No, Mario caro, non ci siamo.
Io parto dal presupposto che il Napoli abbia perso a Udine per demeriti propri. E penso anche che il responsabile numero uno sia Adl, col suo mercato di gennaio, more solito straccione e pezzente. Punto.Però, dopo il punto, andiamo a capo.
Poi però mi chiedo perché quando altri hanno difficoltà arrivi sempre l’episodio a tirarli fuori dal fango: sei una persona equilibrata, magari sai dare una risposta ad un interrogativo semplice.
Irrati, a Torino, nel derby, è arbitro di porta. Il fallo di Alex Sandro avviene sotto i suoi occhi, e Bonucci lo aggredisce per la decisione presa (da lui? Da Rizzoli? Boh, tanto poi Bonucci va ad aggredire pure Rizzoli).
Per Irrati, non scatta il secondo giallo a Sandro.
Lo stesso Irrati, a Udine, tira fuori due gialli sui due rigori fischiati contro il Napoli (il secondo, poi…lasciamo stare).
Un amico giorni fa faceva appello ai diversi metri di valutazione che arbitri diversi possono adottare pure in contesti spesso identici. Ma quando si tratta dello stesso arbitro, mi dici – tu che sei persona intelligente e onesta – cosa devo pensare?
A quel punto, lo capisci bene, mi viene in mente ANCHE il mancato giallo a Bonucci in quel di Bologna (è fallo da rosso diretto, non scherziamo), ANCHE il <<pezzo di merda>> urlato da Zaza all’arbitro sabato sera – sulla mia bacheca un tuo collega juventino ieri diceva che Zaza, per modi e tempi dell’offesa, cioè a partita vinta, dovrebbe prendere 2 o 3 turni di squalifica -… Poi mi viene in mente ANCHE che Pogba sabato sera fa due falli da giallo nella stessa azione ma non viene ammonito (è in diffida, ma si sa, manca Khedira), mentre Jorginho a Udine prende giallo al primo pestone… Mi fermo qui per carità di patria.
La mia conclusione, sia chiaro, non è quella che potresti immaginare. Checché si vada dicendo in giro, io non dico che la Juventus ruba, non lo dirò mai: io dico, e forse è pure peggio, ammesso che lo si capisca, che la Juventus non ruba perché non ne ha bisogno, perché il sistema è congegnato in modo tale che non deve rubare, ma “glielo portano fino a casa”.
La sudditanza nella vita ci sta, sempre, davanti ai migliori: in più di un ambito ne sono stato una volta beneficiario, una volta vittima. Quando però le cose vanno solo e sempre in una stessa direzione, se la sudditanza diventa strumento personale per fare carriera – di Irrati riparliamo fra un paio d’anni -, allora la cosa diventa marcia.
Sarei lieto se tu potessi, però fatti ed esempi alla mano, dimostrarmi che sbaglio.
Andrea Carpentieri