È da circa un anno, che i lavoratori Socialmente Utili (LSU) vivono in una situazione di particolare ristrettezza economica a causa delle nuove disposizioni di legge che hanno comportato la riduzione delle ore o l’assorbimento degli stessi nei comuni dove compare ancora tale categoria di lavoratori. Al comune di Melito alcuni LSU, nel corso degli anni, sono stati assorbiti come dipendenti, ma altri vivono in una situazione particolare, anche a causa dei problemi economici in cui riversa l’Ente. Il problema si è evidenziato maggiormente da quando il consiglio comunale ha approvato il pre- dissesto portando gli LSU ad attuare diverse proteste anche fuori la Prefettura di Napoli e gli uffici della regione.

Stando alle dichiarazioni dei lavoratori socialmente utili, non sarebbe stata aggiunta nessuna ora di integrazione alle 75 ore lavorative, con la seguente decurtazione dallo stipendio (circa 520 euro al mese), con le immaginabili conseguenze sull’intera finanza del nucleo familiare, talvolta monoreddito.
“Noi occupiamo un posto in organico, lavoriamo e portiamo avanti dei servizi e degli uffici da soli – dichiarano i lavoratori – Veniamo pagati dall’ Inps con un assegno che ha la dicitura ‘disoccupazione non agricola’. Noi siamo indignati, perché molti insinuano che percepiamo un’integrazione non meritata, solo perché compiamo dei lavori subordinari, noi non rubiamo lavoriamo ugualmente come tutti anzi alcuni di noi compiono lavori che non dovremmo, essendo quello dei dipendenti che spesso lasciano a noi tali incombenze. La cosa peggiore è che rischiamo di dover abbandonare il nostro posto di lavoro a causa del mancato rinnovo dei contratti da parte dell’attuale governo”, hanno evidenziato.

A far precipitare la situazione è stata la comunicazione del 31 dicembre 2018 che ha evidenziato che a partire dal 01/01/2019 non sarebbe stato più possibile svolgere lavoro integrativo per via del dichiarato stato di predissesto facendo cadere gli LSU in un comprensibile stato di angoscia.

Teresa Barbato

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