È da questa mattina che gli operai della Whirlpool di Napoli stanno effettuando un sit-in nei pressi della fabbrica, bloccando la circolazione.
La protesta è stata avviata in seguito alle dichiarazioni dei vertici della multinazionale, spiega Giovanni Sgambati, segretario generale della UILM Campania, “che non sostengono un futuro per Napoli, confermando di non avere prospettive per lo stabilimento.”
Inoltre gli operai hanno intenzione di portare avanti una campagna “Io non compro Whirlpool se non produce a Napoli”, informando i cittadini con una fitta campagna di sensibilizzazione.
L’accaduto di questa mattina è solo il culmine di una settimana difficilissima per i dipendenti Whirlpool, che da venerdì scorso, come un fulmine a ciel sereno, sono stati travolti dalla notizia della cessione dello stabilimento di Via Argine. Notizia arrivata in modo scandaloso, con una semplice X sullo stabilimento napoletano nel corso di una riunione con i vertici, a cancellare totalmente ciò che è stata una sede importantissima per lo sviluppo dell’azienda in Italia.
Fin da subito gli operai si sono attivati con proteste e mobilitazioni, occupando gli spazi adiacenti alla fabbrica e presidiandoli giorno e notte. Dopo una riunione generale nel giorno di Lunedì 3, in cui si sono discussi i vari scenari possibili, nel giorno di Martedì 4 si è tenuta una riunione al Mise con i vertici aziendali e il Ministro per lo Sviluppo Economico Luigi di Maio, nella quale l’azienda ha espresso la volontà di trovare soluzioni alternative a lungo termine per tutti gli operai. I toni della discussione sono stati accesi, poiché proprio il Ministro Di Maio ha ricordato all’azienda i numerosi contributi versati dallo stato, che al momento ammontano a 27 milioni di euro,e minacciato di ritirare i suddetti contributi se non si fosse arrivati ad una soluzione atta a garantire il futuro lavorativo di tutti gli operai.
Infine, sono stati fissati altri incontri al Mise, nella speranza che il sud non perda la sua ennesima battaglia.
Anna De Masi