Michaela mi manda un video, o meglio lo manda a noi della Radio, dove si esibisce con il singolo che fa da apripista al suo Album d’esordio: Italy.

Il brano è: Afryca.

L’ascolto con particolare interesse per via della lirica, e perciò decido di contattarla per proporle un’intervista in cui parlare di questo suo debutto, e non solo.

La gentilezza è istintiva. La disponibilità, immediata.

Miki si racconta: ripercorriamo il percorso artistico, e sfioriamo il cammino umano.

Ecco di cosa abbiamo parlato.

Il tuo percorso artistico inizia sin da piccolissima. Già dai nove ai 12anni sei a lezione di canto. Chi si accorge delle tue doti canore?

Si accorge delle mie doti mia mamma, durante una serata tra amici al Karaoke; andai a cantare con un’amichetta “La Canzone Del Sole”, e scoprì che avevo una bella voce!

A 14anni partecipi alle selezioni per SanRemo Giovani e a seguire il Festival di Castrocaro. Chi ti accompagnava in giro per l’Italia?

Mia mamma e Agostino Scarfò, collaboratore di Zucchero per venti anni, che mi aveva messo sotto contratto quando avevo 14anni ed è una figura importantissima per me ancora oggi, perché mi fa da Manager.

All’età di quindici anni vinci il concorso indetto da Radio Italia, e via con interviste e riflettori. Cosa passa per la testa di una ragazzina che sale sul podio più alto di una così importante manifestazione? Saranno sicuramente ricordi indelebili?

A quell’età l’emozione è dominante, e la dimestichezza ancora poca. Certamente è stata una sorpresa e un’esperienza che mi ha portato a conoscere tanti artisti, e soprattutto comprendere il funzionamento di questo “mondo”.

Poco dopo, insieme alla famiglia, ti trasferisci a Berlino, e subito vinci il Talent Show Lampenfieber (come a dire: Luci Della Ribalta), presentando il brano Hijo De La Luna, dei Mecano, che vanta anche una cover della cantautrice olandese Loona, e sei in finale, trasmessa da SAT 1, seconda rete nazionale tedesca. Come ti sei ritrovata in un contesto che, suppongo, era per te sconosciuto?

Ero molto impacciata poiché non parlavo bene la lingua tedesca, ma il fatto di essere arrivata in televisione comunque mi aveva dato molta stima in me stessa e mi ha spronato a continuare a cantare nella mia lingua.

Tornando a te, e a tempi più recenti: come nasce il connubio artistico con Sasha?

Nasce nel 2006, quando Sasha cercava una cantante italiana a Berlino per grandi eventi. Mi aveva sentito in un’occasione importante e, a suo dire, si era innamorato della mia voce.

Vi esibite, a grande richiesta e molto spesso, al KaDeWe; un centro commerciale tra i più grandi d’Europa, definito l’Harrods di Berlino. Com’è nata questa sinergia tra voi e la grande vetrina tedesca?

Ci siamo capiti, stimati e aiutati da subito; i nostri gusti musicali sono simili e questa è stata una fortuna: siamo parte dei palchi più importanti berlinesi perché suoniamo ogni genere musicale internazionale, con molta passione e affinità.

Poi la svolta. Decidete di pubblicare il vostro primo Album, Italy. Un’iniziativa, considerato l’asfittico mercato discografico, di non facile scelta, credo. Chi vi ha incoraggiati per quest’avventura?

Agostino Scarfò, di cui ti ho accennato. Prima mi ha spronato a non accontentarmi e a provare a fare il famoso salto di qualità, a comporre ed interpretare brani miei con importanti collaborazioni, perché, secondo lui, e lo ringrazio, potrei ambire a qualcosa di più grande.

Quando tempo siete rimasti in sala di registrazione?

Per quest’album circa un anno.

Nel brano che apre l’album, Afryca, canti: … Africa io ti aspetto… Poche parole per un profondo pensiero. Vuole essere un messaggio trasversale?

No. Vuole semplicemente dire che l’aspetto nel mio cuore. Questa mia Afryca parla del desiderio che io provo per lei come terra; di andarla a vivere, a conoscere: nessun altro messaggio mi piaceva. Raccontare i suoni, i profumi e i colori di questa terra, di cui oggi, purtroppo, si parla solo per i fatti che conosciamo. Ma io ne ho descritta la parte più bella.

Con te, per questa canzone, c’è il cagliaritano Andrea Melis, in arte OFG: come nasce questa collaborazione? Una partnership che poi continua nel suo: Uguaglianza D’Anime, Bonus Track del tuo disco.

Andrea è un’artista dal talento straordinario, capace di scrivere testi bellissimi e non banali; abbiamo provato ad unire i due generi in uguaglianza, e costatato che il brano è stato apprezzato abbiamo scritto Afryca.

Proseguendo nell’ascolto troviamo: Una Solution, che nasce da un’idea del bulgaro Iskren Petzov e firmata anche da te. Un’altra cooperazione multietnica; così come per: Esta Nueva Musica, dove troviamo alle firme Ivonne Dekarski ed altri musicisti cosmopoliti. Un Album, il tuo, pensato per il mercato internazionale?

Assolutamente sì. Io amo le collaborazioni e seguo ogni genere di musica; mi piace non seguire un solo filone, e non fermarmi ad un solo mercato!

Mentre in Italy, brano che dà il titolo al Cd, rimarchi la mancanza di mare e sole. È quasi una lettera rivolta a chi, pare, non ha tanta voglia di rientrare. Come nasce questo testo?

Questo testo nasce dal fatto che i tedeschi non riescono, o meglio: non vogliono, capire quanto sia importante la nostra terra per noi; il perché noi, seppur all’estero, rimaniamo così legati all’Italia. Italy è un dialogo tra un’italiana ed un tedesco.

Nel disco vi sono due brani composti, testi e musica, da te. Il primo è: Finisce Qui, un rock sufficientemente tosto e che per mia estrazione musicale mi ha notevolmente colpito e che, a mio avviso, più si accosta alla tua potenza vocale; il secondo è: Il Resto È Niente, brano più morbido. Adesso è prematuro parlarne, in quanto sei ovviamente impegnata in questo progetto, ma stai pensando di costruirne uno esclusivamente tuo?

Certo è nei miei piani, ma non ora. Credo che per un progetto completamente mio serva il momento e l’ispirazione giusta… quindi più in là sicuramente!

Al tuo fianco c’è un signor tastierista: avete pensato ad una band tutta vostra, con musicisti che diano una svolta meno elettronica alla vostra Musica?

Sì! Stiamo preparando una band con musicisti preparatissimi. È chiaro che sarebbe una svolta di classe… ma un passo alla volta.

Devo dire che Sasha Buonanno ha sviluppato un ottimo lavoro e ha rivestito di splendide sonorità l’intero album. Potresti girargli i miei complimenti?

Ti ringrazia molto. Sì, sono d’accordo: è un compositore che non si ferma mai, in grado di unire tanti stili, come pochi altri. E devo dire che senza di lui non sarei completa.

Ritornando alle collaborazioni: altro brano vibrante è: Cos’è Che Fa Ballare Il Cuore. Un Latino che coinvolge e travolge. Testo di Paolo Mengoli, Musica di Giancarlo Trombetti. Un ritmo che farà furore nelle discoteche e sulle spiagge. Si denota che puoi cantare di tutto e con ogni tappeto musicale. Tutti questi generi musicali dalle molteplici varianti, sono le infinite anime del tuo essere Artista e Donna?

Sì, credo che questo rispecchi molto la mia personalità; sono libera nel pensiero, aperta sempre a cose nuove, esperienze diverse: mi piace spaziare e non fermarmi mai, né come donna né come artista. Sono una di mondo.

Per concludere la Track List: Silvia “Nair” Viscardini, con Non Mi Arrendo, (brano arrangiato da Sasha) ha apportato all’intero Album delle venature Jazz. Tutti musicisti di notevole spessore artistico che hanno contribuito a far grande questo tuo debutto. Dimmi la verità: come ti senti, umanamente ed artisticamente parlando, in questo momento?

Sono molto fortunata, e grata a tutti questi artisti già grandi, per aver creduto in me e per avermi dato la possibilità di interpretare delle loro creazioni in totale libertà.

So che sei appena rientrata da Marina Di Carrara per il Premio Lunezia 2016. Sono arcicurioso di sapere ogni cosa. Dài, raccontami tutto.

Sono stati tre giorni fantastici che mi hanno portato a conoscere e a condividere il palco con grandi artisti; qualcosa che porterò sempre con me, anche perché questo Festival nasce nella mia terra, quindi un motivo in più d’orgoglio.

Progetti immediati e futuri? Mi accennavi di una radio…

Un programma per Oltre Tutto Radio, dalla postazione di Berlino diretta da me con Anna Crecco, premio italiano del design, e si chiamerà: Musica & Design.

Alla fine, e per concludere questa piacevole conversazione, vuoi ringraziare qualcuno/a in particolare modo?

Sono tante le persone alle quali devo molto: la mia famiglia, il mio compagno di vita e nel lavoro, Sasha; Agostino Scarfò, che mi stima e mi segue sempre; Anna Crecco, di OTR, e tutte le persone che credono in me e mi supportano in ogni mio progetto.

Un ottimo esordio questo di Miki, con il suo Italy, per l’etichetta discografica TimeZone, della Casa Editrice Ala Bianca Group.

Un album –di un’artista che già a 15anni si classifica al primo posto di un concorso indetto da Radio Italia; e che sempre alla stessa età si esibisce con un brano scritto per lei dal M° Philippe Leon, al Palio Dei Mici (per la Contrada “La Quercia”) insieme a calibri da novanta quali: Silvia Mezzanotte, Gilda Giuliani, Milk And Coffee, Silvia Salemi, solo per dirne qualcuno e per riportare in breve le sue infinite partecipazioni – che conquista ascolto dopo ascolto e che ha nelle ricercate/volute varianti musicali il suo punto di forza.

Una voce, la sua, che le permette di spaziare dalle sfumature jazz ai brani più rockati; così come trova familiarità sia nel ritmo Latino che nella Disco degli anni d’oro, e vale dire i ‘70/80. Non disdegnando incursioni Rap ed il Pop d’autore.

Tanti piccoli gioielli per un fuoco di fila di sorprese, slanci creativi ed arrangiamenti, originali e diversificati in tutti i brani, che alla fine rimangono il sottile, ma ben evidente, comune denominatore per un album che anche nei testi riflette per intero il suo valore.

Un talento, quello di Miki, che parte da lontano, quindi, e che in Italy trova il suo trampolino di lancio per una consacrazione che sarà ricca di soddisfazioni.

Sentire per credere.

filippodinardo@libero.it

Commenti

commenti