MELITO – Venanzio Carpentieri risponde a tono al documento pubblicato questo pomeriggio dal gruppo consiliare del Pd. Il partito numericamente più consistente della maggioranza (ora non più) ha comunicato in un atto pubblico la fuoriuscita dalla maggioranza e il ritiro degli assessori Pd dalla Giunta. La decisione è avvenuta in seguito alla riunione decisiva di ieri sera quando è avvenuta la vera e propria rottura che ha portato ad una brusca spaccatura tra sindaco e partito. Il Pd chiedeva una rivisitazione delle deleghe in ambiti cruciali per la macchina amministrativa.
Carpentieri replica:
“Il documento diffuso quest’oggi dal PD melitese in merito alla verifica politica aperta in occasione del consiglio comunale del 28 agosto scorso illustra in modo inesatto e insoddisfacente la reale portata delle questioni in discussione.
Dopo mesi in cui ho ripetutamente invitato il mio partito ad esprimere in modo concreto e specifico le criticità meritevoli di particolare attenzione e soprattutto le proposte avanzate per fronteggiarle, solo a metà novembre, sotto la mia insistente sollecitazione, siamo riusciti a definire un documento condiviso in cui quei problemi e quelle soluzioni sono stati messi nero su bianco.
Tale documento è stato, poi, discusso e fatto proprio dall’intero gruppo consiliare Pd.
Il motivo per cui ad oggi la verifica politica non può dirsi conclusa dipende dalla circostanza che il Pd – partito che esprime il sindaco, il vicesindaco, tre assessori con deleghe di assoluto rilievo, il presidente del consiglio comunale e il vicepresidente del consiglio comunale – subordina la positiva conclusione del confronto all’attribuzione di un quarto assessorato con delega all’urbanistica (delega, questa, già detenuta dalla vicesindaco espressione del Pd). Tale richiesta mi è stata presentata come assolutamente vincolante e dal suo accoglimento dipende la decisione in merito alla partecipazione del Pd ai lavori del consiglio comunale e della giunta.
Ritengo che in politica le proposte vincolanti siano incompatibili con la volontà di dialogare; inoltre, ritengo che tutto ciò poco o nulla abbia a che vedere con gli interessi reali della comunità melitese e con la risoluzione delle problematiche che la affliggono. In nessun caso, a mio avviso, le istanze e le aspirazioni di un partito possono prevalere sul funzionamento delle istituzioni democratiche. Quando ciò accade, la politica viene meno al suo dovere principale, quello di mettersi al servizio dell’interesse generale. Coscienza e senso di responsabilità non mi hanno mai fatto difetto.
Auspico che anche il Pd sappia recuperare tali principi ispiratori e porli alla base della propria azione politica “.