L’indagine della Guardia di finanza su tre società napoletane impegnate nella vendita on line di orologi di lusso contraffatti

“Pacco, doppio pacco e contropaccotto”, così si intitolava il celebre film di Nanni Loy, uscito nelle sale nel lontano 1993, la cui trama era totalmente basata su fatti realmente accaduti relativi a frodi e inganni vari ai danni di ignari acquirenti.

Sono passati 30 anni da allora ma il tema resta attualissimo seppur con modalità adattate al cambiamento tecnologico che ha investito le vite di tutti. Le vendite on line, infatti, sono diventate ordinarie e quotidiane ed ormai la fruibilità da parte di tutti, ha allargato enormemente le frontiere di quello che ormai è noto come il “fenomeno dell’e-commerce”.

Sul web, infatti, si trova di tutto: nessun articolo è invendibile on line e, di conseguenza, sono aumentate anche le truffe in rete.

Una vasta operazione della Guardia di finanza, specializzata proprio nel settore delle truffe on line, ha portato alla scoperta di una rete di vendita, per così dire “luxury”, relativa ad orologi di marchi prestigiosi con la caratteristica di essere, però, contraffatti.

Un particolare, questo, ovviamente sconosciuto agli acquirenti, completamente ignari del fatto che quegli orologi fossero in realtà totalmente contraffatti. La vendita di questi orologi veniva garantita dal fatto che i pezzi in vendita fossero praticamente identici agli originali e corredati di etichette di garanzia e confezioni.

Nulla, nessun difetto nella riproduzione, pare facesse sorgere qualche dubbio circa l’autenticità del prezioso da acquistare on line. Ed è così che è scattato il sequestro: 547 orologi in tutto riportanti principalmente i marchi Philip Watch e Maserati, tutti stipati in un magazzino adibito a deposito merce facente capo a ben 3 società ubicate in città, a Napoli, attive nelle vendite on line di orologi prestigiosi.

I finanzieri hanno stimato che, una volta venduti, gli orologi falsi avrebbero fruttato un guadagno di circa 130mila euro: gli orologi, infatti, venivano spacciati per originali e, quindi, venduti al reale prezzo di mercato come se fossero originali.

Le 3 società finite nel mirino della Guardia di finanza di Napoli fanno capo ad altrettante tre persone ora denunciate alle competenti autorità giudiziarie.

Foto dal web

Marianna Di Donna

 

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