Melito, focus sulle recenti inchieste e ultime elezioni amministrative
Criminalità organizzata e omertà: sono questi gli ingredienti principali della politica e dell’imprenditoria della città di Melito. Nella città è il sistema a “governare” sui politici, sugli imprenditori, sui costruttori e una delle prove schiaccianti è stato lo scoperchiamento del sistema del racket di estorsioni, Estorsioni 2.0, che ha portato a 31 arresti tra Melito e Mugnano, tra cui il Presidente ASCOM di Melito, Antonio Papa, la mente dell’intera organizzazione, e due caschi bianchi, Giovanni Marrone e Giovanni Boggia, i quali si recavano personalmente presso le attività commerciali per richiedere il “pizzo”.
“Tutto era, ed è ancora, in mano loro. Non a caso non c’è stata una sola denuncia da parte dei commercianti, se non quella di un coraggioso salumiere che si è rifiutato di acquistare mozzarella imposta dal clan e di pagare, in alternativa, 500 euro al mese ai camorristi. ‘Nessun altro ha collaborato’, dice a denti stretti il comandante provinciale del nucleo di Polizia economico-finanziario, Domenico Napolitano, che con i suoi uomini ha dato una svolta alle indagini quando un giorno ha piazzato una cimice nell’ufficio di un insospettabile presidente della principale associazione dei commercianti, scoprendo un mondo nero”, è quanto riporta il settimanale “L’Espresso”.
Ogni commerciante, stando alle dichiarazioni di alcuni pentiti, era costretto a comprare pacchi di gadget al costo di 160 euro cadauno, per chi rifiutava era necessaria la “visita”, che era garanzia di persuasione all’acquisto.
Questo, però, non è tutto: l’organizzazione criminale, capeggiata da Antonio Papa e coadiuvata dal clan Amato-Pagano, gestiva anche i servizi funebri entrando nelle ditte che ricevevano il maggior numero di richieste per i funerali. Tra il 2015 e il 2019, in seguito all’assunzione di Rocco Papa (vedi rettifica posizione in fondo all’articolo), fratello del suddetto Antonio Papa, da parte della società di servizi funebri Coppola, almeno 500 funerali sono stati svolti dall’asse Marrone-Coppola.
Tornando più indietro è possibile ricondurre la cementificazione di Melito, che risulta la quarta città più cementificata d’Europa dopo il terremoto dell’80, agli stessi clan che con la legge 219, fortemente voluta dalla Democrazia Cristiana, hanno permesso di costruire sul territorio prefabbricati di cinque piani ciascuno, per uso temporaneo, diventati però eterni e soprattutto, il fortino dei clan:“Spazzatura in basso, vedette in alto. Qui chi entra e chi esce è controllato, come lo è il vicino Parco Monaco, quattro palazzine come un cubo aperto, diventate il quartier generale del clan, dei “compagni”, come si chiamano tra loro”.
Il sistema, però, non si accontentava del semplice e solo spaccio di cocaina, fatturando, secondo “L’Espresso”, intorno ai 24mln di euro, più del comune nel quale circolavano gli stessi “compagni”, che nel corso degli anni hanno permesso l’organizzazione di eventi e opere più costose del dovuto, appalti e feste di piazza, che hanno reso dubbiosi cittadini e politici attivi sul territorio rispetto al denaro, conoscendo le sorti dissestate delle stesse casse comunali.
Entrando anche nella casa comunale, la camorra inseriva i propri uomini come funzionari del Comune, come l’Ingegnere Claudio Valentino, chiamato dall’ufficio tecnico dall’ex sindaco Antonio Amente: da qui sono partite le indagini nella città di Sant’Antimo, in seguito alle segnalazioni relative all’ampliamento cimiteriale relativo al territorio di Melito.
Ancor più grave l’intromissione della camorra all’interno delle elezioni comunali che, secondo alcuni collaboratori di giustizia, in passato hanno comprato voti per 100mila euro circa per la scelta del sindaco.
Infine, nell’inchiesta di Antonio Fraschilla de “L’Espresso”, si fa accenno alle ultime elezioni amministrative:“In questi giorni si è tenuto il ballottaggio e ha vinto con il 51 per cento Luciano Mottola, già vicesindaco di Amente, contro la candidata del centrosinistra Dominique Pellecchia – si legge nell’articolo – una vittoria sul filo di lana con meno di 400 voti di differenza.
I consensi nelle sezioni elettorali sono stati quasi sempre un testa a testa. La differenza l’hanno fatta alcune sezioni, come la numero dieci (con 120 voti di scarto), la undici (con 170 voti di scarto) e la dodici (200 voti di scarto): le sezioni di parco Monaco e delle abitazioni che confinano con Scampia.
I fortini degli Amato-Pagano. Qui funziona così e nessuno, a parte procura e forze dell’ordine, sembra più volersi davvero occupare di queste terre di camorra”, si conclude così il reportage di Antonio Fraschilla su “L’Espresso” riguardo la situazione che, ormai da anni, affligge la città.
(Foto de “L’Espresso”, a cura di Stefano Schirato. Fonte: Antonio Fraschilla)
E’ giunta alla nostra redazione richiesta di rettifica della posizione del Papa Rocco e provvediamo a pubblicare:
Tribunale di Napoli – Dodicesima Sezione Penale – Collegio C
decidendo sull’istanza di riesame presentata nell’interesse di Papa Rocco avverso l’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Giudice del tribunale di Napoli in data 6 aprile 2021;
così provvede
Letto l’art. 309 c.p.p. annulla il provvedimento impugnato nei confronti di Papa Rocco e, per l’effetto, ne dispone l’immediata scarcerazione, se non detenuto per altra causa.
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