Puntuale come un cd di Michael Bublè sotto Natale, è arrivata l’ennesima figuraccia melitese. Stavolta, dopo che l’istituto superiore e la ricerca ambientale ha sancito che Melito è la terza città più cementificata d’Italia, Legambiente ha fornito ulteriori impietosi numeri: con la triste quota del 33%, la città a nord di Napoli si classifica ultima tra le città “riciclone” dell’hinterland partenopeo. Il dato si riferisce all’anno solare 2015: anno funesto per la munnezza melitese che per lungo periodo è rimasta a fermentare in strada per diverse settimane per le ‘agitazioni’ degli operatori ecologici della fallita Multiservizi.

Non sono bastati gli incentivi, le raccolte straordinarie, l’affidamento a nuova azienda. No. La raccolta differenziata è ferma al palo.
Per problemi strutturali, dicono alcuni, per l’inciviltà diffusa, dicono altri, fatto sta che quello che è stato più volte annunciato come un fiore all’occhiello per la città è finito per essere, come tutto il resto, un completo disastro.

Neanche l’invenzione delle macchinette automatiche per differenziare è servita a niente: il progetto non è mai partito, nonostante le inaugurazioni nelle isole ecologiche con tanto di filmati entusiasti e altezzosi. Un altro spreco di soldi sottaciuto. Stesso discorso per l’applicazione per smartphone.

Aspettiamo fiduciosi i dati del 2016, sicuri che peggio del 33 percento non si possa fare.
Aspettiamo allo stesso modo la prossima brutta notizia.

P.s. ma il bando per l’affidamento del ciclo integrato dei rifiuti di maggio che fine ha fatto?

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