Perché molti investitori rinunciano ad operare nel nostro Paese ? Dalle analisi, alle possibili soluzioni.

Come più volte scritto, fra le deficienze strutturali del nostro Paese, uno dei fattori di rischio che si rileva obiettivamente molto dannoso è quello della giustizia. Da anni, il cattivo funzionamento del nostro settore giudiziario causa ai conti economici del bilancio interno, gravi danni da mancate entrate.

Si evidenziano infatti degli aspetti critici configurati da “poste negative” che pur essendo difficilmente conteggiabili, annualmente, assumono dimensioni economiche molto rilevanti. Tanto che sarebbe finalmente il caso, attraverso atti concreti, da parte di governo e Parlamento per i rispettivi ambiti di competenza istituzionale, di iniziare a risolvere questo pluriennale problema. Che non è solo di carattere nazionale, avendo poi ricadute negative aventi degli importanti riflessi esteri, come sulla stessa credibilità complessiva dell’Italia sulla scena internazionale.

Infatti, attualmente, come per la verità da molti anni già segnalato, si verifica la sussistenza di un deficit grave, proprio quello determinato dal cattivo funzionamento del sistema giudiziario. Ricordando ancora ai lettori come, proprio da noi si verifichi, in un Paese storicamente considerato la “culla del diritto” fin da epoche molto antiche e giustamente fiero di tali antichissime tradizioni,un fatto strutturale dagli effetti tanto gravi anche per la nostra economia che colloca lo Stato italiano agli ultimi posti della classifica mondiale  di affidabilità del “sistema interno di giustizia”.

In altre parole, come si era scritto in precedenza, può spesso accade rea chi si trovi a commerciare con l’Italia di trovarsi poi esposto, più o meno in termini analoghi a quello che può avvenire in un lontano paese del mondo, in caso di insorgenza di una controversia commerciale ad incertezza assoluta su tempi e gli stessi esiti finali dell’affidamento al nostro sistema di giustizia.

Infatti, proprio il settore della giurisdizione civile del quale la giurisdizione commerciale costituisce parte essenziale è quello che sconta il maggiore arretrato decidente.

Quindi, tempi lunghi, esito finale spesso incerto nella decisione giudiziaria della controversia, mentre la certezza dei rapporti giuridici e delle transazioni commerciali richiedono ed anzi impongono una celere definizione. Da noi accade invece tutto il contrario di quello che occorrerebbe avere in questi casi controversi nei tre aspetti essenziali: 1) certezza del diritto applicabile; 2) dei tempi giudicanti, come poi: 3) delle conseguenti possibilità esecutive del giudicato in favore della parte processuale vittoriosa. Tutti fattori che, da molti anni, in Italia non solo non si combinano ma anzi si confondono, danneggiando l’intera società ed il ritardo delle procedure di causa spesso nullifica il diritto poi finalmente riconosciuto al “vincitore” impedendone la pratica soddisfazione.

Con parole più pratiche, i tempi lunghi avvantaggiano decisivamente i debitori, i truffatori ed i semplici attendisti. Tutti soggetti che nel tempo possono mutare ragione sociale, trasferire le società anche all’estero, avere vicende rovinose o di crisi tanto da fallire ed altro. Tanto più ove si consideri che il fattore più essenziale del commercio, in specie  internazionale, deve essere costituito, da una parte, dalla certezza della fornitura mercantile e, dall’altra, dall’analoga sicurezza nel pagamento prestabilito del prezzo delle merci che vengono scambiate. Ragione per la quale, avevamo sottolineato, quando tale paradigma elementare viene reso incerto e addirittura aleatorio, nei tempi come negli stessi esiti decisori, il sistema delle garanzie giudiziarie salta ed il Paese inadempiente fra i quali appare in classifica negativa, il nostro, si troverà poi ad essere praticamente emarginato sulla scena dell’interscambio commerciale con l’estero. Più esattamente, sarà inserito in una “lista nera” quale entità statale giuridica ritenuta inaffidabile sotto tutti gli indicatori previsti. Tale situazione è estremamente dannosa ed ormai deve essere radicalmente affrontata: modificando sia gli organi giudiziari che le norme processuali.

Giorgio M.  Palumbo

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