Parigi – Leila (pseudonimo con cui si fa chiamare l’ autrice di questo libro) è una ragazza di vent’anni figlia di madre araba e padre berbero entrambi marocchini. Leila nonostante viva a Parigi e frequenta scuole francesi, non è una ragazza libera. Viene severamente educata secondo la cultura marocchina, ovvero convivere perennemente con percosse e maltrattamenti da parte del padre che nonostante tutto lei rispetta e adora. Leila non può uscire con un’ amica, non può avere amici maschi ne andare a divertirsi, truccarsi e altre cose che la cultura delle sue origini non le permette e che considera un disonore, ma nonostante i maltrattamenti e le severe lezioni di suo padre, è una ragazza tenace, ribelle e combatte per la sua libertà. Ciò si evince quando i suoi genitori partono per il Marocco con una banale scusa (Leila ancora non sa il vero motivo della loro partenza) e finalmente può vivere quel breve periodo come una qualsiasi ragazza della sua età. Ma al ritorno dei genitori ecco che arriva la notizia; Leila è stata promessa in sposa a Mussa (vero motivo del viaggio in Marocco), un ragazzo anche esso marocchino, molto più grande di lei, oltre ad essere un uomo avido a cui interessa sposarsi solo per avere la cittadinanza francese. Qui inizia il calvario di Leila. I continui litigi col marito e la suocera suocera che con prepotenza e menefreghismo si stabilisce in casa loro, portano la ragazza ad ammalarsi di anoressia e depressione. Ritroverà la forza di rialzarsi e combattere grazie all’unica cosa bella che questo matrimonio le ha dato, suo figlio Rashid. La storia si conclude col divorzio da Mussa con l’ umiliazione dei genitori di Layla, ma finalmente una donna libera e felice con l’ unico amore della sua vita: suo figlio.
“ora voglio dare un consiglio a tutte le ragazze come me: parlate! Apritevi agli altri, chiedete aiuto. Non chiudetevi come ho fatto io , in un silenzio orgoglioso e stupido”.
Leila
Perché leggere questo libro? Ho trovato questo libro molto interessante sotto vari aspetti:
1) il coraggio dell’ autrice di ribellarsi e soprattutto di denunciare i soprusi di quella parte del mondo arabo ancora molto arretrato;
2) Il rispetto e l’ amore verso la famiglia nonostante le violenze subite;
3) Il tradizionalismo, nonostante il Marocco sia uno dei paesi arabi ormai emancipato, ci sono ancora famiglie legate alla cultura dei matrimoni combinati. Soprattutto leggere storie di donne che hanno combattuto per la propria libertà è molto importante perché oltre ad affacciarsi su una cultura completamente diversa da quella europea, incita a denunciare le violenze fisiche e psicologiche di ragazze che vivono la stessa situazione e soprattutto all’emancipazione di una cultura ancora agli albori.
Giuseppina Sorianiello