Il tema del lavoro è sempre molto caldo in Campania e in tutto il sud Italia: la fuga dei cervelli dal Mezzogiorno verso il nord o addirittura all’estero è infatti una piaga che da decenni caratterizza questi territori, poveri di opportunità di crescita e affermazione. Qualcosa tuttavia potrebbe cambiare grazie alle tecnologie digitali, che da un lato stanno portando alla nascita di nuove figure e dall’altro al potenziamento di modalità lavorative differenti, come il remote working. In che direzione bisogna muoversi, dunque, per recuperare il gap e far rinascere questa regione?

La fuga dei lavoratori campani verso il nord

La situazione dei giovani meridionali dal punto di vista del lavoro è storicamente complessa e tuttora vede dati sconfortanti per ciò che riguarda il tasso di emigrazione dal sud al nord del Paese. Stando a quanto riporta la Caritas, infatti, negli ultimi dieci anni sono ben 1 milione e 136 mila i giovani trasferitisi nelle regioni settentrionali e il 29% di questi, ossia 329 mila unità, arrivano dalla Campania.

Nonostante l’elevato numero di laureati e la spesa in formazione e istruzione della nostra regione, pari al 5,9% del PIL, risulta ancora estremamente difficile per i giovani campani trovare sul territorio un’occupazione adeguata alle proprie competenze e con condizioni contrattuali in linea con il resto d’Italia, un problema atavico che forse la digitalizzazione potrà mitigare da qui a qualche anno.

La digitalizzazione in Italia: cosa sta cambiando nel mondo del lavoro

L’utilizzo delle tecnologie digitali è in netto aumento anche nel nostro Paese, come dimostrano i dati riportati nel Digital Economy and Society Index (DESI), che vede sì l’Italia ancora al 18esimo posto in Europa per digitalizzazione ma con un balzo in avanti di sette posizioni in due anni. Il report stilato dalla Commissione Europea ci classifica dunque ancora indietro ma in forte crescita, il che può rappresentare un ottimo segnale per ciò che riguarda la modernizzazione dell’intera nazione e le opportunità di sviluppo.

Grazie a internet e ai nuovi strumenti a disposizione, infatti, è oggi possibile avere accesso non soltanto a un’infinita mole di informazioni in tempo reale o all’utilizzo di software per il gioco del poker e di altre discipline, ma anche a soluzioni innovative per formarsi, essere competitivi e lavorare con modalità alternative, con ricadute positive sia per i lavoratori che per le aziende.

Le novità introdotte nel mondo professionale riguardano infatti diversi aspetti, che spaziano dalla nascita di nuove figure specializzate fino all’approccio stesso con il lavoro, sempre più flessibile, agile e privo di barriere geografiche.

Lavoro e digitalizzazione

Le nuove figure professionali richieste sul mercato

Lavorare con il digitale è sempre più il sogno di chi si affaccia a un nuovo percorso di studi, sia per il fascino delle materie trattate che oggi toccano ogni istante della nostra quotidianità che per la forte crescita delle richieste da parte delle aziende, che aumenta le opportunità di collocamento per i professionisti digitali.

Nel giro di pochi anni si sono infatti affermate nuove professioni connesse, per esempio, all’uso del web e dei social, alla sicurezza informatica e allo sviluppo delle nuove tecnologie, sempre più ricercate anche al sud grazie agli investimenti di realtà locali e internazionali, non ultimo il colosso ICT Ntt Data che ha annunciato ben 250 nuove assunzioni a Napoli e Salerno. Il fenomeno è in piena crescita e potrebbe avere effetti molto positivi anche sul Mezzogiorno se le stesse istituzioni riusciranno ad attrarre altre società provenienti da fuori e a incentivare la nascita di iniziative locali.

Remote working, cosa può cambiare per i giovani del sud

Da non sottovalutare, infine, l’affermazione delle modalità lavorative a distanza, come smart working e remote working, che potrebbero avere un fortissimo impatto proprio sui flussi migratori legati a ragioni di lavoro. Quasi tutte le professioni digitali (e non solo), possono infatti essere svolte da qualsiasi parte del mondo semplicemente connettendosi alla rete e sfruttando tutte le risorse software e hardware utili alla causa: com’è facile osservare leggendo gli annunci di lavoro presenti su portali specializzati e social come LinkedIn, le posizioni da remoto sono sempre più numerose e ciò potrebbe avvantaggiare i tanti giovani del sud che, pur avviando collaborazioni con realtà dislocate altrove, hanno l’opportunità di non trasferirsi in altre regioni e nazioni.

Anzi, con le nuove tecnologie si è iniziato a parlare di “south working”, intendendo con questa espressione la possibilità di scegliere luoghi climaticamente più favorevoli e più rilassanti in cui trasferirsi per vivere lavorando a distanza, una sorta di emigrazione al contrario che secondo alcuni può addirittura rilanciare il sud Italia e spingere molte persone a lasciare le grandi città per luoghi più piacevoli e a misura d’uomo.

 

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