E’ trascorso poco più di un mese dalle dimissioni del Presidente del Consiglio, Nunzio Marrone. Nonostante le diverse richieste di incontro pubblico con il sindaco o con i vari esponenti di maggioranza, sembra che tutto sia fermo facendo vivere per il momento una calma apparente.

Dopo quaranta giorni dall’ufficializzazione della carica vacante, ora nelle mani di Valentina Rella, non si vede all’orizzonte la convocazione di un consiglio comunale per riassegnare il ruolo. Anche tra gli esponenti di maggioranza, silenziosi e guardinghi, non c’è molta voglia di parlarne. “Al momento non abbiamo ancora discusso sulla questione, perché riteniamo che in questo particolare momento storico ci siano altre priorità da affrontare” ha dichiarato il consigliere Vincenzo Bortone.

Se in maggioranza non si sa ancora nulla, tra le fila dell’opposizione si sa ancora meno: “Ho l’impressione che ci sia una mera regolarizzazione di conti determinata, probabilmente, da giochi di potere e dall’aspirazione un po’ di tutti di prendere quel ruolo – a parlare è il consigliere Pd Venanzio Carpentieri – Tutto ciò, però, ha portato a confondere i ruoli, poiché secondo me la carica di presidente è una carica istituzionale molto rappresentativa sia per la maggioranza sia per la minoranza e se su quella carica ne proviene una polemica da parte della maggioranza ne viene meno la fiducia ripostagli. Al momento non ho idea di chi possa essere il futuro presidente del consiglio, ma sarebbe necessario prima di nominare un nuovo presidente di capire il ruolo che gli si vuole dare per non farlo diventare pedina nelle mani della maggioranza evitando così di farlo manovrare a loro piacimento”.

Sulla questione è stato interpellato anche il presidente dimissionario, Nunzio Marrone, che ha affermato: “Il vuoto della poltrona di presidente del consiglio rappresenta il vuoto di una maggioranza allo sbando e dilaniata da lotte fratricide per poter occupare questo ruolo che ,come lo ha svolto il sottoscritto,deve essere caratterizzato da trasparenza ,legalità e rispetto delle regole democratiche di cui l’assisse cittadina è la massima espressione a livello locale. Mi auguro che quanto prima finiranno i giochetti e le turbate di turno da parte di chi regge le fila del potere locale per poter porre fine a questa gravissima defaillance della democrazia locale”

Teresa Barbato 

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