Nonostante gli appelli e dimostrazioni di “buona volontà”?! Da parte dell’amministrazione locale niente cambia.
Scrivevano alcuni intellettuali del nostro capoluogo: A Napoli, il problema immondizia è antico quanto la stessa città, che pure conta duemila e cinquecento anni. Non lo risolsero i greci, non lo risolsero i romani (che pure erano maestri in questo genere di cose), e non lo risolsero i Borbone. Nel Settecento, secolo di massimo splendore artistico della capitale, le strade erano luride, come testimonia, tra l’altro, una lettera di Leopold Mozart (padre di Wolfgang) alla moglie: «La sporcizia, l’enorme numero dei mendicanti, il popolo ripugnante (…) tutto ciò mi permette volentieri di lasciare queste bellezze». Due secoli dopo, Benedetto Croce scriveva che «A Napoli non si è ancora cominciato a portare via le immondizie del Duecento».
Quello che si vede in questi giorni nella nostra cittadina, siamo nel 2018, è di gran lunga stupefacente, verrebbe da dire grandioso. Cumuli di rifiuti che fanno bella mostra come monumenti della vergogna; distese di blattee, feroci battaglie di zoccole e perfino gabbiani che si contendono i rifiuti.
Vedo e leggo sul social Facebook che il Sindaco Amente, ha fatto appelli, si mette d’impegno e buona volontà. Sopralluoghi, controlli, ispezioni, sorveglianza, tutto ENCOMIABILE!
Ma una domanda mi sorge spontanea, com’è che il mattino successivo e nei giorni a seguire, in quegli stessi posti ci sono gli stessi identici cumuli di spazzatura? (le foto le potrete vedere sempre sul social, postate dal sig. Sindaco)
Si dirà e si dice, da sempre, i cittadini sono incivili, almeno una parte di essi, è vero, verissimo, ma come se ne esce fuori da questa situazione?
Qui sembra quasi che ci sia una sfida, una lotta, tra le amministrazioni che si sono succedute e questi individui incivili e sozzoni che vogliono fare i loro porci comodi.
Certo è che le scelte e le politiche messe in campo per risolvere questa endemica piaga del nostro paese, sono cervellotiche e improvvisate, a mio modesto parere. Cito solo l’ultima “trovata”, nei giorni passati sono stati affissi dei manifesti di DIVIETO ASSOLUTO di usare sacchetti neri, di sversare nei giorni e orari prestabiliti ecc., con la “minaccia” che i rifiuti sversati fuori dal calendario di raccolta non sarebbero stati rimossi.
Risultato? Niente di niente! Puntualmente i menefreghisti se ne sbattono di questi avvisi!
C’è di più, oltre al danno si aggiunge la beffa, mi spiego: lo zozzone e incivile di turno oggi butta la monnezza fuori calendario (indipendentemente dal colore del sacchetto), passa l’operatore ecologico e non preleva (come da ordinanza), il cittadino riciclone, negli orari e giorni prestabiliti mette allo stesso posto la spazzatura da lui prodotta, intanto gli incivili continuano a sversare come vogliono loro, la monnezza si accatasta, arriva il giorno del prelievo dell’indifferenziato e il tutto finisce nei camion della nettezza urbana senza distinzione, carta, plastica, vetro, ecc.. Questo è il danno.
Poi c’è la beffa: tutta la monnezza prodotta si va a sversare. Più tonnelate di rifiuti, più soldi da pagare da parte del Comune e quindi tassa più salata per il cittadino; l’operatore ecologico è sul posto di lavoro ma non preleva; il riciclone si scoraggia vedendo queste scene e non ricicla più e così via… . In alcuni “sversatoi storici” nonostante che la stragrande maggioranza dei residenti non faccia la differenziata se i rifiuti non vengono prelevati c’è subito la protesta, rifiuti in strada, blocchi stradali ed altri disagi. In che paese viviamo.
LE PROPOSTE
Più controllo del territorio, controllo vuol dire anche fermare i mezzi che trasportano i rifiuti ingombranti che, sicuramente, questi vanno a sversare da qualche parte, vedi fuori alle due “isole ecologiche” presenti sul territorio comunale. A proposito, su queste, ci sono cartelli di video sorveglianza, ma funzionano le telecamere? E perché non s’interviene? Perché ogni mattina ci sono quintali e quintali di rifiuti stipati fuori?
Sempre in questi sversatoi storici, c’è la spazzatura conferita dai commercianti che hanno il loro esercizio in zona. Basterebbe ispezionare i sacchetti (nella migliore delle ipotesi) e la monnezza è facilmente identificabile da chi è stata portata, si proceda con i provvedimenti del caso.
Si dirà che il Comune non ha i fondi; sul territorio operano già delle “guardie ecologiche”, si dia loro ampio mandato, come pagarli? Una percentuale sulle contravvenzioni (documentate e accertate) elevate, più controllano più guadagnano.
Premiare i cittadini virtuosi, invitandoli a portare i rifiuti nelle isole ecologiche dietro “sconto” sulla tassa dei rifiuti. Lo si fa già in altri paesi perché da noi non si può applicare? Per lo smaltimento dei rifiuti, tutti i cittadini devono al Comune una quota fissa annuale che è calcolata sulla superficie occupata dalla famiglia e sul numero delle persone della famiglia. Poi c’è una quota variabile calcolata sulla quantità “presunta” di rifiuti prodotti dalla stessa famiglia. Ed è qui che scatta il premio: c’è un sistema che permette di sapere esattamente quanti rifiuti produce ogni nucleo familiare. Chi ricicla di più vince un bonus sotto forma di sconto sulla parte variabile della tariffa. Lo fanno a Mercato San Severino, il Comune riciclone diventato modello per molti Comuni del Nord, sono arrivati a studiare il sistema della raccolta differenziata addirittura dalla provincia di Cuneo. La Regione Lombardia li ha contattati perché le facessero da consulenti. Una bella soddisfazione, no?
Melito di Napoli arriverà mai a questo?
Tonino Caiazza
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