Come sarà il nostro 2017
Per l’economia italiana l’anno appena iniziato si presenta, come sempre, assai problematico, incerto, con indicatori contrastanti e quindi con prospettiva di scarsi margini di crescita del potere attuale di acquisto (basso) delle famiglie.
In effetti in base alle ultime previsioni diffuse anche da fonti europee saremmo l’unico Paese che, nel 2017, avrebbe un progresso statistico dell’economia nazionale inferiore all’1%.
Mentre, tutti gli altri, Grecia compresa (2% di stima di crescita del Pil), Spagna (quasi il 4%), Irlanda e Portogallo sarebbero ben oltre i due punti percentuali di progresso. Inutile parlare poi dei Paesi centro e nord europei ormai fuori da ogni crisi continentale.
Per noi invece, rimasti fanalino di coda dell’economia della vecchia Europa, solo labili speranze legate peraltro ad un quadro politico incerto e comunque giunto “a fine ciclo”. Visto che, al più tardi, le elezioni politiche si terranno entro la fine del mese di febbraio del prossimo anno 2018.
In Italia, la crisi economica, iniziata nel 2010, colpisce ancora forte e continua da oltre sette anni ad indebolire i cittadini: oltre alle categorie produttive danneggia sempre più tutte le classi sociali medio – basse. In particolare, “impoverendo” la “classe media” ovvero quella fascia sociale che in uno Stato moderno rappresenta quella avente, nella normalità, la maggiore propensione alla spesa e solo marginalmente al risparmio.
Evidentemente i tentativi fatti dagli ultimi governi sia in questa calante che nella precedente legislatura non hanno prodotto, finora, alcun apprezzabile risultato in campo economico. Dopo aver portato a termine l’anno in corso ed all’esito dei risultati delle elezioni politiche generali del prossimo sarà la forza politica, o la coalizione, vittoriosa quella dovrà assumersi la ormai storica responsabilità, di legislatura (5 anni) di ricreare speranza nel futuro e per i giovani.
Sarà un’enorme responsabilità!
Nel frattempo, la Commissione dell’Unione Europea ci chiede, anzi impone a pena di onerosa procedura d’infrazione, un’ennesima correzione dei conti presentati con la Legge annuale di stabilità 2017: si tratta di 3 miliardi circa di euro che andranno trovati, entro fine mese, soprattutto con aumento di alcune tassazioni indirette (ad es. tasse sui carburanti) che comunque colpiscono ed impoveriscono sia gli operatori economici che i cittadini.
Sembra una via senza uscita, ma non dobbiamo perdere la speranza.
Giorgio M. Palumbo