Ad un mese dalla tragedia, arriva una prima confessione del bidello che ha ucciso il professore
Un prestito, uno scambio o più scambi di denaro al centro della confessione di Giuseppe Porcelli, il bidello in carcere per l’assassinio del professor Marcello Toscano avvenuto lo scorso 27 settembre.
A poco più di un mese, dunque, arriverebbero le prime confessioni del bidello accusato di omicidio. L’uomo, attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale, avrebbe iniziato a parlare dopo un mese di assoluto silenzio.
Un crollo, quello che avrebbe avuto, a seguito dei novanta minuti di interrogatorio svoltisi venerdì pomeriggio dinanzi al Pm di Napoli nord, Fabio Sozio.
Un interrogatorio fiume coordinato anche dalla Procuratrice Maria Antonietta Troncone e con la presenza dell’avvocato difensore del bidello, Giovanni Edoardo Aprea, nel quale più volte l’uomo sarebbe crollato, in lacrime, ammettendo di aver compiuto l’omicidio e chiedendo scusa ai familiari, suoi e della vittima.
Adesso le sue dichiarazioni passeranno all’esame dei magistrati che dovranno vagliarle e verificarle. L’indagato, nel corso dell’interrogatorio, avrebbe, a più riprese, escluso di aver agito con premeditazione, sostenendo di aver ucciso il professore per contrasti di natura economica legati alla restituzione di un prestito ricevuto dalla vittima.
Sembrerebbe, infatti, che tra il bidello e il professore Toscano vi fosse una conoscenza di vecchia data e che, secondo le parole dell’indagato, non sarebbe stata la prima volta che tra i due vi fossero favori economici.
Le parole del bidello sarebbero piuttosto chiare allorquando escluderebbe che la vicenda includesse una compravendita di un immobile all’asta e, altresì, la rilevazione di un’attività commerciale quale un girarrosto sul territorio mugnanese.
Nel corso delle indagini sarebbe emerso, infatti, che i rapporti tra i due fossero spesso evidenziati da prestiti, regalie e favori tra i quali spiccherebbe la concessione da parte del professore di un’auto di grossa cilindrata, prestata in occasione del matrimonio del figlio del bidello stesso.
L’attenzione, però, dei magistrati cadrebbe sull’ultimo dei prestiti concesso dal professore al bidello: una somma di 1400 euro circa beneficiata dal professore al bidello, poi restituita in contanti, sembrerebbe, con un prestito personale di 4000 euro.
Ma nell’interrogatorio di venerdì, tra le motivazioni della furia omicida che avrebbe scatenato il gesto delittuoso del 27 settembre, il bidello avrebbe confessato che, nelle ultime settimane, il professor Toscano richiedesse insistentemente la restituzione di quanto concesso, ma che volesse all’incirca 1000 euro in più rispetto a quanto effettivamente prestato.
Dunque, non solo una confessione, quella del bidello omicida, ma anche una rivelazione piuttosto grave circa la figura del professore stimatissimo da tutti come “un uomo pacifico e senza particolari problematiche economiche o sociali con alcuno”, secondo le parole del Gip.
Al momento, però, gli inquirenti continueranno a verificare le parole dell’omicida che, con la confessione, farebbe praticamente chiudere il caso, mentre si attendono i risultati dell’autopsia sul corpo martoriato del professore, condizione che indicherebbe la ferocia con la quale il bidello avrebbe ucciso.
Sembrerebbe, infatti, che da una prima ispezione esterna sul cadavere del professor Toscano, vi fossero almeno 40 coltellate, un quadro che evidenzierebbe l’impeto delittuoso.
i due, si sarebbero quella mattina incontrati più volte durante l’arco della mattinata, come ogni giorno, tra le mura e i corridoi scolastici, ma nessuno degli interrogati avrebbe intuito tensione tra i due uomini.
Successivamente, più tardi, vi sarebbe stato un incontro dei due in un locale secondario all’istituto scolastico, ovvero un magazzino deposito che, un tempo, era la casa del custode della scuola. Non risulta ancora chiaro se i due si fossero dati appuntamento in quel luogo per discorrere della loro questione oppure se il professore avesse raggiunto il bidello all’interno del magazzino mentre quest’ultimo stesse svolgendo mansioni ordinarie legate alla sua professione.
Probabilmente, e questa sembrerebbe essere la versione più accreditata, tra i due vi sia stato un primo scontro verbale sul tema della restituzione del denaro prestato, che, però, poi sia degenerato in una colluttazione piuttosto violenta avvenuta tra i due.
Le parole del bidello omicida, però, si fermerebbero allorquando gli verrebbe chiesto da dove avesse reperito il coltello: l’uomo, a quel punto riferirebbe di non ricordare né da dove l’avesse preso né dove, successivamente, l’avesse gettato. Sul fatto, il bidello fornirebbe dichiarazioni confuse ma avrebbe, invece, indicato, il luogo nel quale si sarebbe disfatto dello smartphone del professore.
Tutti questi elementi mersi starebbero componendo un puzzle già abbastanza chiaro per gli inquirenti, ma le indagini proseguono a tutto campo.
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Marianna Di Donna