Una proposta al Governo ed alle Regioni: perché non favorire la nascita, in forme agevolate, di una imprenditorialità giovanile, diffusa sull’intero territorio nazionale.
Il nostro Paese non deve temere nulla e nessuno al mondo sia per le capacità individuali, ove la particolare intelligenza delle persone si unisce alla grande capacità di adattamento soggettiva della popolazione. Quali doti personali che, sotto profili oggettivi, si sommano alle caratteristiche di unicità che contraddistinguono i nostri territori con la loro storia di arte ed attraverso l’incredibile eredita portataci in ogni campo da una cultura bi-millenaria.
Con l’aggiunta delle meraviglie naturalistiche e dei prodotti eno-gastronomici prelibati, da mangiare come da bere, famosi e richiesti nei cinque continenti che sono propri di ciascuna delle nostre venti Regioni, nessuna esclusa. Eppure, per i giovani italiani e parliamo della fascia di età ricompresa tra i venti ed i quarant’anni le statistiche, da anni, impietosamente indicano degli indici di disoccupazione che raggiungono e superano il 40% del numero complessivo. Mentre, sembra che tanti altri o non figurano neppure statisticamente censiti oppure vivono precariamente, ancora a carico di genitori e nonni, spesso pensionati, e sopravvivano appena nel quotidiano.
Ma senza poter costruire alcun futuro stabile, tantomeno potendosi creare una famiglia, impegnati al più attraverso lo svolgimento di attività stagionali, marginali e soprattutto temporanee, quindi senza alcuna garanzia di stabilità. Eppure, stiamo gravemente sottovalutando i veri tesori nazionali di cui disponiamo in ogni campo: dalle culture agricole, viti vinicole o lattiero casearie pregiate, fino alle arti, alla musica, alle bellezze della natura per arrivare a quelle dell’architettura storica. Tutti beni che se fossero ben altrimenti valorizzati, rispetto all’attualità, ci potrebbero portare ad incrementare di molto i numeri dell’economia nazionale complessiva che peraltro sono già molto positivi nei dati delle nostre bilance commerciali per l’export negli specifici settori.
In altre parole, la proposta concreta che dallo scrivente viene qui avanzata è quella di consentire normativamente, da parte del Governo centrale come delle Regioni e Provincie autonome, la creazione di una ampia ed il più possibile agevolata, nella semplificazione amministrativa e fiscale, area di attività. Nella quale possa operare, come categoria, una nuova imprenditorialità giovanile tale da poter ricomprendere nel prossimo futuro i tanti operatori dei settori che andiamo ad illustrare di seguito.
Facciamo un esempio: in molte città italiane, non solo Napoli e Roma, consistenti flussi turistici sono presenti durante ogni periodo dell’anno. Anche nel mese di novembre, spesso possiamo avere un clima clemente, poi arrivano le festività natalizie e di fine/inizio anno ed allora perché non pensare seriamente ad organizzare l’Italia come una sorta di “albergo diffuso” dando un grande sviluppo alle attività di ospitalità dei cd. “bed &breakfest”. Ma, per oggi mi fermo qui, in attesa di riprendere ed ampliare il discorso.
Giorgio M. Palumbo