La seduta del Consiglio comunale di Melito svoltasi il 17 giugno non ha tradito le attese.

Si annunciava come un appuntamento “caldo” e tale si è rivelato, per quello che è accaduto in aula e per il seguito che ne è derivato.

I punti politicamente più intriganti erano due: l’elezione del nuovo presidente del Consiglio comunale e il progetto di fattibilità per ulteriori lavori nel cimitero comunale.

Il primo argomento non ha prodotto ancora una decisione definitiva. Al primo scrutinio, sarebbero stati necessari 19 voti per eleggere il successore di Nunzio Marrone, contro il quale nei mesi scorsi la maggioranza ha scatenato una vera e propria offensiva – tanto insistita quanto strumentale – per rimuoverlo dalla carica. Ebbene, all’atto della scelta del nuovo presidente, la maggioranza stessa, nonostante la tentata campagna-acquisti dell’ultima settimana – ha dimostrato di non avere i numeri necessari allo scopo. La conseguenza sarà che l’elezione del presidente avverrà al secondo scrutinio, quando basteranno appena 13 voti. È del tutto evidente che chi sarà eletto con questo striminzito margine avrà una legittimazione politica assai ridotta. Ma staremo a vedere.

Quanto alla delibera relativa al cimitero, le sorprese non sono mancate.

Sul fronte della maggioranza, ben tre consiglieri non hanno votato il provvedimento, sintomo evidente del fatto che l’atto in questione, complesso e dal contenuto assai delicato, non era affatto convincente, neppure per chi lo proponeva.

Ne è nata, dopo la seduta consiliare, una strana procedura di “sospensione/espulsione” che il sindaco ha avviato a mezzo social nei confronti della consigliera Angela Guarino. La quale, tuttavia, ha spiegato pubblicamente e in modo esauriente le ragioni politiche che l’hanno indotta ad assumere una posizione di dissenso. A lei va il mio apprezzamento per aver rifiutato di piegarsi alle logiche padronali e trasformistiche dei vertici dell’Amministrazione, da cui ha dichiarato di prendere le distanze.

Anche nell’opposizione ci sono stati inaspettatamente voti divergenti, per la precisione due: scelta dal mio punto di vista grave e inspiegabile, ma assai sorprendente anche per i colleghi che l’hanno compiuta. Basti pensare che sul medesimo argomento in esame i due consiglieri in questione avevano sottoscritto una mozione con cui si chiedeva all’amministrazione di ritirare il provvedimento che poi hanno votato, perché presentava errori e perfino illegittimità.

Bene, dunque, ha fatto Agostino Pentoriero a lasciare il ruolo di capo di un gruppo che non ne ha rispettato le indicazioni.

Che dire in merito? Misteri della politica, che eventualmente i diretti interessati avranno modo di chiarire.

Se però dovessimo scoprire che chi oggi ha cambiato idea rispetto a ieri, domani sarà eletto presidente del Consiglio Comunale, il cambio di posizione si spiegherà agevolmente.

Comunicato stampa

Venanzio Carpentieri

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