C’eravamo tanto odiati, ma non fa niente, non ci pensiamo, è tutto passato. Messa a scegliere, il Pd ha deciso di cedere alla logica più facile e rischiosa: aggregarsi alla coalizione, sulla carta, più quotata e andare ad abbracciare Antonio Amente. Non importa se in passato se ne siano dette di tutti i colori, non importa se il candidato sindaco prescelto sia stato apostrofato in tutti i modi possibili dai (quasi) neo alleati, l’importante è il risultato finale. Sbeffeggiato per le giocate al Superenalotto, apostrofato come “bislacco” e considerato un (il) Faraone ormai in avanzato stato di mummificazione, adesso Amente è diventato l’uomo dei desideri per chi l’ha sempre deriso. Non è ancora ufficiale, ma il partito democratico, sfasciato dopo la scissione e abbandonato dalle altre liste sedute al tavolo – di quel gruppo c’è chi ha raggiunto Amente e chi invece ha creato l’alternativa Lello Caiazza – ha convocato gli iscritti alla sezione a prendere una decisione: andare da soli o con Amente? Domanda inutile, gran parte del direttivo ha deciso per la seconda possibilità e i loro pacchetti di tessere si comporteranno di conseguenza. Non è un caso che proprio amentiani doc, compresi suoi stretti familiari, siano andati a votare alle primarie dello scorso 30 aprile per suggellare il gemellaggio.

Da Amente si andrebbe compatti e col simbolo, con l’intenzione di portare a casa incarichi e seggi in una coalizione Amentecentrica. Il dottore, dal canto suo, già sente la vittoria in pugno. Può contare su oltre 10 liste + il Pd e già pensa a come dover dividere tutte le deleghe, i ruoli e gli incarichi: un compito non semplice, ma un piccolo prezzo da pagare per la vittoria finale. Ma quanto può essere contento di mettersi in casa chi ha sempre dichiarato essere gli artefici di un’amministrazione fallimentare? Come può perdonare chi l’ha sempre deriso? La bellezza della politica con la p minuscola.

In un quadro così desolato, però, c’è da apprezzare il grande gesto democratico del Pd di sottoporre agli iscritti la scelta delle sorti del partito. Una democrazia a metà, visto che sono stati esclusi dalla scelta gli altri due candidati sindaco. Pietro D’Angelo e Lello Caiazza hanno firmato per mandare Carpentieri e compagnia a casa, ma Amente non è stato da meno.

Cerasiello

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