Le riflessioni contenute in questo scritto sono espressione di un disagio e di un diffuso senso di amarezza, sensazioni tutte riferite alla mia città, a questa Melito divenuta incapace di un guizzo di orgoglio che le possa ridare la dignità che ha sempre avuto e le competerebbe. La storia ci racconta di un paese alacre rigoglioso e produttivo, punto di riferimento per le sue eccellenze (vedi: i vivai, le botti, le mele, il pane, la carne ecc.) per i paesi limitrofi e anche per il capoluogo.

La nostra cittadina ha intrapreso, dal post terremoto dell’80, il lungo declino per perdere la propria idendità, il suo orgoglio per ritrovarsi nello stato comatoso in cui si trova adesso. La cosa peggiore è che la responsabilità di tutto ciò è dei figli di questa terra, se la sono svenduta, sfruttata e deturpata. I figli dei figli cosa hanno fatto e cosa fanno per questo paese? Niente! Le diverse fazioni politiche che si sono succedute negli anni, di centro, destra o sinistra, non sono state capaci di avere uno scatto d’orgoglio, di avere una progettualità per portare Melito fuori dalle sabbie mobili nelle quali è stata impantanata e chissà se si riprenderà.

Questo è uno stato di coma che in verità stride con l’attivismo(?) dei partiti(?) e dei candidati presentatisi e poi eletti.  Li ricordate i loro programmi elettorali? Le loro promesse? I loro propositi? La nuova politica? Le facce nuove (?), l’entusiamo e le facce di tolla per chiedere i voti?

Se li ricordate si potrebbe dire: com’è viva questa città, che fervore, che iniziative, che passione politica! Stiamo calmi! Perdonate la disillusione, ma non vedo niente di così strabiliante e innovativo nell’affollato panorama politico locale. Tutto vecchio, anzi … il niente!

Ad essere del tutto sinceri, l’impressione che si ricava dal gioco bizzarro delle alleanze e delle contrapposizioni, dall’affannosa ricerca di visibilità e dallo sterile e insulso dibattito, è che questa città abbia davvero ben poco da esprimere sul piano della progettualità, i fatti lo dimostrano! Sindaco, assessori e consiglieri comunali, di qualsiasi schieramento, finora non hanno saputo mettere in campo una sola iniziativa in grado di stimolare la fantasia, le ambizioni, l’orgoglio, le speranze.  Se qualcuno avesse avuto anche un piccolo progetto per la città da proporre lo avrebbe già fatto, se non altro per distinguersi ed affrancarsi dagli altri. Al piattume delle ultime amministrazioni si è fatto seguito ai rimpasti di giunta, imposti dai soliti noti, la lotta al rialzo, cambi di casacche e colori politici, con fior di promesse da parte dei più spregiudicati che fanno a gara su chi la spara più grossa, alcuni di loro cadono nel grottesco, cambiano casacca perchè ritengono finita la loro esperienza politica nel vecchio partito o gruppo. Ma dico io … siete “carte conosciute”, la politica non sapete nemmeno dove sta di casa, abbiate almeno la decenza di stare zitti. Partiti apparentati nelle elezioni e poi fatti fuori nei propri personaggi (leggi assessori) ed ora all’opposizione, questa è la situazione di chi ha vinto le elezioni e dovrebbe amministrare il paese. Le opposizioni? Inesistenti! Solo presente, sui media, con un paladino della legalità (?) che vuol fare il Don Chisciotte contro i mulini a vento.

Se questa è politica … se questo è fare politica … se tutto va bene … stiamo inguaiati!

Ora, magari, sentiremo parlare di: rapido completamento delle opere pubbliche, vedi: parcheggio “Maffettone” e la piscina comunale, sicuri provvedimenti e abbattimento dell’abusivismo dilagante in tutti i settori, prepotente rilancio della vocazione commerciale, agricola, artigianale e poi nuovi progetti, cineteatro comunale da 50 mila posti così ogni cittadino avrà la sua poltroncina (ovviamente loro in prima fila), nuovo polo culturale, nuova villa comunale degna di questo nome, isole pedonali attrezzate attrezzate con parchi giochi e godibili per rendere la vita del melitese meno stressante, corsie ciclabili, stazione della metropolitana e stazione di bus che collegano il nostro paese con il circondario e con il capoluogo, questo non solo per dare dei servizi essenziali ai locali, ma anche per attirare gente nella cittadina per far ammirare il “miracolo” che gli amministratori sono stati capaci di compiere.

Melito è tornata vivibile … Melito è ridiventata un cittadina normale … Melito è un paese civile … il fiore all’occhiello del circondario a nord di Napoli.

Cari politici, ora vi chiedo: che abbiamo fatto di male per meritare tutto questo? Qual è la maledizione che si è abbattuta su questa città che ci impedisce da diversi anni di progettare un degno e realistico futuro? Melito, città orgogliosa e ambiziosa, è finita col non coltivare più ambizioni, col diventare un dormitorio, deposito di “monnezza” umana, come la peggiore delle periferie metropolitane. Da quando si è accettato lo stanziamento dei rioni 219 e la “ricostruzione” post terremoto, nessuno è riuscito a trovare più il bandolo della matassa, il verde è sparito sotto il cemento dei palazzinari che si sono arricchiti. Era prevedibile che ci sarebbe stato un incremento demografico incontrollato e senza una vera efficace attività di sostegno per l’integrazione, dei servizi, culturale, economico il paese sarebbe andato verso il collasso. Ed eccoci qui … il collasso ci ha portato al coma, speriamo che non sia irreversibile … sic!

Non c’è un solo melitese, donna o un uomo, che possa assumere la guida politico-amministrativa della città per riuscire a sistemare il caos creato in questi anni? Progettare, coordinare e incentivare i settori produttivi? A ridare un’immagine di trasparenza e imparzialità? A stimolare e pianificare qualche serio progetto culturale, ad assecondare la vitalità e l’iniziativa dei cittadini più volenterosi e impegnati? A curarsi delle aspettative e delle ambizioni dei più giovani? A lanciare nuove sfide verso il futuro?

Esistono? Li si troverà? Queste donne … questi uomini? La storia recente di questa cittadina ci induce al pessimismo … chi vivrà vedrà … la speranza è l’ultima a morire.

Lalone

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