Melito. Diverse aziende sottoposte a interdittiva antimafia

In seguito agli arresti avvenuti intorno alla fine di aprile a Melito, la Prefettura di Napoli ha emanato un’interdittiva antimafia per 7 aziende, riconducibili all’imprenditore Emilio Rostan e all’ex presidente del consiglio del comune di Melito Rocco Marrone.

Comune di Melito

Il provvedimento è legato a 7 aziende, 4 riconducibili a Emilio Rostan, le altre 3 a Rocco Marrone, tutte operanti nel settore dell’edilizia, delle scommesse sportive e una macelleria, nei territori di Melito e Giugliano.

Ai due è stato confermato il carcere nel coro del Riesame, mentre è ai domiciliari l’ex sindaco Luciano Mottola, il quale subito dopo l’arresto ha rassegnato le proprie dimissioni, sciogliendo il consiglio, dichiarandosi completamente estraneo dall’intera vicenda.

 

La vicenda

Il Gip ha ritenuto che, allo stato, dalle indagini siano emersi gravi indizi sull’esistenza di un accordo già per il primo turno di votazioni, svoltosi il 3 e 4 ottobre 2021, tra esponenti della criminalità organizzata operante in quel territorio – clan Amato Pagano – ed alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno di un altro candidato sindaco che avrebbero accettato la promessa, da parte dei referenti dell’organizzazione criminale, di procurare alla coalizione ed allo stesso candidato sindaco i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad esso legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni ed intimidazioni, in cambio dell’erogazione di somme di danaro e di altre utilità nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione camorristica.

“In questa fase – riferisce la Dia – sarebbe stato persino impedito l’esercizio dei diritti politici di una candidata al consiglio comunale costretta, con gravi minacce, quali l’allontanamento dall’abitazione o la chiusura dell’esercizio commerciale, a svolgere campagna elettorale non per sé ma per un candidato dell’opposta coalizione gradito al clan”. Nel corso delle indagini sono, altresì, emersi episodi di compravendita di voti di consiglieri comunali in occasione delle elezioni (di secondo livello) per gli organi della Città metropolitana svoltesi il 13 marzo 2022. Sono stati, inoltre, individuati gravi indizi su alcuni episodi estorsivi posti in essere dagli affiliati al clan.

 

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