Tensione altissima a Forcella per la rimozione dell’altarino in memoria di Emanuele Sibillo

Emanuele Sibillo era considerato il capo della “paranza dei bambini” ed era rispettato, venerato ed onorato in vita da tutti quei ragazzi che a lui si erano affiliati nel quartiere Forcella in pieno centro storico di Napoli.

Una venerazione per questo giovanissimo boss che è da sempre continuata anche dopo la sua morte avvenuta il 2 luglio 2015 per un agguato nell’ambito di un regolamento di conti.

Tredici furono i proiettili esplosi quella sera ma, uno solo, causò la morte del giovanissimo boss.

Emanuele Sibillo era il più carismatico e importante esponente del clan che, alleato dei «nuovi Giuliano», aveva preteso di imporre l’egemonia su Forcella, scontrandosi con il gruppo dei Mazzarella.

Emanuele Sibillo era anche conosciuto con una sigla “ES17” e se non fosse stato ucciso a vent’anni, probabilmente, sarebbe diventato uno degli esponenti di spicco della camorra.

Questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia hanno eseguito un’operazione non facile: demolire e far sparire l’altarino costruito a Forcella proprio in onore e memoria del baby boss.

Lo smantellamento della struttura è avvenuto tra le proteste dei familiari di Sibillo e i suoi affiliati al clan. La demolizione della struttura, alta più di 2 metri, e realizzata all’ingresso del palazzo dove vive gran parte della famiglia Sibillo, in vico Santi Filippo e Giacomo, è avvenuto in concomitanza con 21 arresti, ritenuti appunto affiliati al gruppo.

L’altarino custodiva le ceneri di Sibillo con vicino un’immagine della Madonna e un busto raffigurante il volto di ES17.

Momenti di altissima tensione ci sarebbero stati quando un paio di familiari del baby boss avrebbero tentato di ostacolare le operazioni dei Vigili del Fuoco dicendo che, trattandosi di proprietà privata, non poteva essere possibile eseguire la rimozione.

L’urna contenente le ceneri di Emanuele Sibillo sarebbe poi stata riconsegnata ai familiari subito dopo la rimozione dell’altarino.

Questa operazione fa seguito ad altre ordinanze di rimozione di questi “altarini” spuntati qua e là in diversi punti della città a memoria di vittime della camorra. Pochi mesi fa era stata già rimosso il murales dedicato a Luigi Caiafa, ucciso durante un tentativo di rapina.

Foto dal web

Marianna Di Donna

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