Riscoperta una imponente struttura sotterranea del XIX secolo ad uso militare

Nel 2005, per caso, alcuni tecnici al lavoro per rilievi geologici nel sottosuolo di Napoli nella zona fra la Riviera di Chiaia, nell’omonimo quartiere della città, e la centralissima Piazza del Plebiscito, durante i lavori di scavo per la realizzazione della nuova linea metropolitana, per effettuare un più accurato sondaggio dei terreni, rimossero un cumulo di materiali ed immondizie varie.

Si aprì loro un mondo sconosciuto ed inaspettato.

Trovarono così accesso ad una complessa struttura sotterranea, dimostratasi nel tempo di enormi proporzioni, che era stata costruita dall’uomo in epoca storica abbastanza recente, ma completamente sconosciuta fino ad allora.

Quei tecnici che oggi fanno parte di un’associazione – non lucrativa – avente lo scopo primario di preservare e rendere fruibile questo bene straordinario della città, nel corso dei circa tredici anni trascorsi, con l’aiuto disinteressato di diverse decine di altri volontari, rimuovendo enormi quantità di materiali vari, hanno consentito di ripristinare anditi, gallerie, alcune con la volta di diversi metri e di ampie dimensioni ed altri più stretti con condotti, passaggi, pozzi di areazione, ambienti di comunicazione; persino un tratto navigabile, con una zattera, lungo oltre sessanta metri che doveva essere una galleria della metro, poi deviata.

Dagli studi storici e dai rilievi degli ambienti si è ricostruita la funzione militare del complesso sotterraneo che, peraltro, rimane ancora in gran parte da scoprire, chiamato anche per questo “Galleria borbonica” .

La struttura, il cui ramo principale copre i circa 750 metri lineari di distanza correnti fra le Caserme che avevano sede nel rione marino di Chiaia e la centrale e maestosa Piazza del Plebiscito ricca di palazzi ed edifici di potere, venne realizzata, per scopi militari di natura interna, leggasi intervento rapido di truppe per sedare tumulti popolari, in una tormentata epoca borbonica e precisamente negli anni fra il 1850 ed il 1853.

All’epoca, la realizzazione, che doveva restare segreta, di quella grande struttura sotterranea rappresentò sicuramente un’opera molto complessa. Questo, sia per la natura delicata del sottosuolo napoletano dove sono presenti molte cavità dovute all’estrazione, almeno per un millennio, di materiali per costruire case che per la presenza di acquedotti e di pozzi di alimentazione dei palazzi soprastanti. Inoltre, la prima parte del tracciato corre appena sotto la marina di Chiaia con gli inevitabili problemi che ciò determina.                                                                                                                       

Attualmente i lavori di questa encomiabile associazione di cittadini vanno avanti nel puro volontariato e può affermarsi che, ogni giorno, il complesso reticolo sotterraneo si arricchisce di nuovi ambienti ed inaspettati collegamenti.

Sarebbe ora che essi ricevessero dalle competenti autorità un deciso aiuto, per poter dare, nell’interesse della città di Napoli e della sua offerta turistica, fruibilità ad un’altra perla, finora segreta, del capoluogo.

Giorgio M. Palumbo

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