Napoli che ha meritato la sconfitta, nonostante un buon primo tempo degli uomini di Garcia
Ma se la prima frazione è stata di buona fattura, la ripresa è stata a tratti imbarazzante. Reparti slegati, che permettevano le imbucate laziali ad ogni pié sospinto.
Se la partita fosse finita 1 a 4, gli uomini dell’ex Sarri non avrebbero rubato nulla. Ed in realtà 4 gol la Lazio li segna pure, di cui due annullati per offside. Ed è quella forse la novità negativa rispetto allo scorso anno. Il Napoli scudettato passò in svantaggio molte volte, non si disunì mai, riprendeva e vinceva le partite. Ed è proprio dal 50esimo minuto di Napoli – Lazio che nasce la preoccupazione più grande. Dopo il vantaggio ospite del neo acquisto Kamada, il Napoli è andato letteralmente all’arrembaggio. Come fosse il 90esimo. Senza alcuna idea, con lanci lunghi a cercare il povero Osimhen, senza collegamenti, con tantissima confusione. E la Lazio, in questo contesto di gioco, è andata a nozze. Perché ogni qualvolta, in realtà sempre, i due centrali di difesa respingevano senza difficoltà i lanci, la seconda palla finiva nei piedi di Luis Alberto e compagni, che la nascondevano agli azzurri. Il Napoli ha giocato esattamente come la Lazio voleva, e credeva, che giocasse.
Anche a Frosinone ed in casa col Sassuolo c’era stati dei momenti in cui il Napoli era distante coi reparti. I quei casi però la differenza con gli avversari era francamente notevole e quindi tutto questo è passato in sordina. Ma la Lazio vanta alcuni calciatori tra i più forti tecnicamente del campionato italiano e quindi la storia è diversa.
La partita ha avuto due volti. Se dovessimo dare un titolo, si potrebbe parlare di Napoli bipolare. Primo tempo quasi dominato, anche se al primo affondo la Lazio è passata in vantaggio grazie ad un tacco del solito Alberto imbeccato da Felipe Anderson, che ha messo in estrema difficoltà tutta la gara un disattento Olivera. Il Napoli è bravo e fortunato a riprenderla subito. Dopo due minuti un tiro di Zielinski viene deviato da Romagnoli e si insacca alle spalle di Provedel. 1 a 1.
La sensazione era che il Napoli da quel momento avrebbe ricominciato a condurre la partita. Invece no. Dopo 5 minuti del secondo tempo una ripartenza laziale ha portato al tiro Kamada. 1 a 2 e da quel momento, nonostante ci fossero ben 40 minuti più recupero da giocare, il Napoli si è totalmente disunito. Non ha indovinato una fase, un passaggio, non ha tirato ed è stato totalmente in balia degli avversari, che avrebbero potuto farne altri 3 almeno.
Il secondo tempo pone delle domande, oltre a far accendere dei campanellini d’allarme. Fa bene Garcia a voler trovare delle alternative allo splendido modo di giocare che ha reso il Napoli campione d’Italia dominando il campionato scorso in lungo e in largo. Ma se le alternative tattiche dovessero diventare invece il fulcro del gioco, è probabile che il Napoli avrà bisogno di molto più tempo di ambientamento. E il fatto che Lobotka, che era al centro del villaggio del Napoli di Spalletti, nel primo tempo ha toccato pochissimi palloni, e anche per la sostituzione Kvara – Raspadori (e non Elmas) sembra che la direzione del tecnico francese sia proprio quella. Cioè non l’alternativa, ma la principale fonte di gioco partenopeo. Vedremo, così fosse, se i ragazzi azzurri sapranno adattarsi a tali cambiamenti.
Chi scrive, crede che i calciatori debbano esprimersi al meglio per le loro caratteristiche, messi in un contesto tattico tecnico congeniale a loro. Se togli le certezze, possono insorgere difficoltà. Come quelle di Napoli Lazio.
La sosta potrà servire a ricomporre i pezzi del puzzle, anche se Garcia non potrà allenare tutti per le partenze delle nazionali. Perché le squadre forti hanno calciatori che giocano nelle rispettive nazionali. E il Napoli è una squadra forte. Fortissima. Nel suo sistema, nel suo modo. Garcia è uomo intelligente, saprà fare tesoro di questa sconfitta.
Dopo la sosta il Napoli andrà a Genova. Sperando di riprendere il ruolino di marcia, ma soprattutto di vedere una squadra unita e non disunita.