LA CAMERA DEI DEPUTATI VERSO L’APPROVAZIONE DELLA “MANOVRA ECONOMICA” – 2018
Come ogni anno, l’ultimo impegno di Governo e Parlamento, in ragione della necessaria copertura economica di ogni spesa pubblica, da farsi nel corso del successivo anno solare, è quello fondamentale della c.d. “sessione di Bilancio”.
Procedimento regolato dalla Costituzione, all’esito del quale, spesso tra liti di maggioranza, strappi, tentativi impropri ed emendamenti modificativi non omogenei proposti e non solo dai gruppi parlamentari di opposizione, la “battaglia” fra le forze politiche infuria ed assume toni esagitati dando una pessima immagine complessiva della nostra “classe dirigente”.
Nel mezzo vi sono le sorti economiche e la stessa credibilità esterna del nostro Paese.
Infatti, per espresso e tassativo obbligo costituzionale inserito nel testo dell’art.81 della nostra Carta fondamentale, in diverse altre leggi e per vincolo impostoci dalla Commissione dell’Unione Europea, “ad ogni spesa prevista deve corrispondere una precisa fonte di entrata – finanziamento”.
Insomma, un elementare “principio di buona amministrazione”. Il sistema di economia domestica che ogni famiglia italiana o straniera che sia dovrebbe adottare:
infatti, se le entrate mensili sono pari a 2.000 euro non si possono assumere impegni di spesa di entità superiore. Altrimenti si formano dei debiti correnti, cui si può e si deve fare fronte, ma solo se si hanno dei risparmi precedentemente accumulati. In caso diverso essi sono crescenti e si consolidano sempre più.
Proprio questo è stato il problema primario dell’Italia dal secondo dopoguerra fino almeno alla metà degli anni “novanta”, cioè per circa quarant’anni: abbiamo speso molto di più di quello che potevamo fare. Ipotecando le generazioni successive e quelle future.
Attualmente, l’entità enorme del “debito pubblico” consolidato costituisce una massa critica insopportabile e la necessità di ridurlo, in un periodo ventennale, fino ad una entità pari a 100 equivalente, oggi è 133 (oltre 2.300 miliardi di euro) sul PIL – prodotto interno lordo, di circa mille miliardi costituisce il nostro principale problema con le istituzioni di governo dell’Europa.
Una vera e propria “tara” che pesa su ciascun italiano dalla nascita in poi ! Come se in una normale famiglia, per legge e per intervento del Giudice, ciascuno dei figli e poi dei nipoti dovesse pagare una cifra di molte migliaia di euro per debiti fatti dai nonni e dai bisnonni prima della sua stessa.
Anche per questo motivo, gli strumenti annuali di bilancio devono rimanere contenitori tecnici e diversamente da altri interventi normativi non possono contenere ogni necessità. Si pensi che dei circa 21 miliardi della manovra, ben 15 sono destinati a evitare gli aumenti automatici previsti per le imposte principali dalle c.d. “clausole di salvaguardia” per l’anno 2018 e solo i restanti sono disponibili ad interventi finanziabili e soprattutto ad iniziative per favorire la crescita economica in timido accenno.
Per l’Italia il percorso del risanamento economico sarà ancora lungo.
Auguri a tutti.
Giorgio M. Palumbo