L’ American Laundry sita a Melito, nasce nel 1945 come “lavanderia americana” che pian piano è riuscita, con le piccole risorse dell’epoca, a ricavare profitto da appalti privati fino a diventare una delle aziende più importanti della regione. Dal 2000 si parte con i primi appalti pubblici abbandonando le aziende private considerate meno vantaggiose rispetto a quelle pubbliche servendo così circa 100 ospedali in Campania. L’impresa, secondo le indagini e ricostruzioni della Prefettura, a partire dall’anno 2001/2002 comincia a essere “attenzionata” da diversi clan camorristici “competenti di zona” dove sorgono gli ospedali serviti.
L’azienda nel 2010 mostra i primi chiari segni di malessere a causa della crisi e riduce il personale di circa 90 unità su 394. Nel 2013, dopo attente indagini, furono arrestati 12 persone appartenenti a clan camorristici e che coinvolge anche imprenditori e funzionari. Alla fine dello scorso anno, è stata interessata da una interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Napoli, Carmela Pagano. A causa proprio del pericolo di infiltrazione da parte delle organizzazioni malavitose. La Prefettura aveva, così, chiesto ai vertici ospedalieri tutte le informazioni necessarie per procedere agli avvicendamenti e nominare i Commissari per condurre l’azienda alla sua sorte. Ad oggi, nonostante le diverse richieste di chiarimenti da parte dei lavoratori con dei tavoli di confronto, spesso disertati da chi doveva assumersi precise responsabilità, e le manifestazioni degli operai, più volte sul tetto dell’Ospedale Cardarelli o di quello dell’azienda, fuori la Prefettura, stanno facendo di tutto per cercare di salvare il loro posto di lavoro.
Nonostante tutti gli sforzi e le manifestazioni, la situazione non sembrerebbe essere incoraggiante ma sta avvilendo ancora di più i dipendenti. Stando alle parole di uno dei rappresentanti del Meetup 5 Stelle, Francesco Mura: “Stiamo dando una grande mano ai lavoratori, cercando di evitare qualsiasi sbarramento, mettendoci direttamente nei panni dei lavoratori. Io stesso, prima come operaio e poi come attivista, ho voluto accollarmi il tutto immedesimandomi e vivendo questa situazione così delicata.
Attraverso la collaborazione di tutti vogliamo cercare una risoluzione che possa impedire il licenziamento di 400 operai.”
Dopo tale dichiarazione abbiamo contattato anche un dipendente, nonché RSA (Rappresentante sindacale aziendale), Vincenzo Della Corte che ci ha chiarito la situazione in cui riversa la società. “L’American Laundry, nonostante i diversi problemi in cui si ritrova, sta mantenendo ancora i suoi appalti anche se è in procinto di perdere diverse convenzioni benché l’azienda abbia fatto ricorso per bloccare il tutto.
L’ultima sentenza al TAR ha infatti dato ragione all’Hospital Service a causa dell’interdittiva antimafia. Noi sindacalisti stiamo andando oltre, perché, con l’incontro, tenutosi in Prefettura, abbiamo denunciato delle irregolarità nella gara.
Nel 2015 American Laundry Ospedaliera aveva vinto l’appalto indetto da SORESA, contraddistinta come Lotto 2 e Lotto 3, firmando una convenzione con la stessa che avrebbe poi dovuto far firmare agli ospedali, essendo una prassi dopo la vittoria della gara. Ciò però non è accaduto perché, nel frattempo, l’Hospital Service ci aveva fatto ricorso, dichiarando che in quel periodo c’erano delle irregolarità fiscali e non avremmo potuto partecipare. A tal punto abbiamo fatto lo stesso ma non è bastato per farci trionfare e così abbiamo ci siamo appellati direttamente al Consiglio di Stato che si dovrà esprimere il 4 luglio.
In questa situazione è corsa in nostro soccorso l’Agenzia delle Entrate che ha mandato dei documenti al Consiglio di Stato per dimostrare la nostra regolarità in campo fiscale, avendo presentato nei tempi richiesti anche il TURC.
Nel frangente è arrivata l’interdittiva che ci ha portato al commissariamento. I commissari si sono subito impegnati per portare avanti le commesse in essere, insieme a noi sindacati che ci stiamo battendo per impedire a SORESA di andare come un treno veloce e passare tutte gli appalti alla seconda aggiudicatrice per colpa dell’ordinanza, non tenendo presente chenel 2015 la stessa ha firmato con noi una convenzione che può essere sciolta solo in sede legale. L’azienda a tal proposito si sta muovendo con i suoi legali, i commissari hanno avuto dall’ANAC più autorità, mettendosi subito in moto per bloccare il tutto e arrivare al 4 luglio. Nonostante la prescrizione i funzionari potrebbero risolvere la situazione, perché nonostante il non poter partecipare alle gare abbiamo ancora del lavoro che ci farebbe sopravvivere per altri 7 anni, se non verremo espulsi a causa l’interdittiva. Intanto però i dipendenti hanno pareri discordanti a causa dei lavoratori arresi e di quelli ancora speranzosi e che ancora ci credono nonostante ci sia anche la possibilità di fermarci anche domani.
Il Movimento 5 Stelle ci sta dando una grande mano, grazie soprattutto a Gennaro Saiello che ci ha concesso diversi incontri ma per il momento non è stato concretizzato ancora nulla anzi a darci una speranza e a far continuare il nostro operato sono i commissari, grazie ai quali siamo riusciti a riscuotere anche i salari arretrati: per il momento gennaio e febbraio e a breve anche marzo e aprile.
In fine, questa mattina si è dovuto firmare il termine della convenzione con l’Asl Napoli 1 che, purtroppo, è stato un atto necessario”.
Teresa Barbato