La casa famiglia è stata intitolata alla memoria di Teresa Buonocore, una mamma coraggio uccisa dalla camorra

Nella giornata nazionale dedicata al minuto di silenzio nelle scuole per ricordare il femminicidio di Giulia Cecchettin, viene inaugurata a Melito una nuova casa famiglia dedicata ad una donna, Teresa Buonocore, mamma coraggio, morta assassinata per aver avuto il coraggio di denunciare gli abusi su sua figlia.

A condannare a morte l’allora 51enne Teresa Buonocore, fu Enrico Perillo, un geometra di Torre Annunziata, accusato dalla stessa di aver abusato della figlia di appena 8 anni.

La donna. all’epoca dei fatti, era mamma di due figlie: una di queste frequentava la stessa scuola della figlia del Perillo. Un’amicizia tra bambine che andava oltre quella tra i banchi di scuola e che vedeva le due frequentarsi, spesso, nelle rispettive abitazioni di famiglia. Se non fosse, però, che nell’abitazione del Perillo, iniziava a girare voce che accadessero cose strane: tra quelle mura, infatti, si consumavano violenze, coperte da un velo di terrore che animava le bambine nel tenere nascosto quel terribile segreto. Fino a quando “una confidenza” fatta da una delle due, fece aprire gli occhi di Teresa Buonocore che, immediatamente, denunciò il fatto iniziando quella lotta che la porterà fino alla morte.

La donna, infatti, divenne nota all’opinione pubblica e considerata una “mamma coraggio” perché agli atti risultò un  suo rifiuto ad un’ ingente somma di denaro, all’incirca 120.000 euro, in cambio del ritiro della denuncia. Un tentativo di corruzione per coprire un’accusa terribile a cui Teresa  non cedette in nome della giustizia.

Il percorso di Teresa Buonocore andò avanti in un lungo e doloroso processo che vide condannare e accusare Perillo in quanto pedofilo per aver abusato di sua figlia e di un’altra bambina. La vita della donna, però, fu stroncata dall’arrivo di due sicari, il giorno 20 settembre del 2010 in via Ponte dei francesi a Napoli. Qui, la donna fu raggiunta da quattro colpi Calibro 9. Quella morte aveva tutto il sapore di un agguato camorristico, un omicidio in stile camorra, molto lontano da quella donna che nella vita faceva la segretaria e non risultava, affatto, legata ad ambienti malavitosi.

A risolvere il giallo sulla misteriosa morte ci pensarono poi due pentiti di camorra che si dichiararono, anch’essi, vittime assoldate dal Perillo per placare la sua sete di vendetta.

Da allora, ogni anno, il 20 settembre si celebra l’anniversario di quella morte di una donna che è stata anche insignita della medaglia d’oro al merito civile e alla sua memoria.

In memoria di Teresa Buonocore, negli anni, si sono fatte tante manifestazioni e le sono state dedicate strade ed onorificenze varie tra cui anche una stele nel cimitero di Portici, sua città natale.

Ed oggi, a Melito, si è inaugurata una casa famiglia, in un bene confiscato alla camorra e sistemato ad hoc per l’uso sociale che avrà, ed è proprio intitolato e dedicato a lei.

Già perché questa struttura è proprio atta ad ospitare le donne vittime di abusi che decidono di ribellarsi alle sofferenze, alle violenze e alle umiliazioni da parte di chiunque, così facendo, possa arrecare loro del male.

Ospite dell’inaugurazione è stato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha rilasciato delle dichiarazioni in merito all’evento “Oggi si accende la speranza per tante donne vittime di violenza: sanno che potranno trovare riparo e serenità in un luogo sicuro, lontano dai loro aggressori. Ed è particolarmente significativo che ciò avvenga in un bene confiscato alla criminalità organizzata che abbiamo voluto intitolare a una mamma coraggiosa come Teresa Buonocore, brutalmente uccisa per aver deciso di denunciare chi aveva abusato di sua figlia.  “Il sacrificio della sua vita è la testimonianza di una persona, di una donna, che ha creduto fortemente nelle istituzioni e nel valore della legalità, pagando con la propria vita la scelta di opporsi  ad un esponente della criminalità organizzata. Vogliamo tenere alta la sua memoria e fare in modo che tante altre donne, ospiti della casa-famiglia, possano seguire il suo esempio e trovare il coraggio di denunciare i propri aggressori”.

Presente alla cerimonia di inaugurazione anche il magistrato che si occupò della vicenda di Teresa Buonocore alla quale ha dedicato un libro, il dottor Carlo Spagna.

Un’inaugurazione con doppio valore che ha visto anche una rinascita di un immobile confiscato ai clan della camorra locale: un luogo, quindi, dove si dovrà respirare aria di riscatto, di solidarietà e di senso civico.

Foto dal web

Marianna Di Donna

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