In seguito all’omicidio di Norina Matuozzo, lo scorso 2 marzo, i parenti e gli amici, non hanno mai smesso di chiedere giustizia per la donna e il 6 maggio avrà luogo una fiaccolata in sua memoria.

Il corteo partirà alle ore 21 in Via Papa Giovanni XXIII 49, dov’è l’abitazione di Norina, continuerà in Via Roma, Via Casamartino, Corso Europa e terminerà nel punto di partenza. Come dichiarato sui social, “NON RESTEREMO MAI IN SILENZIO FINCHÉ GIUSTIZIA NON SARÀ FATTA !!!  #GiustiziaPerNorina! ❤️“.

La richiesta dell’evento, protocollata il 29 aprile, non vuole solo ricordare quanto successo lo scorso marzo ma anche sensibilizzare una questione delicata come quella del femminicidio.

Tanti i post sulle bacheche dei social per Norina, dai parenti e dagli amici, uno su tutti, emozionante e significativo: 

“Lei è Norina, femmina trattata come una pupa di pezza, uccisa a pistolettate dal marito dopo una vita silenziata, e messa subito a tacere pure da morta, perché la sua “ammazzatina” ha portato all’arresto di un boss della camorra. E allora la fanfara dei giornali e delle televisioni ha suonato solo per il malavitoso, per la sua faccia insignificante e per i suoi gattini. E tutti si sono subito scordati di lei, che pure in vita era stata una brava ragazza, una bella donna, una mamma devota.
Lei è Norina, femmina già in tenera età. È adolescente quando conosce Salvatore, già uomo, maschio, uno che si fa rispettare. Lei ha tanti pretendenti, ma è già incinta. Lui intanto è stato arrestato ed è finito in galera. Norina è diventata donna, una donna in attesa di una creatura che cresce nella sua pancia, e del suo uomo in carcere. Lei sta in casa, mentre gli amici escono, si divertono, ballano, si prendono, si lasciano.
Norina mette l’abito bianco, si sposa in carcere. È così bella che tutti le fanno l’inchino. Lui è geloso e possessivo. Rimane in galera una decina d’anni, mentre lei cresce la figlia nella casa dei suoi genitori. Ma quando esce di prigione, Norina deve seguirlo.
Lei manda avanti la casa, con pochi soldi, senza spese superflue. Lui tira fuori il portafogli quando è fuori, con le altre donne. Lei non può scherzare nemmeno con i cugini maschi. Intanto è di nuovo incinta. Ora è lei quella carcerata in casa.
Stanca di essere tradita e ripagata con insulti, schiaffi, pugni, calci, sotto gli occhi dei figli, Norina lo lascia e torna a vivere da sua mamma. È sabato 2 marzo. Salvatore Tamburrino, 41 anni, la raggiunge in casa, dove ci sono i suoceri e i bambini. Le spara tre colpi di pistola. Ma solo per spaventarla, dirà. Non la voleva certo ammazzare. Poi attiva una serie di chiamate e messaggi che svegliano il cane che dorme e portano all’arresto di Marco Di Lauro, il superlatitante della camorra. Sui giornali ci finisce la faccia del boss, il quale è stato arrestato dopo che un suo fedelissimo ha ammazzato la moglie. Questa moglie era Norina Matuozzo, aveva 33 anni, era solo una pupa di pezza.”

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