La troupe di Striscia La Notizia con Luca Abete ritorna a Melito, nella puntata del 29 Maggio, di nuovo per l’annosa questione dello sversamento illegale di rifiuti ingombranti. (Leggi il nostro articolo di ieri).
In un servizio che esplora le zone dell’hinterland napoletano colpite da questo fenomeno, viene menzionata anche Melito. Infatti nel servizio si vedono varie zone della cittadina nelle quali vengono sversati rifiuti ingombranti, come materassi, pneumatici danneggiati e persino resti di elettrodomestici. (Guarda il video qui)
I riflettori quindi continuano ad essere accesi (per fortuna) su un fenomeno che va a gravare in modo permanente sull’ambiente, soprattutto nel momento in cui questi rifiuti vengono incendiati, creando una bomba tossica per il territorio e, soprattutto, per i cittadini.Risale proprio a pochi giorni fa, infatti, la notizia di una vita spezzata, l’ennesima, a causa dell’accumulo di criminalità, indifferenza e benestare delle autorità competenti sotterrato nei vasti terreni “coltivabili” della nostra regione. Terreni che da sempre hanno generato frutti. Frutti che rendono tipica la nostra terra, ma che da trent’anni a questa parte sono diventati puro veleno per la gente che se ne nutre.
Nicolina, Domenico, Patrizia, Michele. Sono solo alcune delle vittime mietute dal male del secolo nella nostra terra maledetta. Gioia e dolore il rapporto dei napoletani con la propria terra, che così come dà la vita, così la toglie.
È infatti provato da un’indagine conoscitiva su “Inquinamento ambientale ed effetti sull’incidenza dei tumori, delle malformazioni feto-neonatali ed epigenetica” approvata dalla commissione Igiene e Sanità del Senato, nella Terra dei Fuochi si muore di tumore più che nel resto del Sud ed, addirittura, più che nel resto d’Italia. Il tasso complessivo di incidenza dei carcinomi maligni arriva ad essere più alto del 21% nelle donne e del 46% per gli uomini. L’indagine, inoltre, presenta altri dati preoccupanti. Oltre alla tossicità della zona, ai fattori di rischio si aggiungono la bassa adesione agli screening preventivi da parte dei cittadini e la “debolezza” della rete sanitaria (la rete oncologica campana è stata istituita solamente negli ultimi anni).
Ma il popolo napoletano non è composto solamente da delinquenti e camorristi, bensì anche da persone che non sanno stare con le mani in mano e la bocca chiusa. Infatti sono stati accolti nel mese di marzo dalla Corte Europea dei Diritti Umani una serie di ricorsi presentati da cittadini e associazioni, contro lo Stato italiano, che denunciano la violazione dei diritti alla vita e al rispetto della vita familiare, sanciti dalla convenzione europea. Per l’appunto, I ricorrenti accusano lo Stato di non aver preso le giuste misure per ridurre il pericolo, consci della gravità della situazione.
È questo uno dei segni che il popolo non si è arreso, facendo sì che il riflettore sulla Terra dei Fuochi non si spenga mai. Perché solamente quando uno dei peggiori disastri ambientali andrà dimenticato, la speranza per un futuro migliore sarà perduta.
Anna De Masi