Un’altra perla turistica da far meglio conoscere nel mondo
Proponiamo ai visitatori un itinerario unico, per caratteristiche, nella storia dell’intera umanità, si tratta di quello mitico ricompreso nel “Parco archeologico di Pompei”: ove si parte da Ercolano, per giungere all’antichissima Oplonti, passando dalla meno nota, ai più, eppure bella Boscoreale, poi alla notissima Pompei, denominata capofila del Parco, per arrivare infine alla nostra metà di oggi: l’antica “Stabiae”.
Questo sito riporta una denominazione romanica per un insediamento certamente ancora più antico, forse databile all’VIII secolo, avanti Cristo, risalente anch’esso, come abbiamo visto da reperti e ricostruzioni etnico storiografiche, nelle origini fondative, a popolazioni centroitaliane osco etrusche poi a colonia ellenistica, infine sostituita dai neo insediati Sanniti e dopo la sconfitta di questi dai Romani dapprima della Repubblica e poi dell’Impero. Fino all’epoca distruttiva dei Saraceni.
Ancor prima però la cittadina stabiese con i suoi abitanti aveva vissuto epoche terribili sia prima che dopo l’avvento del Redentore. Infatti, la maggiore fortuna commerciale e quindi abitativa dimostrata dal grande ampliamento avuto in quei periodi del perimetro urbano si era verificata fra il I secolo a.C. ed il primo del dopo e sono due gli avvenimenti, entrambi distruttivi, a dimostrarlo.
Il primo evento, ricostruibile da diverse ed attendibili fonti storiografiche, fra le quali spicca come al solito Strabone, avvenne, all’apice della sua fortuna, nell’89 a.C. quando le truppe romane di Silla presero e distrussero la città. Poi, nel 79 d.C. con la cittadina risorta a nuova vita, ripopolata ed operosa nei commerci, fu annientata dalla tremenda eruzione del Vesuvio che portò completa distruzione fino a Pompei. Pure ancora risorgendo dopo.
Ora a parte gli eventi distruttivi, l’ultimo dei quali sarà nell’undicesimo secolo quello finale per mano degli invasori saraceni, le maggiori fortune di Stabiae sono dimostrate dai sontuosi resti degli edifici eretti nei due secoli anzidetti, prima della rovina, compendiati nei ritrovamenti di alcune villae romane. In particolare, fra quelle poste sul panoramico crinale della collina di Varano in posizione strategica e panoramica per consentire, grazie al clima temperato, il riposo e la quiete ai loro agiati proprietari. Uomini di potere, militari o commercianti che fossero.
Per il resto, quella civitas era perfettamente organizzata secondo i canoni romani, con vasti quartieri abitati, strade, piazze, luoghi amministrativi e di commercio, opere pubbliche, terme, uno stadio, portici e ninfei finemente decorati. Fra i ritrovamenti archeologici, i resti di grandi ville di quell’epoca, ove ancora oggi si scava e si scoprono preziosi particolari: la prima è “villa S. Marco” che si estende su di un’area di oltre 11 mila metri quadrati; mentre, la più antica è “villa Arianna” che prende il nome dalla grande pittura avente soggetto mitologico rinvenuta sulla parete di fondo del triclinio.
Altro sito da non perdere è quello definito il “secondo complesso” sempre sul poggiolo di Varano, ma è tutto da vedere in zona, basta venire per tuffarsi nel tempo dell’antica Campania ove è tutto da valorizzare. a presto.
Giorgio M. Palumbo