La seduta di consiglio comunale di ieri mattina ha approvato il dissesto finanziario, un passaggio obbligato che porterà nei prossimi anni all’aumento delle tasse e al commissariamento parziale per, almeno, i prossimi 4 anni: la cittadina melitese conta circa 64milioni di euro di debiti.
Il dibattito portato ieri in consiglio è stato incentrato sull’approvazione della delibera di default e si è concluso con 16 voti positivi da parte della maggioranza mentre i membri dell’opposizione hanno deciso di abbandonare l’aula, gesto di protesta etichettato dal Sindaco Amente come irresponsabile e irrispettoso.
Duro il confronto tra maggioranza e opposizione nel corso del dibattito: non sono mancati momenti di tensione, che hanno visto l’intervento della polizia municipale per placare gli animi accesi. Ad infiammare il dibattito ci hanno pensato i consiglieri di minoranza. Documentazione tardiva, mancato dibattito in commissione e conferenze dei capigruppo non convocate sono stati i principali punti al centro della contesa.
L’attuale amministrazione, a detta dell’opposizione, “non è stata in grado di far fronte ad una situazione così delicata, dimostrato anche dal fatto che in un primo momento la dichiarazione di dissesto è stata detta come un’azione obbligata poi come un atto di coraggio, che nessuna amministrazione melitese ha mai fatto”, una contraddizione sottolineata dal capogruppo di Melito Adesso Lello Caiazza.
Il “buco” nei conti pubblici, come emerge dal dettaglio dei debiti allegato alla proposta di delibera, è frutto di oltre 20 anni di gestione. Un concetto espresso sia dal sindaco Antonio Amente, che si è detto rammaricato di essere il primo cittadino a cui è spettato sancire il fallimento delle casse comunali, sia dal consigliere Stefano Capozzi che durante il dibattito ha affermato: “Se fossero stati spesi così tanti soldi in un anno e mezzo, Melito sarebbe una piccola Montecarlo”.
Laura Barbato