Un grande successo per l’iniziativa della Pro Loco di Giugliano, con i concerti che si sono svolti nella Cappella Maria SS Della Pace, nella Chiesa dell’Annunziata.
La primavera, come si vede e si sente, tarda a mostrare il suo tepore che dovrebbe accarezzarci e cullare; ma non è mancato, a Giugliano, la Primavera Musicale: una rassegna di alta scuola, di estrazione classica ma non solo.
Un progetto, questo, fortemente voluto e proposto dall’avvocato Giovanni Bottone, non solo appassionato ed estimatore della musica colta ma promotore egli stesso, negli anni ’80 e ‘90, di prestigiose rassegne classiche e sinfoniche svoltesi nel 26° Distretto Scolastico, di cui era Responsabile, così come poi in altri comuni limitrofi.
La Pro Loco, nella persona del Presidente Mimmo Savino unitamente al Prof Tobia Iodice, responsabile culturale e Vice Presidente, ha voluto, con grande trasporto emotivo, dare seguito a quanto avviato, con lungimiranza e competenza dal noto avvocato.
Ecco il perché di Quinta Primavera.
Ovviamente, per porre in essere questi quattro Venerdì del Maggio Musicale giuglianese, in qualità di Direttore Artistico, non si poteva non interpellare un’eccellenza locale; e vale a dire il M° Umberto Zamuner.
Tracciare, nonché sintetizzare, la carriera del pianista e maestro giuglianese, non è possibile giacché il suo curriculum non solo è di elevato spessore ma è oltremodo corposo e costellato da riconoscimenti registrati sia in Italia che all’estero, ottenuti con la sua attività concertistica che spazia in un repertorio sterminato, e che spesso lo vede esibirsi in duo con la moglie, l’eccellente pianista Maria Sbeglia.
Ma del maestro ci occuperemo, in maniera più approfondita, in seguito.
Nel primo incontro, alla presenza di un pubblico attento ed interessato, si è apprezzato il talento del Quintetto D’Archi, nella fattispecie: Luigi Puddu, alla Chitarra; Antonio Ruocco e Antonella De Chiara, ai Violini; Myriam Traverso, alla Viola; Mario Carannante, al Violoncello; ed il fratello Vincenzo, al Contrabbasso.
I presenti sono stati deliziati con musiche di G. B. Pergolesi, Antonio Vivaldi, del genio di Salisburgo, di Brahms, e del gallese Sir Karl Jenkins.
Gli interminabili e scroscianti applausi al termine dell’ultima nota, hanno sottolineato come la grande musica accosti, in maniera tangibile, l’imperfetto essere umano all’Infinito. All’avvocato il compito sia dei saluti finali che della consegna delle medaglie, a ricordo di questo avvenimento.
La magia delle note si è ripetuta nella seconda tornata.
Di scena l’Ensemble Amici Del ‘700 Napoletano. Ciò che più ha colpito, oltre la bravura sia singola che di insieme e che ha destato stupore, di questi giovanissimi, è che: Stefano, al Flauto; Myriam, alla Viola e Lorenzo al Pianoforte (una Spinetta per l’occasione), sono fratelli, mentre Salvatore, al Mandolino (rimediato alla bisogna), è il loro nonno, ed il cognome è Traverso. Alla famiglia si è unito, come quarto componente, Alberto Marano, al Violino.
Il pubblico, via via più numeroso, ha potuto cullarsi sulle musiche di Bach, con l’evergreen “Aria Sulla Quarta Corda”, e con una composizione di Maria Theresia von Paradis, la Siciliana, con Piano & Viola. A seguire il Piano e Flauto per “Serenata” , di Schubert; e la Danza Degli Spiriti, di ChristophWillibaldGluck, titolare di una via di celentaniana memoria. Poi “Thais”, di Jules Massenet, con Piano and Violino; Mosè, di Paganini; ed “Oblivion”, dell’indimenticato Astor Piazzolla.
Mentre nell’adiacente piazza si festeggiava il Giugliano calcio, all’interno della Cappella l’estasi continuava con il sempre presente Piano con l’ausilio del Mandolino, di Traverso senior. Eseguiti: Melodia, del liutista napoletano e figlio d’arte, Raffaele Calace, e con: Nel Cor Più Non Mi Sento, di Juan Paisiello. Poi di E. Nolfo l’Andante, eseguito in trio da Piano, Mandolino e Viola.
La splendida serata, nonostante che le stroboscopiche abbiano dato più fastidio che visibilità a questi giovani virtuosi di sicuro avvenire, giunge al termine con il Concerto A Quattro, di Vivaldi.
Chiudono, per i saluti e la consegna delle medaglie, l’assessore Miriam Marino, Armando De Rosa, Presidente Pro Loco Villaricca, e Mimmo Savino.
Il terzo appuntamento ha visto l’esibizione di Francesco Scelzo: un a/solo di Chitarra che ha mandato in visibilio tutti i presenti convenuti nella Cappella Maria Santissima Della Pace la sera del 24Maggio.
La Cappella, gremita fino all’inverosimile, è la location che ha ospitato i “recital” proposti dalla Pro Loco città di Giugliano in onore della Madonna Della Pace.
Dicevamo di Francesco Scelzo: il giovane chitarrista, fin dalle prime note, ha dato dimostrazione della sua tecnica mostruosa, di chiara formazione classico/jazzistica, quando ha aperto il concerto riallacciandosi proprio allo stile Manouche, noto come Gipsy Jazz e/o Gipsy Swing.
Si parte con il cubano Roland Diaz per poi spaziare da Eric Satie a Jean Moreira, ma dando spazio ai grandi del Jazz come Django Reinhardt e Dizzy Gillespie; e questo la dice lunga sulle influenze del Nostro.
Altro grande proposto il brasiliano Augustin Barrios, e l’inarrivabile Astor Piazzolla di cui ha eseguito Primavera Portena ed Inverno Porteno.
Gli applausi hanno sottolineato il virtuosismo ben percettibile di Francesco Scelzo, che ha spesso ringraziato i presenti durante la sua splendida esibizione, e che ha pensato di chiudere con Antonio Carlos Jobim, del quale ha riproposto: A Felicidade, incantevole arpeggio sulle liriche di Vinicius De Moraes, che ha un inizio struggente: “La tristezza non ha fine – felicità sì. La felicità è come la goccia di rugiada su un petalo di fiore – brilla silenziosamente dopo un leggero oscillare. E cade come una lacrima d’amore…”.
Si chiude, con enorme dispiacere, con A Night In Tunisia, un modello di riferimento per ogni JazzMan di vaglia; una composizione del 1942 di Dizzy Gillespie, che trova la sua massima espressione nell’esecuzione di un mostro sacro qual è Charlie Parker.
La Standing Ovation finale ha “costretto” il virtuoso Francesco ad un bis, con il quale ha definitivamente salutato gli avventori.
Che dire? Raramente, e ne abbiamo viste e sentite a vagonate, ci siamo imbattuti, noi giuglianesi, in una performance di siffatta qualità stilistica, che ha riscaldato la serata, e gli animi soprattutto, nonostante … Mala Tempora CurruntSedPeioraParantur.
Il quarto, e purtroppo ultimo, appuntamento ha visto l’esibizione del: Quartetto Di Clarinetti.
Hanno suonato per noi: Gessica Viviani, Antonio Puzone e Giuseppe Di Maio, ai Clarinetti; mentre al Clarinetto Basso era Giulia Barbella.
Alla fine di questi concerti riflettevo di come così tanti giovani, talvolta adolescenti, si accostano alle Arie classiche, per eseguire brani di Brahms, Mozart, Strauss, Grieg e tanti altri giganti del genere; pensavo: chissà se nelle loro camere, oltre alla musica da Camera, ogni tanto ascoltano del Rock, del Jazz o, per andare oltre, musica Country o Folk. Chissà!
Quello che va sottolineato, senza dubbio, è la bravura di tutti coloro che hanno colorato di note la Cappella Maria SS Della Pace. Di questo dobbiamo ringraziare il M° Umberto Zamuner che li ha portati a suonare e fatti conoscere.
I quattro moschettieri del Clarinetto hanno aperto con: Aria Scndinava, di Joseph Zemp, per poi passare alla Danza Hungara di Johannes Brahmas, pianista, compositore e direttore d’orchestra. A seguire il: Coro Di Zingarelle, di Peppino Verdi; la Suite del Peer Gynt, di Grieg, che comprendeva: Il Mattino, La Morte Di Ase, La Danza Delle Anitre e Nell’Antro Del Re Della Montagna; possiamo ben dire di aver visto le anatrelle passeggiare all’interno della Cappella.
Ed ancora: Palladio, che prende il nome dal celebre architetto Andrea, di Karl Jenkins; poi tocca a Johann Staruss (junior) per le sue: Tritsch Tratsch Polka, composta per Pianoforte ma qui magistralmente eseguita; e Perpetuum, uno Scherzo in continuo movimento. Inoltre: RedRag, di Justin Wildridge, celebre anche per apprezzate colonne sonore.
Ed infine il gran finale. La Marcia Alla Turca, che tutti più o meno abbiamo almeno una volta ascoltata, del genio Mozart; e l’estasi liberatoria e catartica di Astor Piazzolla con il Libertango. Gli applausi sono scroscianti ed il Bis è d’obbligo.
Si conclude con la signora Zamuner che consegna le medaglie ricordo ai ragazzi e con il Presidente Mimmo Savino che, con la targa al Maestro appena rientrato da Cipro per il Festival di Bellapais dove sorge una abbazia gotica spettacolare, chiude questa Quinta Primavera Musicale, con la speranza e l’augurio che, come spesso accade, non passino decenni prima di ripetere la magnifica esperienza.
Dicevamo del maestro Zamuner. Si forma alla scuola di Tita Parisi e si diploma al Conservatorio S. Pietro a Majella, con il massimo dei voti e la lode. Ha studiato composizione col M° Aladino Di Martino, musicista e compositore, e successivamente frequenta la scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Portogruaro, seguendo i corsi di Kostantin Bogino, musicista di Mosca e Direttore dell’Accademia Internazionale Musicale di Roma, e segue i corsi di musica da camera del M° australiano Leslie Howard, noto per essere l’unico pianista ad aver registrato le oltre trecento opere di Franz Liszt.
Umberto Zamuner, vincitore di svariati concorsi internazionali, ha suonato e suona per prestigiosi Enti ed Associazioni in numerose città italiane ed estere: l’Auditorium di Torino della RAI, al Circolo Della Stampa di Firenze, gli Amici della Musica di Catania, Roma, a Napoli, Caserta ed infinite altre location. Dal 1991 ha iniziato un’intensa attività concertistica, in duo, con la consorte: Maria Sbeglia, eccellente pianista a sua volta. Tralascio tutti i premi vinti, e vi rimando alla Rete per altre informazioni, ma prima di concludere non posso non rimarcare come la sua “rentrée” nella nostra Giugliano sia stata un beneficio per questa città che stenta a (ri)trovare la sua identità, e che è stata ed è patria di eccellenze che riscontrano successi ed apprezzamenti in ogni continente, fuorché a casa loro.
È Giugno, e a Giugliano la primavera è sempre più silenziosa.

Quintetto D’Archi




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