Un mese fa l’omicidio a Sant’Antimo, oggi il corteo a Melito

Era la mattina dell’8 giugno quando Maria Brigida, 23enne originaria di Melito, fu brutalmente uccisa dal suocero, nella sua abitazione a Sant’Antimo.

L’uomo, probabilmente infatuato della ragazza, sparò diversi colpi alla giovane, dopo aver ucciso in pieno centro anche il genero, con il quale credeva che Maria Brigida avesse una relazione extraconiugale.

Oggi, un mese dopo il duplice omicidio, si è tenuto il trigesimo della 23enne, dopo il quale si è tenuto un lungo corteo in memoria di Maria Brigida ma, soprattutto, per sensibilizzare su questa tematica che, oggigiorno, è purtroppo fin troppo vicina alla nostra società.

 

L’accaduto (8.06.2023)

Alle prime ore di questa mattina un uomo sarebbe stato colpito da 6 colpi d’arma da fuoco che sarebbero risultati fatali in Piazzetta Sant’Antonio a Sant’Antimo; poco distante da lì, sarebbe stata uccisa anche un donna.

Sant'Antimo

Sant'Antimo

Sant'Antimo

I corpi sono stati ritrovati tra Piazzetta Sant’Antonio e Via Caruso: il primo in strada, il secondo in un appartamento.

Dopo diverse ore dal colpo, si sarebbe costituito, però, il killer: si tratterebbe di Raffaele Caiazzo, 44enne, suocero di entrambe le vittime, padre dei coniugi delle vittime. Dopo il duplice delitto, era risultato irreperibile per alcune ore. L’ipotesi degli inquirenti è che abbia ucciso genero e nuora perché sospettati di avere una relazione.

I funerali di Maria Brigida

Verrà tumulata nel cimitero di Miano, a Napoli, la salma di Maria Brigida Pesacane, la giovane 23enne originaria di Melito, uccisa la scorsa settimana nella sua abitazione di Sant’Antimo a colpi di pistola. Secondo le indagini dei carabinieri a sparare sarebbe stato il suocero, Raffaele Caiazzo, che poco prima aveva ammazzato in strada l’altro genero, sospettando che i due fossero amanti.

I funerali della ragazza, madre di due bambini di quattro e due anni, si sono svolti nel pomeriggio, nella chiesa Madre di Melito, dedicata a S. Maria delle Grazie, partendo dalla casa dei genitori nel centro storico cittadino. Al seguito i familiari e gli amici del quartiere con il labaro dell’associazione Madonna dell’Arco.

Molti indossavano una maglietta bianca con la scritta “Giustizia” sul retro e con la foto di Maria Brigida stampata davanti. Scortato dai carabinieri il carro funebre ha attraversato via Pizzone e via Roma, prima di fermarsi a una ventina di metri dalla parrocchia. Nell’ultimo tratto la bara bianca con i resti mortali è stata trasportata a spalla, fino ai piedi dell’altare, accolta dall’applauso dei numerosi presenti.

“La vita – ha detto poi il parroco don Italo nell’omelia – sembra non avere più significato in questo mondo. Come si può uccidere, pianificando tutto? Nessuna vita può essere spenta così violentemente. Cari genitori e parenti, Maria Brigida non c’è più, ma prega per voi e con voi; non finirà mai di essere madre, sorella, figlia. C’è tanta sofferenza per i suoi figli, è qualcosa di indescrivibile, sembra di vivere un incubo.”

All’uscita del feretro decine di palloncini bianchi e rossi sono stati liberati in alto, mentre la piazza è passata da un silenzio assordante ad un nuovo e fragoroso applauso.

Laura Barbato

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