NON E’ UN CASO CHE DOPO LE MOSSE STRATEGICHE DEL MINISTRO DELL’INTERNO, MINNITI, IL GOVERNO ITALIANO RICEVA UNANIMI CONSENSI DALL’EUROPA POLITICA  PER LA NOSTRA NUOVA STRATEGIA

Dopo le azioni positive del Ministro MINNITI sembra che finalmente almeno le principali istituzioni dell’UNIONE EUROPEA abbiano deciso di effettuare una politica attiva, oltre la lettera dei Regolamenti di Dublino andando alla sostanza del problema e non solo economicamente.

Un piano di azione ben concordato con noi e la GRECIA per affrontare la situazione in LIBIA rafforzando la “Missione europea Sophia” in essere con il pattugliamento anti scafisti dei mari libici, oltre ad intese importanti per aiuti umanitari e addestramento delle forze di polizia locali. Un’azione congiunta che prevede un ruolo essenziale operativo per il nostro Paese si spera possa essere poi risolutiva del perdurante problema dell’immigrazione verso il vecchio continente.

Infatti, dalla Presidenza, con a capo il lussemburghese Junker, al Commissario speciale all’immigrazione, Avramopoulos e con loro la intera Commissione, dopo il Parlamento, il cui ottimo Presidente è l’italiano Antonio Tajani che da sempre si è speso per un decisivo intervento europeo, le istituzioni U.E. si sono rese conto che ITALIA e GRECIA, frontiere marittime del sud Europa, non debbono più restare sole ad affrontare l’emergenza migratoria che comunque continua, e resta grave.

Il Parlamento italiano ha approvato ad aprile una legge detta “Minniti” dato che prende il nome proprio dal titolare del dicastero degli affari interni una norma che prevede la completa riorganizzazione del nostro sistema dedicato all’accoglienza dei migranti, alla loro identificazione a fini comunitari con la revisione del procedimento relativo al possibile riconoscimento di uno “status legittimante”.

Si tratta quindi di un “pacchetto completo di misure specifiche” introdotto al fine di accelerare i tempi delle relative decisioni amministrative e giurisdizionali riguardo allo status dei migranti temporaneamente accolti sul nostro suolo, un compito da svolgere agli effetti dei Regolamenti di Dublino rendendo veloci le procedure di eventuale riconoscimento come anche i conseguenti respingimenti. Nel mezzo resta l’accoglienza temporanea e la circolazione intereuropea dei soggetti.

Per poter raggiungere l’obiettivo vengono  istituite le “Sezioni specializzate in protezione internazionale” presso i Tribunali ordinari con sede nei capoluoghi dei distretti giudiziari di Corte di Appello.

Si tratta di nuovi organi giudicanti aventi competenza giurisdizionale che si estende su di un territorio corrispondente a quello di una Regione in relazione a tutte le procedure temporanee o strutturali per i migranti.

Sarà così che potremo uscire dall’emergenza.

Giorgio M. Palumbo

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