Condono edilizio a Melito, pratiche sbloccate dopo 35 anni
Si è resa necessaria la nomina di un pool di tecnici per sbloccare le richieste di condono edilizio relative agli anni 1985, 1994 e 2003: questa era, infatti, la situazione trovata al comune di Melito di Napoli dall’attuale sindaco in carica.
Ieri, quindi, è arrivata la giornata tanto attesa per chi, la bellezza di appena appena 35 anni fa, aveva inoltrato regolare richiesta di condono edilizio.
Nella mattinata di ieri, infatti, il responsabile del settore Urbanistica Luigi Panzera, ha dato il via a quella che starebbe rappresentando, per la città di Melito, una svolta assoluta per richieste andate ormai a finire nel dimenticatoio.
Un provvedimento annunciato a gran voce dal primo cittadino in carica, Luciano Mottola, che attraverso la sua pagina Facebook, ha voluto notiziare i suoi cittadini per un primo risultato ottenuto.
Il sindaco Mottola, infatti, ha spiegato il valore doppio di questa svolta burocratica che da troppi anni stava bloccando richieste di quanti volessero essere in regola con la legge.
La sua attenzione, infatti, si concentra sul fatto che riuscire ad evadere una richiesta in tempi debiti rappresenterebbe la regolarizzazione per legge dell’edilizia di un territorio ma garantirebbe, allo stesso tempo, “nuove entrate al Comune derivanti dagli oneri concessori”.
E, a tal proposito, dichiara che i soldi provenienti dagli oneri accessori potranno poi essere riversati ed utilizzati per la manutenzione pubblica ed il decoro urbano.
“Sono trascorsi decenni di proclami e di vane attese, perché su questo tema è da sempre mancata una seria ed oculata programmazione. Consapevoli di ciò, la giunta comunale, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Gaetano Palumbo, ha dato l’atto di indirizzo amministrativo al responsabile di Settore che ha così provveduto a formare le commissioni Condono secondo quanto stabilito dalla Legge”.
Il sindaco, dunque, si dichiara molto contento di questa evoluzione che la sua amministrazione starebbe cercando di avviare in nome di quelle buone pratiche alle quali dovrebbe rifarsi il cittadino e, soprattutto, in nome di quella legalità che da troppo tempo, appare desueta.
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Marianna Di Donna