Il Milan di Pioli si conferma funesto nel mese di aprile, con 3 gare giocate e 2 vittorie e un pari. Quindi, a conti fatti, hanno meritato la qualificazione alle semifinali di Champion League.
I più attenti, al sorteggio, non sono rimasti felici di aver incontrato il Milan, in quanto squadra italiana, che ci conosce bene e sa come adattarsi.

La gara di ieri, infatti, si è giocata sulla stessa falsariga dell’andata, con Milan chiuso che sfrutta i suoi contropiedisti e lo fa molto bene. Da una ripartenza fulminea nasce il loro vantaggio, con Leao che arriva come un treno a spazzare via gli azzurri che incontra sul cammino. Passa in mezzo e Giroud appoggia facilmente in rete.

15 minuti prima lo stesso attaccante francese aveva sbagliato un rigore, parato da un ottimo Meret, che risulterà il migliore in campo del Napoli.

La sensazione avuta è che gli azzurri hanno fatto esattamente la partita che il Milan voleva che facessero. Tanto possesso, il più delle volte sterile, cercando le ripartenze veloci.

Il Napoli può recriminare, dopo l’andata, per un rigore apparso evidente non fischiato dall’arbitro Marciniak, che ha diretto l’ultima finale mondiale. Si era sullo 0 a 0.

A nulla è valso il gol all’ultimo istante di Osimhen, dopo che per tutta la gara il nigeriano è stato annullato da un attentissimo Tomori.

Capitolo Kvara: il talento georgiano stasera ha tradito le aspettative dei suoi tifosi, sbagliando il rigore al minuto 80 che avrebbe reso il Maradona un inferno. Il ragazzo avrà tempo di rifarsi, in quanto è alla sua prima esperienza in Champions.
Eppure aveva cercato costantemente la giocata, nonostante veniva sistematicamente raddoppiato o addirittura triplicato. La gabbia di Pioli ha funzionato.

Ora ci sta uno scudetto da portare a casa, dopo 33 anni dall’ultimo. Il Napoli non abbia paura di racimolare i punti che mancano, nonostante un vantaggio siderale quando mancano 8 partite. Si dimostri maturo, consapevole di dare una gioia alla città. Per la massima competizione europea, ci sarà tempo per capirne e carpirne i meccanismi che la rendono così perdutamente bella o tremenda. Ricordiamoci sempre da dove la squadra di Spalletti è partita in estate. Nessuno, e dico nessuno, avrebbe scommesso un solo euro su questa stagione così epica. Poteva essere leggendaria con l’accesso alle semifinali.

Iniziamola a renderla storica, a partire già da domenica a Torino.
Per la leggenda, poi, si vedrà.

Vincenzo Barretta

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