo dice nessuno e sembra a interessare a pochi, saranno chiusi anche i centri scommesse, le sale bingo e casinò. Attività che sembrano minoritarie e invece non lo sono, visto che danno lavoro a oltre 150 mila professionisti. Per questo, nell’interrogazione parlamentare dello scorso 3 marzo, il deputato leghista Antonino Minardo ha alzato la voce. Lo ha fatto chiedendo al titolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e al suo collega del Lavoro, Andrea Orlando, quali erano le intenzioni del Governo Draghi per tutelare il settore del gioco.
Un ambito che ha visto perdere il 35% del suo lavoro, con un crollo della spesa complessiva da 19.4 miliardi di euro a 12.5. Stessi numeri per il settore del retail, ovvero agenzie di scommesse, bingo e sale slot, che hanno fatto registrare un calo del 43%. I dati riportati da Gaming Report hanno sottolineato infatti che dopo la chiusura dello scorso marzo, nei punti vendita si è fatto registrare un segno meno del 20% e del 47.5% in termini di raccolta, con un grave danno per lo Stato che se nel 2019 aveva incassato dal gioco oltre 10 miliardi di euro, nel 2020 si è ritrovato con appena 4.3 miliardi.
Un vuoto in cui ovviamente si infiltra la criminalità organizzata. Le ultime indagini del Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco legale hanno messo in luce la presenza di forti infiltrazioni criminali nel tessuto societario campano. Un terreno particolarmente fertile, visto che secondo i dati elaborati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli gli italiani spendono tantissimo in gioco e la Campania è la seconda regione italiana per spesa totale.
Serve quindi una risposta sicura e rapida da parte del Governo. In ballo ci sono posti di lavoro e legalità.