E così ci risiamo. Melito è nuovamente senza un sindaco. Poco meno di quattro anni: tanto è durata la seconda era Carpentieri. Quasi quattro anni di iniziative annunciate e quasi mai realizzate, quasi quattro anni di capricci che di politica avevano ben poco, quasi quattro anni di vecchia politica affarista; quattro anni senza un’opposizione  (e – quando presente – balbuziente e ambigua). Vecchi volponi con la faccia d’angelo che hanno rimesso le mani sulla città sotto lo sguardo, poco attento, di una cittadinanza assopita e distratta, hanno fatto il bello e cattivo tempo – ancora – in un territorio già profondamente segnato da abusi edilizi di ogni sorta, costretto a dover sopportare una popolazione spropositata rispetto alla sua piccola estensione. Melito è il terzo paese più cementificato d’Italia; l’81 percento del territorio è coperto da calcestruzzo e asfalto, ma c’è chi non ne ha ancora abbastanza e vorrebbe fare cifra tonda: 100% e si entra di diritto nel guinnes world record. Senza servizi, senza prospettive, senza luoghi di aggregazione e in una condizione di caos totale, i politici locali da lunedì scorso sono impegnati a mettere in piedi tavoli di consultazioni per capire come presentarsi alle prossime elezioni.

Prima le alleanze e poi i programmi. Prima i numeri e poi la sostanza. Fai fuori a questo, prendi l’altro, ammicca tizio, lascia stare caio. L’assessorato di qua, la poltroncina di là e il puzzle delle liste è bello e pronto. Tanto a cambiare idea c’è sempre tempo.
Numeri e inciuci che poco hanno a che vedere con la rinascita tanto propagandata nelle ultime campagne elettorali (almeno tre): un arco temporale di quasi dieci anni in cui le criticità della città si sono moltiplicate. Per carità, qualcosa di buono c’è sempre, ma è troppo poco in una città al collasso come Melito dove per ottenere 1 bisogna programmare 100 e dove le ingerenze esterne sembrano sempre dover frenare ogni minima iniziativa positiva. E così ci troviamo con un campo sportivo nuovo di zecca, ma senza una squadra; con un centro storico a pezzi, ma con belle villette in periferia. Come direbbe qualcuno: “manca sempre il centesimo per ‘apparare’ la lira”.

Per provare a cambiare qualcosa bisognerebbe ripartire da liste pulite: persone insospettabili, limpide, con voglia di fare e di mettersi in gioco, senza l’allergia della casa comunale e delle commissioni, con qualche idea seria per il paese e non solo per un proprio tornaconto. Un’utopia direte voi! Beh, si, ma neanche troppo.
Sarebbe corretto, per esempio, che chi in questi anni ha ricoperto ruoli istituzionali, e intende ripresentarsi alle porte e alle urne, spieghi a TUTTI cosa abbia realmente fatto per il bene della città in questi anni. Carte alla mano, senza chiacchiere.

Si metta una volta per tutte il bene della città davanti a tutto – prima degli incarichi, dei condoni e del marciapiede – e si riparta. Si riparta dai giovani, si riparta dall’aggregazione, si riparta dal centro storico, si riparta dallo sport, si riparta dalle infrastrutture. Muviteve!
Namastè (Alè)

Ricorda quel che è stato, per poter capire
Basta mezz’ora perché il boia diventi vittima
Ma la vittima diventa boia senza la cultura!

Difendila, quando puoi difendila
E’ la tua terra, amala e difendila
Ancora, difendila!
Quando puoi difendila
E’ la tua terra, amala e difendila!
Da chi vuole speculare e corrompere, difendila!
Da chi vuole approfittare dell’ignoranza, difendila!
Da chi vuole svendere la nostra arte, difendila!
Da chi non vuole più crescere, difendila!
Per chi non ha più speranza
Per chi è rimasto senza forze, difendila!
Per chi non ce la fa ma ci crede, difendila!
Per chi non riesce a starti dietro, difendila!

(Le radici ca tieni – Sud Sound System)

da: https://nickmar86.wordpress.com/2017/02/18/melito-basta-scherzare-si-riparta-dal-bene-comune-seriamente/

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