Nell’ambito delle innumerevoli iniziative dell’Associazione Culturale Minerva di Giugliano, che riscontrano sempre un gradevole successo sia per la presenza di tanta gente che per la qualità dei loro ospiti, ho avuto il piacere di essere invitato ad un evento definito: Cena Con Musica, al Ristorante La Marchesella.

E, per quanto mi riguarda, proprio di una sensazionale epifania si è trattato.

La cucina di Gena, chef pluristellata, non ha certo bisogno delle mie lodi, in quanto la sua valentiaai fornelli ha varcato i confini nazionali.

Sulle capacità organizzative della Minerva non avevo alcun dubbio: questo gruppo di irriducibili/e, amanti dell’Arte in ogni sua accezione, riesce, a far confluire un pubblico sempre più attento e partecipe.

La Sala alle ore 20:00 era già stracolma di tutti gli inviatati che non volevano perdersi i gustosi manicaretti.

Adesso potreste chiedere: ma la musica dov’era?

La Musica è arrivata poco dopo le prime portate.

La magia delle sette note si chiama: OndanueveString Quartet.

Confesso che non li conoscevo ma devo dire che la sorpresa è stata superiore ad ogni qualsiasi aspettativa. Un autentico, personale, sconvolgimento sonoro. E devo pur dire che non sono un ascoltatore di primo pelo, anzi.

La loro esibizione è stata travolgente ed affascinante.

Gli applausi, alla Gino Paoli, senza fine, e più che meritati.

Ho chiesto loro di reincontrarci via mail per una chiacchierata.

La disponibilità è stata più che immediata.

Ecco di quanto si è parlato.

Prima, però, antepongo una breve presentazione, in quanto in Rete potete soddisfare tutte le curiosità.

Paolo Sasso: Violinista.

Tra le tue note leggo che hai partecipato ad un Telethon in Canada, e precisamente a Toronto. Ce ne parli? 

Quella fu la mia prima esperienza all’estero, e la ricordo con piacere sia per la situazione musicale che umana per lo scopo di beneficenza che aveva l’iniziativa.

Marco Pescosolido: Violoncello.

Non posso elencare tutte le tue partecipazioni in progetti musicali, ma sei tra i musicisti di Napoletana e Black Tarantella di Enzo Avitabile dove, in quest’ultimo, ci sono duetti da favola; uno di questi quello con David Crosby. Che sensazione si prova a lavorare con, a mio avviso, uno dei più grandi, insieme ad Enzo Gragnaniello, esponenti della tradizione partenopea?

È stato ovviamente un grande piacere ed onore sentire il mio violoncello accompagnare artisti del genere in questi album. La sensazione più forte però credo sia stata su È Ancora Tiempo, in cui c’è la voce di Pino Daniele, la cui scomparsa si fa sentire ancora oggi e che noi (Ondanueve) nel nostro piccolo cerchiamo sempre di ricordare con un tributo a lui durante i nostri concerti.

Andrea Esposito: Violinista.

Ricordo una Cantata Dei Pastori dove recitava l’amico e mai dimenticato poliedrico Umberto Bellissimo. Che ricordi hai di quella partecipazione con un altro esponente di spicco del suono mediterraneo che risponde al nome di Peppe Barra, il quale, sia con la madre, l’indimenticata Concetta, sia da solo continua a divulgare i profumi musicali che più ci appartengono.

Il ricordo è ancora ben scolpito nella mia mente, ho avuto la fortuna di condividere quell’esperienza con attori e musicisti di grande spessore. Il mio ultimo ricordo di Umberto è quello delle riprese del film “Si accettano miracoli” di Alessandro Siani, nonostante le scene venissero ripetute in maniera estenuante i momenti di puro divertimento sono quelli che porto nei miei ricordi.

Luigi Tufano: Viola.

A te chiedo un ricordo di Blues Boy King e di Luciano Rispoli.

Di BB King mi ha colpito la sua instancabile fede alla musica, quell’amore intrinseco che neanche la pausa, dopo 3 ore di prove ininterrottamente, lo portava via dalla sua chitarra. Di Luciano Rispoli, invece, posso dire che era un uomo di grande sensibilità e professionalità, insomma una persona di altri tempi.

La musica liquida imperversa e la robaccia che viaggia in rete è oltremodo smisurata. Al contempo, però, Internet ci offre la possibilità di nuove scoperte fino a poco tempo fa impensabili. Come fare a distinguere un’artista da un personaggio costruito a tavolino?

Giovanni Migliaccio*. Beh, noi pensiamo che ogni musicista, nella sua crescita professionale coltiva, insieme a lei, anche l’aspetto spirituale e quello non potrà mai confondersi con un pallone gonfiato. *(Voce –e che voce- e Sei Corde)

La crisi c’è e si avverte in quanto siamo rimasti in pochi ad acquistare dischi. A vostro avviso questa controcultura di scaricare file quant’è devastante per il mercato e soprattutto per l’artista?

Marco. C’è da dire che nel bene o nel male le cose evolvono, così come il mercato musicale. Sicuramente comprare un cd, scartarlo, metterlo nel lettore e prendersi del tempo ad ascoltarlo ha una magia completamente diversa, ma oggi molte persone soprattutto i giovani ascoltano tutto tramite internet e i cellulari e per noi che abbiamo come principale scopo quello di diffondere la nostra musica, dobbiamo stare al passo coi tempi. Ovviamente continueremo sempre a stampare fisicamente i nostri lavori ma anche a distribuirli online.

Si registra, nonostante tutto, un ritorno al vinile, che ormai si può trovare solo in edicola in quanto il negozio specializzato ha dovuto abbassare le saracinesche causa fallimento. Una tendenza, questa, cheattira nuovi appassionati oppure è appannaggio dei pochi cultori rimasti? E questo senza tirare in ballo Amazon; dico questo in quanto i dischi, così come i libri, costano parecchio, e il fruitore ultimo se ne frega dei problemi fiscali di Jeff Bezos e vuole pensare alla sua di saccoccia.

Marco. Noi pensiamo che sicuramente è un ritorno di moda dedicata a quelle persone che oltre ad essere più esigenti in fatto di qualità sono soprattutto più “nostalgiche” della magia di “toccare con mano la musica”.

Quanto vale, in termini di ritorno d’immagine, un passaggio in Tv?

Marco. Essendo probabilmente ancora il mezzo di comunicazione più efficace al momento, sicuramente è molto importante per farsi conoscere. Bisogna però stare attenti al contesto in cui si appare in tv cercando di essere comunque coerenti con i propri progetti, per non farsi conoscere nel modo sbagliato, magari.

Ascoltando i vostri dischetti ho ravvisato una commistione di vari generi, all’interno di uno stesso brano. Un’idea a dir poco geniale che vi rende riconoscibili sin dal primo ascolto. Voi siete tutti di estrazione Classica: ma come è nata questa matrioska sonora?

OSQDalle nostre esperienze e percorsi musicali personali. Siamo tutti nati nei conservatori ma poi ci siamo appassionati a generi diversi. Nel tempo poi abbiamo capito che la musica non fa molte distinzioni, essendoci molti punti comuni tra un genere ed un altro. Nell’ultimo nostro disco “Boundary Line” abbiamo voluto lanciare proprio questo messaggio, immaginando di camminare lungo questa linea di confine immaginaria che invece di dividere diventa un luogo di unione e condivisione tra le varie culture ed etnie

Come è nato, invece, l’ensamble?

Marco. Il quartetto d’archi è stato sempre un gruppo da camera molto nobile, fine, e allo stesso tempo versatile. Ogni strumentista ad arco ne è attratto, soprattutto perché mentre si crea un’interazione di gruppo come nelle orchestre, il quartetto ti permette di mantenere una propria identità ed individualità strumentale

La prima volta che vi ho sentiti live è stato da Gena; tutti i presenti vi hanno tributato applausi calorosi e doverosi. Tra tutte le performance vi è stata la “reinvenzione”  di La Cura di Franco Battiato. L’avete personalizzata in una maniera incredibile e coinvolgente come mai mi era capitato di ascoltare. Brano che, ahimè, non ho trovato nei vostri Cd. Pensate di inserirlo nel vostro prossimo lavoro?

Marco. Non farà parte del nostro prossimo lavoro perché saranno pezzi tutti composti da noi, ma forse faremo un video.

Sicuramente ascolterete tanta musica. Quali sono state le vostre influenze personali e poi inevitabilmente di gruppo?

Andrea. Personalmente ascoltiamo davvero tanta musica, forse troppa, dai classici rock anni 70 alla world music o il jazz. Come gruppo però ci siamo ispirati ad un quartetto d’archi americano in particolare che si chiama Turtle Island String Quartet che è un capostipite del genere.

A proposito. Nei due Cd che finora avete pubblicato ci sono sia brani scritti da voi che pezzi “dedicati” ai grandi etrangers del panorama mondiale. A mio avviso, però, manca un tributo ai cantautori italiani; così come non trovo nulla che ci riporti alla classica napoletana. Pensate di “rimediare” in un prossimo futuro?

Paolo. È probabile che omaggeremo qualche cantautore italiano. Le canzoni napoletane al momento non sono tra le nostre priorità ma nel nostro ultimo cd abbiamo provato a “farci perdonare” suonando la Tarantella del 600.

Senza svelare di cosa andrete a trattare nella prossima pubblicazione, potete anticiparmi a cosa state lavorando?

Marco. Sarà un EP di inediti che uscirà molto a breve. Sarà come sempre un punto di incontro tra vari generi, dal valzer venezuelano al flamenco, un po’ di elettronica. Il nome sarà Mutazioni.

Finora, dicevamo, avete pubblicato due lavori: Boundary Line e Viaggio. Generalmente quanto tempo restate in sala registrazione?

Marco. Sicuramente meno di quanto vorremmo, dato che non ci accontentiamo mai del risultato e l’istinto è sempre quello di voler sempre migliorare

Dove si possono acquistare?

Marco. Sul nostro sito anche online o nelle piattaforme digitali più comuni come Spotify, Itunes, Play ecc, oppure durante i nostri live ovviamente.

Nel primo citato, riportate due frasi; una del Sociologo, Filosofo e Accademico, di ebraiche origini, ZygmuntBauman; ed un’altra di Ugo Foscolo. C’è un messaggio che vi preme lanciare attraverso la vostra musica? Sound che non è catalogabile ma che a me piace definire Strumento Di Pace?

Andrea. Noi vediamo la musica senza alcun confine, o meglio catalogabile solo in due generi, musica fatta bene e musica approssimativa. Noi cerchiamo, nel nostro piccolo, di rientrare nel primo. Scherzi a parte (ma non tanto) il nostro messaggio musicale è sempre quello di creare un incontro tra culture non solo musicali, che interagiscano tra loro trasmettendo emozioni come dici tu di pace.

Al quartetto iniziale man mano si sono aggiunti altri amici. Una apertura che ha portato a rivedere e soprattutto arricchire i suoni e la stesura  di ogni composizione. Parliamo di Riccardo Schmitt, alle Percussioni e di Giovanni Migliaccio: Una necessità per andare oltre?

OSQ. Sono due musicisti che senza di loro il nostro gruppo non sarebbe mai stato lo stesso, grazie alla loro sensibilità e versatilità musicale.

Progetti futuri, oltre alla pubblicazione di un nuovo lavoro discografico?

Andrea. Diversi concerti quest’estate nel territorio campano e in programmazione da settembre a macerata oltre ad una nuova collaborazione con il tenore Vincenzo Costanzo, molto apprezzato nel panorama mondiale, con cui abbiamo formato un gruppo chiamato VesuviOperaJazz in cui mischiamo musiche operistiche in chiave jazz insieme ad Elio Coppola e la sua band.

I loro due Cd finora pubblicati, presentano alcuni tributi ai grandi, quali Sting, Michael Jackson, Queen, per citarne alcuni, ed in più incursioni Jazzistiche, Classiche –molto bella la rivisitazione Mozartiana- con capatina nella Tarantella, ed altri brani scritti da loro.

La Line-Up ha subìto col tempo alcune modifiche; ad Andrea Esposito, Palo Sasso, e Luigi Tufano, in formazione sin dalla nascita, si sono avvicendati ed aggiunti, Mauro Fagiani, Marco Pescosolido; Giovanni Migliaccio, e Riccardo Schmitt, come pure troviamo la Chitarra Semiacustica di Enzo Amazio in Viaggio.

Ad un lettore retrodatato, che non li ha ancora sentiti, e restando su quanto si è detto, questi ragazzi, potrebbero fare venire in mente il Kronos Quartet; ma ogni paragone e/o similitudine resterebbe fuorviante, in quanto l’effervescenza, soprattutto nei concerti Live, e l’unicità di “manipolare” i brani, quantunque la si registri da tempo in ambito Jazzistico, per il momento, non ha eguali.

Il mio invito è di procurarvi i loro lavori. Non ve ne pentirete!

A proposito: visto che siete in Rete, andate a leggervi chi è Vincenzo Costanzo.

filippodinardo@libero.it

ONDANUEVE STRING QUARTET: LA MAGIA DELLE NOTE

ONDANUEVE STRING QUARTET: LA MAGIA DELLE NOTE

ONDANUEVE STRING QUARTET: LA MAGIA DELLE NOTE

ONDANUEVE STRING QUARTET: LA MAGIA DELLE NOTE

ONDANUEVE STRING QUARTET: LA MAGIA DELLE NOTE

ONDANUEVE STRING QUARTET: LA MAGIA DELLE NOTE

Commenti

commenti