Sono stati circa 10 i colpi d’arma da fuoco quelli che hanno sparato i sicari di Vincenzo Nappi, detto ‘o pittore, questo pomeriggio intorno alle ore 14.

L’uomo, ritenuto un personaggio di spicco del clan Amato-Pagano era seduto a pranzare presso il noto ristorante di Melito “Gaetano e Teresa”, nel centro storico della città, quando i suoi sicari sono entrati in azione con un unico scopo: quello di uccidere il 57enne, già noto alle forze dell’ordine.

Da giovane aveva lavorato come imbianchino ed è per questo che lo chiamavano Enzuccio o’ pittore.

La sua morte era già stata decisa nel 2011, per vendicare la morte di un membro del clan.

Nel 2011, quando scoppiò una faida interna tra gli Amato e i Pagano, secondo il pentito Illiano finì nel mirino, proprio per la sua vicinanza a Riccio e per il suo ruolo apicale nell’organizzazione che gli consentiva di tenere “tutto il giro di soldi” del boss.

La “taglia sulla sua testa” decadde, nello stesso 2011, quando, ricercato da 3 mesi e sfuggito da un blitz durante il quale 8 persone finirono in manette tutte legate allo stesso clan e accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti ed estorsioni, fu arrestato.

Il 57enne era stato in carcere fino all’agosto 2020; fino all’ottobre dello stesso anno era stato sottoposto alla sorveglianza speciale.

Laura Barbato

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